Le gemelle Kessler nella televisione italiana
Negli anni Sessanta, quando la Rai esisteva da poco, divennero il simbolo di un nuovo modo di fare intrattenimento

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Le gemelle Alice ed Ellen Kessler, morte lunedì a 89 anni, fecero il loro esordio nella televisione italiana il 21 gennaio 1961. In quel periodo la Rai era l’unica emittente televisiva: ogni programma poteva essere seguito da decine di milioni di persone e nel giro di poche settimane le gemelle Kessler diventarono tra le principali protagoniste della nascente cultura pop italiana.
L’occasione fu la prima puntata di Giardino d’inverno, programma ideato dall’autore televisivo Antonello Falqui. Alice ed Ellen Kessler furono una grande novità per gli spettatori del tempo: la Rai aveva cominciato a trasmettere da appena 7 anni, e il pubblico non era ancora abituato ai programmi di varietà musicale. In quel contesto le Kessler diventarono familiari al pubblico grazie alla loro presenza scenica e al loro modo di danzare perfettamente sincronizzato, che fu imitatissimo e diventò una specie di cliché della televisione di quegli anni.
Per questi motivi, le Kessler sono considerate le prime soubrette moderne della televisione italiana. Contribuirono a sdoganare un nuovo modo di intendere il varietà, più coreografico, allegro e incentrato sull’impatto visivo delle esibizioni. Ma funzionarono anche per altri motivi, come lo stile controllato ed elegante che mantenevano nelle interviste e il loro distintivo accento tedesco, che molti spettatori trovarono irresistibile.
Le coreografie che misero in scena nelle 12 puntate di Giardino d’inverno furono preparate dal ballerino statunitense Don Lurio, personaggio televisivo notissimo in quegli anni. Le musiche invece erano composte dal Quartetto Cetra, forse il gruppo vocale italiano più famoso dello scorso secolo.
Prima di diventare una presenza fissa della televisione italiana, le gemelle Kessler avevano già raggiunto una grande notorietà in Germania, legata alle apparizioni in diverse commedie austriache e tedesche. Nel 1959 avevano anche rappresentato il paese all’Eurovision Song Contest con la canzone “Heute Abend wollen wir tanzen geh’n” (“Stasera vogliamo andare a ballare”). Pur continuando a lavorare anche in Germania, il grosso della loro carriera fu però legata al successo in Italia.
Dopo Giardino d’inverno, le Kessler furono coinvolte in un varietà che ebbe ancora più successo, e che in un certo senso replicava la stessa formula: Studio Uno. L’autore era sempre Falqui, che per l’occasione scelse di creare una sigla d’apertura che potesse rimanere impressa nella memoria degli spettatori, orecchiabile e coinvolgente. Ne affidò la realizzazione al compositore Bruno Canfora, che a sua volta scelse di delegare la scrittura del testo al paroliere Dino Verde. Insieme crearono una filastrocca allegra e ritmata, fondata su un ritornello nonsense e pensata appositamente per mettere in risalto la presenza scenica delle gemelle Kessler.
La chiamarono “Da-da-un-pa”, e ottenne una popolarità enorme soprattutto grazie alla coreografia sincronizzata delle gemelle Kessler, composta da movimenti tutto sommato facilmente replicabili, e che furono imitati da milioni di spettatori.
Visto il successo dell’idea iniziale, la formula del “Da-da-un-pa” (cioè un motivetto allegro, danzereccio, vagamente ammiccante e scritto per esaltare le movenze delle gemelle Kessler) fu replicata in altre canzoni, tra cui “Pollo e champagne”. Questi successi furono poi raccolti in 45 giri dalla società discografica Polydor Records.
Negli stessi anni le gemelle Kessler parteciparono anche ad altri programmi molto popolari della Rai, tra cui Canzonissima, Senza rete e più tardi Milleluci, consolidando così la loro presenza nella televisione italiana del decennio.
A partire dagli anni Settanta cominciarono lentamente a defilarsi, riducendo progressivamente le loro apparizioni. Tornarono a far parlare di sé nel 1975, quando furono protagoniste di una copertina della rivista erotica Playboy, che dedicò loro anche un discusso servizio fotografico.

Nel 1986 si trasferirono a Grünwald, vicino a Monaco di Baviera, mantenendo però un legame molto forte con l’Italia e con la Rai, che le invitava spesso in occasioni come il Festival di Sanremo.
Nel saggio Enciclopedia della televisione, il critico televisivo Aldo Grasso scrive che le Kessler diventarono famose anche perché finirono per incarnare un ideale di bellezza inedito per l’Italia del tempo, più audace e libertino. Grasso aggiunge che, quando cominciarono a diventare una presenza costante nelle trasmissioni televisive, le Kessler rischiarono di «provocare uno scandalo» nell’opinione pubblica italiana, e che per questo motivo gli autori del programma facevano sì che le loro gambe venissero «opportunamente nascoste da pesanti calze di lana scura».












