Per le squadre di calcio di Genova è un pessimo momento
Genoa e Sampdoria sono rispettivamente ultime in Serie A e in Serie B

Per le squadre di Genova la stagione calcistica è iniziata molto male. Il Genoa non ha vinto nessuna delle nove partite di Serie A che ha giocato finora, ha fatto solo quattro gol e ha da poco esonerato l’allenatore francese Patrick Vieira (che sarà sostituito temporaneamente dall’ex calciatore genoano Domenico Criscito insieme a Roberto Murgita). La Sampdoria, che gioca in Serie B, ha nominato pochi giorni fa il suo sesto allenatore in due stagioni. Il Genoa è all’ultimo posto in Serie A, la Sampdoria è ultima in classifica in Serie B.
Il Genoa – che ha al momento una partita in meno rispetto a quasi tutte le altre squadre di Serie A – rischia di retrocedere in Serie B, dove non gioca dal 2022-2023. La Sampdoria, che domenica ha perso 1-0 contro il Mantova (che era a sua volta ultima in classifica), è in Serie B dal 2023 e per il secondo anno di fila rischia di retrocedere in Serie C, il terzo livello del calcio italiano maschile, dove non ha mai giocato.
Sampdoria e Genoa sono due delle società più storiche e prestigiose del calcio italiano. Il Genoa fu fondato nel 1893, è la squadra italiana più antica ancora in attività e una delle più vincenti, pur non vincendo un campionato da oltre un secolo. La Sampdoria, fondata nel 1946, fu invece una squadra fortissima tra gli anni Ottanta e Novanta, in cui vinse uno Scudetto e quattro Coppe Italia. Arrivò pure in finale di Coppa dei Campioni, il più importante torneo europeo di calcio per club (oggi si chiama Champions League).

Gianluca Vialli e Roberto Mancini, i due migliori giocatori della Sampdoria degli anni Ottanta e Novanta, nel 1991 (Alessandro Sabattini/Getty Images)
Tra il 2012 e il 2022 entrambe le squadre di Genova giocarono in Serie A bene e con continuità, partecipando persino a qualche coppa europea. Negli ultimi quattro anni, però, Genoa e Sampdoria hanno perso questa continuità, seppur in modo diverso. Il Genoa retrocesse in Serie B nel 2022, ci giocò una sola stagione e riuscì subito a tornare in Serie A, dove ha ottenuto risultati discreti: prima che da Vieira, tra il 2022 e il 2024 era stata allenata dall’ex attaccante Alberto Gilardino. Prima del brutto inizio di questa stagione erano stati insomma anni relativamente tranquilli, con un 11° e un 13° posto.
Alla Sampdoria, invece, è andata peggio. Nel 2023 retrocesse in Serie B e nonostante grandi ambizioni e grandi spese l’anno scorso arrivò al terzultimo posto. Sarebbe dovuta retrocedere in Serie C, ma una penalizzazione del Brescia da parte del tribunale federale le permise di giocare e vincere contro la Salernitana lo spareggio per rimanere in B.
All’origine di questi risultati sportivi sta, in entrambi i casi, una confusa gestione societaria. Negli ultimi quattro anni il Genoa ha avuto tre proprietari diversi. Nel 2021 Enrico Preziosi (fondatore dell’omonima azienda di giocattoli) vendette la squadra, molto indebitata, al fondo statunitense 777 Partners. Dopo due anni molto ambiziosi, 777 Partners fallì e alla fine del 2024 (cioè durante la scorsa stagione) l’imprenditore rumeno Dan Șucu divenne il nuovo proprietario di maggioranza del Genoa.
Per ora questa cessione non sembra aver avuto un rilevante effetto positivo. I debiti del Genoa si sono abbassati ma rimangono alti e quest’estate la squadra ha venduto due dei suoi giocatori migliori – il belga Koni De Winter al Milan e il nigeriano Honest Ahanor all’Atalanta – senza rinforzare notevolmente la squadra, com’era successo già l’anno scorso. Per capirci, questa estate il Genoa ha speso “solo” 500mila euro, che nel calcio è molto poco. Non a caso, insieme a Vieira è stato esonerato anche il direttore sportivo Marco Ottolini, cioè quello che si occupava di comprare e vendere i calciatori.

