Il nuovo piano di Trump sull’Ucraina scontenta tutti, tranne la Russia
I leader europei sono ormai esasperati, Zelensky ha detto che non «tradirà l'Ucraina», ma che il paese si trova di fronte a una scelta molto difficile

«L’Ucraina ha davanti una scelta molto difficile: perdere la dignità o rischiare di perdere un alleato importante», ha detto in un messaggio televisivo alla nazione il presidente Volodymyr Zelensky venerdì. «Abbiamo già visto questa scena», ha detto giovedì ai giornalisti Kaja Kallas, l’Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri. Entrambi parlavano del nuovo piano in 28 punti per la fine della guerra in Ucraina, che è stato negoziato ancora una volta tra Stati Uniti e Russia senza coinvolgere né l’Ucraina né l’Europa ed è un’altra occasione in cui la Russia è riuscita a portare l’amministrazione di Donald Trump dalla sua parte. Le parole di Kallas rendono bene l’atteggiamento con cui buona parte dei leader europei ha accolto la notizia del piano: indignazione, ma anche un certo senso di esasperazione. Zelensky ha invece definito questo momento come il «più difficile» della storia del paese.
Il piano non è stato reso pubblico ufficialmente, ma la sua esistenza è stata confermata dalla Casa Bianca, e ormai grazie al lavoro di giornalisti e diplomatici ne conosciamo il grosso del contenuto: prevede una resa quasi totale per l’Ucraina.

Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri, 20 novembre 2025 (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
L’Ucraina sarebbe costretta a cedere territori alla Russia rinunciando alla sovranità su di essi; a ridurre le dimensioni del suo esercito senza la possibilità di avere truppe alleate sul proprio territorio; e in cambio otterrebbe soltanto “garanzie di sicurezza” piuttosto deboli per la protezione da eventuali attacchi futuri. Il piano contiene anche elementi che sembrano una beffa: per esempio la ricostruzione sarebbe parzialmente affidata a una joint-venture tra Russia e Stati Uniti. In pratica la Russia, dopo aver distrutto il paese, potrebbe fare affari nella sua ricostruzione.
Zelensky, già indebolito dal grosso scandalo di corruzione che coinvolge alcuni membri del suo governo e consapevole di non poter irritare Trump, inizialmente ha risposto alla notizia dell’accordo in maniera abbastanza conciliante, dicendo che è pronto a esplorare ogni «opportunità di diplomazia». Tra le altre cose ha detto anche che «l’Ucraina farà tutto il possibile perché nessuno al mondo possa dire che stiamo ostacolando la diplomazia». Zelensky ha capito dai precedenti negoziati con Trump che è molto pericoloso passare per quelli che ostacolano i suoi piani.
Venerdì ha invece parlato al telefono con il vicepresidente statunitense J.D. Vance e con il segretario all’Esercito Dan Driscoll: ha detto di aver discusso con loro molti dettagli del piano. In un videomessaggio dai toni piuttosto solenni e preoccupati ha poi detto che non «tradirà l’Ucraina» e che deve garantire la dignità e la libertà degli ucraini. Trump ha poi confermato che l’Ucraina ha tempo fino a giovedì prossimo, il 27 novembre, per accettare il piano. Secondo alcuni media internazionali fra cui l’agenzia Reuters, che cita fonti informate sulle comunicazioni fra i due paesi, l’amministrazione statunitense in caso contrario sospenderebbe la condivisione di informazioni di intelligence e le forniture di armi.
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La reazione europea è stata decisa, e accompagnata da insofferenza per essere stati esclusi ancora una volta dai negoziati. Nell’ultimo anno in più di un’occasione Trump era sembrato adottare gli argomenti della Russia sull’Ucraina, e tutte le volte gli europei avevano cercato di fargli cambiare idea con diplomazia e lusinghe.
Nella mattina di venerdì alcuni leader europei (il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer) hanno parlato con Zelensky. Un comunicato diffuso dal portavoce di Merz ha riassunto il contenuto della conversazione, che ricalca le tradizionali posizioni della gran parte dei governi europei sulla situazione. I tre leader hanno espresso il loro sostegno all’Ucraina, hanno detto che apprezzano i tentativi statunitensi di porre fine alla guerra in corso ma hanno aggiunto che intendono tutelare gli interessi europei e dell’Ucraina e che qualsiasi accordo di pace che coinvolga uno stato europeo, uno stato membro dell’Unione o della NATO richiede l’approvazione e il consenso degli altri stati europei.

I leader europei ad agosto alla Casa Bianca (AP Photo/Alex Brandon)
Da ultimo era successo quest’estate, quando una delegazione di leader europei era andata alla Casa Bianca per convincere Trump che le proposte del presidente russo Vladimir Putin per la fine della guerra sono inaffidabili. Allora sembrava aver funzionato: «Tutte le volte che parlo con Vladimir facciamo ottime conversazioni, ma poi non vanno da nessuna parte», aveva detto Trump. Ora sembra che non sia mai successo.
«Un piano di pace di successo deve essere sostenuto dall’Ucraina e deve essere sostenuto dall’Europa», ha detto Kallas. «La pressione deve essere posta sull’aggressore, non sulla vittima. Compensare l’aggressione non farà che suscitarne di nuove».
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha detto in risposta al piano che «la pace non può essere una resa», mentre quello tedesco Johann Wadephul ha chiesto come prima condizione della pace un cessate il fuoco incondizionato della Russia. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha detto giovedì che il piano statunitense non è stato presentato ufficialmente, e che quindi è ancora presto per parlare, ma che «l’Ucraina rappresenta anche una barriera di sicurezza per l’Europa: se cade l’Ucraina aumentano i rischi per l’Europa e questo non possiamo assolutamente accettarlo né permetterlo».
Bisognerà capire che tipo di manovra diplomatica rappresenta il nuovo piano. Potrebbe essere un modo per riaprire i negoziati sulla fine della guerra, e quindi suscettibile di modifiche e trattative. Potrebbe essere un tentativo della Russia (da cui apparentemente sono arrivate le prime indiscrezioni) per distogliere l’attenzione dalle nuove misure contro l’economia russa che sia Europa sia Stati Uniti stavano discutendo proprio in queste settimane. Potrebbe anche succedere che Trump si spazientisca, e pretenda che gli alleati accettino il suo nuovo piano. Questa sarebbe l’opzione più difficile per l’Ucraina.



