Il piacere di guardare case che non compreremo

Quello su cui si basa il successo di “Casa a prima vista” e di altri programmi a tema immobiliare nati di recente

Ida Di Filippo, Gianluca Torre e Mariana D'Amico (Stefania D'Alessandro/Getty Images)
Ida Di Filippo, Gianluca Torre e Mariana D'Amico (Stefania D'Alessandro/Getty Images)
Caricamento player

I video che iniziano con «Seguimi, oggi ti porto…» sono diventati familiari a chi guarda contenuti a tema immobiliare su Instagram e TikTok, così come a chi guarda programmi sul tema in televisione. A pronunciarla infatti è Gianluca Torre, agente immobiliare che a partire dalla partecipazione al programma Casa a prima vista, in onda dal 2023 su Real Time, è diventato un personaggio molto noto anche sui social, dove posta con regolarità video in cui fa vedere appartamenti.

Ma Casa a prima vista e i video di Gianluca Torre non sono gli unici prodotti di intrattenimento a tema immobiliare che hanno cominciato ad avere un buon successo negli ultimi anni. A partire dalla pandemia, infatti, quando la casa è diventata per molti un tema di maggior interesse, anche la televisione ha cominciato a parlarne di più e a dare meno spazio a programmi di viaggi e avventure. I lockdown prima, e poi l’aumento dei prezzi degli affitti e delle case (soprattutto nelle grandi città), hanno reso il momento del “cercare casa” più centrale e a suo modo appassionante.

Il format di Casa a prima vista era stato inventato in Francia nel 2015 e poi adattato in altri paesi. Nel 2023 è stato portato in Italia da Warner Bros e si è concentrato sul mercato immobiliare di Milano e Roma: le case di Milano sono proposte da Torre e da altre due agenti immobiliari (Ida Di Filippo e Mariana D’Amico), mentre quelle di Roma da Blasco Pulieri, Nadia Mayer e Corrado Sassu. Ogni puntata inizia con un videomessaggio da parte di clienti alla ricerca di una casa: le richieste sono di solito molto specifiche e includono preferenze per la zona, il tipo di appartamento, il numero di stanze e il budget. Ciascun agente propone un’opzione al cliente, che dopo averle viste dovrà scegliere quella che preferisce.

Dopo il successo di Casa a prima vista, Real Time ha investito in programmi dello stesso genere. Ha unito due dei suoi format più popolari, Cortesie per gli ospiti e Casa a prima vista, creando Turisti per case, un programma in cui Gianluca Torre, Ida Di Filippo e l’influencer Tommaso Zorzi girano per gli Airbnb in Italia, valutandoli e raccontandoli. Quest’anno TV8, un canale che nell’ultimo anno ha puntato molto sull’intrattenimento, ha inserito nel suo palinsesto Casa contro casa, pensato per acquirenti più ricchi: il programma ha un conduttore, il consulente immobiliare Fabrizio Zampetti, che dopo aver ascoltato le esigenze del cliente seleziona tre proprietà di lusso tra cui scegliere.

Casa a prima vista funziona per tanti motivi, uno dei quali è che a differenza di format simili del passato – come Agenzia di famiglia: immobili di lusso o le rubriche di Vogue sulle case degli attori – qui i protagonisti sono persone comuni e le case non sono di lusso. Anche se molti degli appartamenti mostrati hanno prezzi che la maggior parte delle persone non potrebbe permettersi, l’idea di presentarle all’interno di una comune ricerca di casa rende le puntate coinvolgenti.

Secondo Beatrice Dondi, critica televisiva dell’Espresso, programmi come Casa a prima vista hanno trovato un modo «insieme realistico e consolatorio» per raccontare la necessità di cercare casa in questi anni. «L’espediente è quello di farti partecipare a qualcosa che non è plausibile per te, ma che rappresenta comunque una parte inevitabile della tua vita» dice. È un po’ lo stesso motivo per cui funzionano su TikTok i video di persone comuni di New York che mostrano i loro piccoli appartamenti arredati con cura e con affitti da migliaia di dollari.

La televisione, poi, vive di ondate, dice Dondi: «c’è stata quella dei matrimoni e degli abiti da sposa, e ora quella del mattone». Il grande precedente di Casa a prima vista era stato Cerco casa disperatamente, condotto da Paola Marella, che in ogni puntata mostrava ai clienti tre immobili tra cui scegliere. Anche in quel caso l’episodio si concludeva con la decisione finale dell’acquirente.

In Casa a prima vista una parte la fa anche lo stile degli agenti immobiliari, che inscenando gag e siparietti sono diventati personaggi riconoscibili anche fuori dal programma. Chi ha sfruttato maggiormente questa notorietà è stato appunto Torre, che ha uno stile piuttosto distintivo: comincia i suoi video sempre da fuori, si fa sempre riprendere da davanti e talvolta cammina indietreggiando per mantenere un costante contatto visivo con chi lo guarda dall’altra parte. Parla sempre alla seconda persona singolare come se stesse facendo una visita privata. Le osservazioni che fa, positive o negative che siano, sono spesso molto enfatiche. Torre non parla di soggiorno ma di “zona living”, non ci sono bilocali o trilocali ma solo “bilo e “trilo”.

Questi programmi hanno insegnato al pubblico un nuovo modo di guardare e di parlare delle case: l’esposizione, i bagni, la disposizione delle stanze sono diventati elementi di discussione comune. Per chi li segue, cioè tantissime persone, ora l’espressione “comprare casa chiavi in mano” (cioè senza che ci sia bisogno di fare dei lavori di ristrutturazione) non è sconosciuta. Dondi fa notare come «la televisione rende domestico e quotidiano un linguaggio che altrimenti non verrebbe mai accettato. Si pensi all’impiego di termini tecnici o presi da altri ambiti, come “reazione di Maillard” nella cucina o “living” per indicare il soggiorno».