Il governo britannico ha cancellato quasi tutte le sue riforme fiscali

Lo ha annunciato il nuovo ministro dell'Economia Jeremy Hunt, nella speranza di placare la grave crisi sui mercati delle ultime settimane

Il nuovo Cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt (AP Photo/Alberto Pezalli)
Il nuovo Cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt (AP Photo/Alberto Pezalli)
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Jeremy Hunt, il nuovo Cancelliere dello Scacchiere britannico (l’equivalente del nostro ministro dell’Economia), ha annunciato questa mattina che il governo Conservatore guidato da Liz Truss ritirerà la maggior parte delle controverse misure fiscali annunciate solo qualche settimana fa, che avevano portato il valore della sterlina ai minimi storici e trascinato il Regno Unito in una crisi finanziaria molto seria.

Il 23 settembre, l’allora Cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng, sostituito dopo pochissimo tempo, aveva annunciato un grande piano di riduzione delle tasse ai ricchi finanziato a debito, che era stato giudicato dai mercati rischioso e poco sostenibile, aveva fatto crollare la sterlina e salire i rendimenti sui titoli di stato a livelli record. A quel punto, la Banca d’Inghilterra era dovuta intervenire con un piano di emergenza per calmare gli investitori sui mercati finanziari.

Il piano straordinario della Banca d’Inghilterra si è concluso venerdì, e oggi si temevano notevoli ribassi sui mercati finanziari. Hunt darà i dettagli nel pomeriggio in parlamento, ma ha anticipato a grandi linee il nuovo piano per calmare gli investitori: anche per questo, la sterlina sta riacquistando valore e i rendimenti sui titoli di stato stanno scendendo, segno che il paese è percepito come meno rischioso. La responsabilità centrale per qualsiasi governo è la stabilità economica, ha detto Hunt, aggiungendo che un governo non può controllare i mercati ma «dare certezze» sulla sostenibilità delle finanze pubbliche.

Nel video Hunt ha annunciato che il governo ritirerà «quasi tutte le misure fiscali annunciate nel piano di crescita tre settimane fa». L’aliquota fiscale sulle imprese salirà quindi dal 19 al 25 per cento, cancellando la precedente decisione del governo di lasciarla al 19, mentre l’aliquota di base per i redditi delle persone resterà al 20 per cento, invece di scendere di un punto come previsto in precedenza. Il governo aveva già deciso negli scorsi giorni di non procedere più alla cancellazione dell’aliquota per i redditi più alti, eliminando quindi la misura più controversa dell’intero piano.

Saranno anche ridimensionati gli interventi contro il caro energia, che dureranno solo fino ad aprile e non fino al 2024 come nelle intenzioni originali di Truss. Il pacchetto complessivo di sostegno energetico annunciato in origine avrebbe comportato un costo fino a 150 miliardi di sterline, in un momento in cui le finanze pubbliche del Regno Unito sono state già messe a dura prova dalla pandemia e dagli ultimi mesi di difficoltà economiche.

Il ripensamento del governo Truss rappresenta una grossa sconfitta per la prima ministra, che aveva promosso la sua candidatura puntando su un ampio piano di riduzione delle tasse, che a suo dire avrebbe rivitalizzato l’economia e favorito la crescita.

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