I Dallas Mavericks senza Luka Doncic
Da quando lo hanno ceduto ai Lakers sono molto peggiorati, e anche questa stagione è cominciata male

A febbraio i Dallas Mavericks furono protagonisti di uno dei più sorprendenti scambi della storia dell’NBA, il campionato di basket nordamericano e il più competitivo di tutti. Cedettero ai Lakers il 25enne Luka Doncic, uno dei cestisti più forti al mondo, in cambio del 31enne Anthony Davis, un giocatore forte ma non quanto Doncic, oltre che meno giovane. Per molti fu uno scambio incomprensibile, sbilanciato e svantaggioso per i Mavericks, e in effetti finirono la stagione senza nemmeno qualificarsi ai playoff (le fasi finali dell’NBA). Soprattutto, hanno cominciato molto male quella in corso. Così male che la stessa dirigenza rimpiange quello scambio e martedì Nico Harrison, il direttore sportivo che lo decise, è stato licenziato. Finora i Mavericks hanno vinto 3 partite e ne hanno perse 8: sono una delle squadre che stanno andando peggio in NBA.
Lo scambio fu molto contestato dai tifosi di Dallas. Con Doncic i Mavericks erano tornati una squadra forte: avevano raggiunto le semifinali di NBA nel 2022 e le finali nel 2024, perse contro i Boston Celtics. Eppure fu proprio Dallas a scegliere di cederlo, per le sue cattive abitudini alimentari, i suoi errori in difesa e per puntare su giocatori molto più esperti, ritenuti in grado di far vincere la squadra in tempi più brevi. A Dallas, infatti, giocavano già il 33enne Kyrie Irving e il 35enne Klay Thompson, tra i migliori giocatori degli ultimi dieci anni, seppur in fase calante. Furono però proprio questi giocatori esperti ad avere problemi, poco dopo lo scambio: Irving si ruppe il legamento crociato a marzo e anche Davis, noto per la sua fragilità, dovette fermarsi per qualche partita.
In parte a causa dei brutti risultati, e in parte per un grandissimo colpo di fortuna, alla fine della stagione Dallas ottenne la prima scelta al draft, cioè l’evento in cui le squadre di NBA selezionano i nuovi giocatori (dal campionato universitario statunitense o dai campionati stranieri). Come primo giocatore selezionò il diciottenne Cooper Flagg, uno dei giocatori più attesi e promettenti arrivati in NBA dai tempi di LeBron James.
Anche alla luce di questo, i Mavericks hanno iniziato la stagione con buone aspettative. Flagg veniva ritenuto già pronto – fisicamente, ma anche caratterialmente – per un ruolo da protagonista in NBA, Davis sembrava del tutto ristabilito e Thompson non aveva subìto infortuni nella stagione precedente. Solo Irving sarebbe stato indisponibile, e lo sarà fino a gennaio. Non ci si aspettava che fossero una squadra dominante, ma nemmeno così in difficoltà.
Oggi invece per esempio sono la squadra peggiore di tutte per canestri da tre segnati. È una cosa abbastanza compromettente in NBA, dove in attacco si fa sempre più affidamento sul tiro da tre; e molto strana per Dallas, perché Thompson è uno dei migliori tiratori di sempre. Uno dei problemi è l’assenza di un playmaker forte, cioè un giocatore che sappia gestire e passare bene la palla. Quel ruolo – che era di Doncic e di Irving – ora è di D’Angelo Russell, che però non è a quel livello. Anche Flagg sta faticando un po’ più del previsto a imporsi.
È abbastanza evidente insomma che ai Mavericks manchi uno come Doncic e che scambiarlo sia stato un errore. Soprattutto se si guarda a quello che sta facendo lui stesso con i Lakers: ha iniziato la stagione alla grande, con una media di circa 37 punti a partita, 9 assist e 9 rimbalzi. Al contrario di Dallas, i Lakers hanno perso solo 3 partite su 11.
Secondo molti esperti, il licenziamento di Nico Harrison – richiesto da tempo dai tifosi, con tanto di cartelli – era la soluzione più immediata per provare a svoltare la stagione. Per The Athletic, anzi, fu un errore assumerlo nel 2021. Prima di allora Harrison non aveva mai lavorato in NBA ed era stato preso principalmente perché, avendo lavorato per Nike, conosceva bene molti giocatori della lega.
Durante l’ultima partita dei Mavericks, i tifosi urlavano “Fire Nico!” cioè “Licenziate Nico!”
Harrison prese alcune buone decisioni – dopotutto, nel 2024 i Mavericks tornarono fino alle finali – ma commise anche qualche errore, oltre a quello scambio. Nel 2022, per esempio, scelse di non rinnovare il contratto di Jalen Brunson, che oggi con i New York Knicks è uno dei migliori playmaker della lega. In generale, secondo il giornale specializzato The Ringer, Harrison si è sempre focalizzato troppo sull’ottenere risultati in fretta, un approccio controproducente soprattutto ora che la priorità dovrebbe essere costruire con calma una squadra attorno a Cooper Flagg.
Mancano comunque più di 70 partite alla fine. E anche se Dallas non ha una squadra completa come altre, ci sono stati alcuni segnali incoraggianti nelle ultime partite. Flagg, che sta migliorando lentamente, è stato anche provato come playmaker e non è andato male. È probabile che la “ricostruzione” della squadra intorno a lui inizierà già questa stagione: il sostituto di Harrison, però, non è ancora stato deciso.