La squadra del Genoa di fronte ai tifosi dopo la sconfitta con la Cremonese, 29 ottobre 2025 (Simone Arveda/Getty Images)
In questi due anni la Sampdoria, invece, ha speso molto di più (per una squadra di Serie B, almeno) ma con risultati peggiori. Dopo aver rischiato di fallire per colpa della precedente gestione di Massimo Ferrero, nel 2023 la squadra – anch’essa molto indebitata – fu acquistata dagli investitori Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi, l’attuale presidente. Di fatto, però, il principale finanziatore del club è Joseph Tey, imprenditore di Singapore.
Soprattutto dalla scorsa stagione la nuova proprietà si mostrò molto ambiziosa. Pur rispettando i limiti imposti dalla situazione finanziaria di una società non ancora del tutto stabile, la Sampdoria prese i migliori attaccanti della precedente stagione di Serie B e la somma degli stipendi dei giocatori e dell’allenatore era la seconda più alta di tutto il campionato. Eppure la stagione andò malissimo, con molti cambiamenti a stagione in corso. Furono soprattutto i problemi del Brescia più che i meriti della squadra ligure, insomma, a evitare alla Sampdoria la retrocessione in Serie C.
Anzi, la gestione societaria sembrava davvero confusa. Chi segue le questioni della Sampdoria, l’anno scorso accusava spesso i dirigenti di non rispettare i propri ruoli.

Le due squadre di Genova e i rispettivi tifosi sono rivali da tempo. I tifosi del Genoa l’anno scorso festeggiarono per la retrocessione in Serie C della Sampdoria, poi revocata, 17 maggio 2025 (Simone Arveda/Getty Images)
Quest’anno sono cambiati chi gestisce il mercato, chi allena la squadra e pure molti calciatori. La Sampdoria è anche stata, di nuovo, una delle squadre di Serie B ad avere speso di più durante il calciomercato (8,68 milioni di euro). Eppure la confusione societaria è rimasta. Dopo le tre sconfitte con cui la Sampdoria aveva iniziato il campionato, Filippo Grimaldi della Gazzetta dello Sport aveva fatto notare che «non è usuale avere due uomini che guidano l’area del mercato e parlano due lingue diverse, anche a livello di approccio alle scelte». I “due uomini” sono il dirigente danese Jesper Fredberg e il direttore sportivo Andrea Mancini.
Il giornale genovese Secolo XIX si è chiesto invece se le difficoltà economiche e sportive di Sampdoria e Genoa non siano il riflesso della crisi che sta vivendo la città di Genova:
È segno di un declino economico del capoluogo ligure? E davvero non esistevano alternative locali in una città di grandi patrimoni, potenti industriali, colossi portuali? Oppure è l’impronta antica di una città che già nel Medioevo aveva la necessità di affidarsi a podestà stranieri per evitare che si scatenasse l’eterna guerra civile tra le fazioni e le famiglie della Repubblica? Se fosse così, il calcio del derby permanente sarebbe la metafora di una città divisa più o meno a metà su tutto. Il centrodestra contro il centrosinistra, l’industria contro il porto, il Levante contro il Ponente. Fino all’inevitabile paralisi.
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Il Genoa giocherà la prossima partita di Serie A lunedì alle 18:30 contro il Sassuolo: una vittoria (che sarebbe la prima di questa stagione) potrebbe permettere alla squadra di andare a pari punti con il Pisa, una neopromossa al quartultimo posto.
La Sampdoria, invece, giocherà la prossima partita di Serie B l’8 novembre alle 19:30 contro il Venezia, una delle squadre più forti del suo campionato.



