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  • Giovedì 2 ottobre 2025

L’abbordaggio israeliano della Global Sumud Flotilla, con le foto e i video

L'avvicinamento, le minacce, l'arrivo della Marina militare e l'arresto degli attivisti: e ora?

Un fermoimmagine dalla diretta delle barche della Flotilla durante l'intercettazione israeliana (@GlobalSumudFlotilla / YouTube)
Un fermoimmagine dalla diretta delle barche della Flotilla durante l'intercettazione israeliana (@GlobalSumudFlotilla / YouTube)
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Fra mercoledì e giovedì Israele ha bloccato in acque internazionali la Global Sumud Flotilla, l’iniziativa civile composta da una quarantina di barche che aveva l’obiettivo di rompere il blocco navale israeliano intorno a Gaza e portare lì cibo e altri beni essenziali, facendo intanto pressione politica sul governo israeliano. Dal 2009 Israele impone sulle 20 miglia nautiche (circa 37 chilometri) davanti alla Striscia un blocco navale totale che è considerato illegale da molte organizzazioni internazionali ed esperti. Israele controlla anche tutti i confini di terra della Striscia e dall’inizio della guerra, a ottobre del 2023, ostacola e blocca in molti modi l’ingresso di tutti i beni di prima necessità per la popolazione palestinese.

Abbiamo raccolto i momenti più importanti dell’abbordaggio delle barche della Flotilla e di quello che è successo dopo, con le foto e i video.

L’avvicinamento
Mercoledì pomeriggio le barche della Flotilla erano entrate nella zona considerata “ad alto rischio”, cioè dove in passato le autorità israeliane avevano già bloccato altre iniziative simili, con metodi più o meno violenti. Le persone a bordo si aspettavano di essere intercettate, anche perché poche ore prima alcune navi non identificate, molto probabilmente israeliane, le avevano circondate temporaneamente.

Il primo avvistamento delle navi della Marina israeliana
Intorno alle 19, quando erano a circa 72 miglia (circa 130 chilometri) dalle coste di Gaza, alcune barche della Flotilla hanno segnalato la presenza di una ventina di navi in avvicinamento. Israele ha poi interrotto le comunicazioni tra le persone a bordo della Flotilla e quelle a terra, che da lì in poi sono state molto frammentate. Anche le telecamere a bordo della Flotilla che trasmettevano in diretta su YouTube hanno iniziato a funzionare male. 

Una grafica delle navi in avvicinamento pubblicata dal comitato della Flotilla su Telegram intorno alle 19:20

Poco prima che la connessione saltasse, l’arrivo della Marina militare israeliana era visibile anche dal video dell’Alma, la barca dove c’era Thiago Avila, uno dei membri del comitato direttivo della Flotilla. Un’altra barca, l’Aurora, ha comunicato che le navi israeliane si erano inserite fra quelle della Flotilla per impedirne la navigazione.

Un fermoimmagine dal video trasmesso dall’Alma

Il messaggio via radio
Israele ha contattato sul canale 16 VHF della radio, quello dedicato alle comunicazioni di emergenza, almeno una delle barche della Flotilla (l’Alma) chiedendo agli equipaggi di andare a consegnare gli aiuti umanitari al porto di Ashdod, nel sud di Israele, e avvisandoli che se avessero continuato a navigare in direzione di Gaza sarebbero stati arrestati. Gli attivisti a bordo dell’Alma hanno risposto che non si sarebbero fermati ed è cominciato l’abbordaggio da parte di Israele.

Qui sotto si vede lo stesso messaggio, ma registrato dal lato israeliano:

L’abbordaggio
Poco dopo le 20 è arrivata la conferma dell’abbordaggio della prima barca della Flotilla, la Sirius, e nel corso della notte l’esercito israeliano ha abbordato tutte le barche. Intanto le persone a bordo avevano indossato i giubbotti salvagente, si erano disposte sui ponti in attesa dell’arrivo dei militari israeliani e avevano buttato i loro telefoni in mare, tutte azioni previste dal protocollo della Flotilla.

I militari israeliani sono saliti sulle barche e hanno arrestato le persone a bordo. I militari a bordo si vedono anche in alcuni video trasmessi in diretta su YouTube o su altri social.

Diverse barche sono state colpite con cannoni ad acqua, con l’obiettivo di rallentarle fino a farle fermare, ma per ora non ci sono notizie di feriti.

«Se stai vedendo questo video è perché Israele ci ha arrestati illegalmente»
In un momento in cui le comunicazioni con le barche erano molto frammentate, sono iniziati a uscire sui social media i video che i partecipanti alla missione avevano registrato in caso di arresto, come quello dell’ex sindaca di Barcellona, Ada Colau. Nelle ore successive il comitato organizzativo della Flotilla ha pubblicato anche le liste dei nomi delle persone che erano a bordo delle barche intercettate da Israele, e che quindi erano state arrestate.

L’arresto di Greta Thunberg e degli altri attivisti
L’esercito israeliano ha reso noto l’arresto degli attivisti più famosi a bordo della Flotilla, fra cui l’attivista svedese Greta Thunberg (che era già stata arrestata lo scorso luglio in una missione simile), dicendo che erano «al sicuro e in buona salute». In un video pubblicato dal ministero degli Esteri israeliano si vede Thunberg ricevere dell’acqua e una giacca da un militare.

Poche ore dopo sono state pubblicate altre foto in cui compariva, fra gli altri, Thiago Avila.

Il caso della barca Mikeno
Nella mattina di giovedì, mentre le ultime barche della Flotilla venivano intercettate, il tracker che mostrava la loro posizione segnalava che una di loro, la Mikeno, era riuscita a rompere il blocco ed entrare nelle acque territoriali di Gaza, ma dalla barca non arrivavano più comunicazioni. Non è chiaro se si sia trattato di un errore del sistema, o se la barca ci sia effettivamente riuscita, prima di essere intercettata. Il ministero degli Esteri israeliano ha detto che nessuna barca era riuscita a forzare il blocco navale e anche il comitato organizzativo della Flotilla ha messo in dubbio questa possibilità.

L’arrivo ad Ashdod degli attivisti arrestati
Intorno alle 12 di giovedì una grande nave della Marina militare israeliana è entrata nel porto di Ashdod con a bordo circa 400 persone arrestate, fra cui 40 italiane, seguite da una serie di navi più piccole e di alcune barche della Flotilla di cui l’esercito aveva preso il controllo. Nonostante non sia stato comunicato un numero preciso, si trattava di tutte o quasi tutte le persone che avevano preso parte alla Global Sumud Flotilla, che secondo gli ultimi dati degli organizzatori erano 443.

La nave della Marina militare israeliana con a bordo le persone arrestate che arriva ad Ashdod (ANSA/EPA/ATEF SAFADI)

La missione della Flotilla «è finita»
Alle 12:39 il ministero degli Esteri israeliano ha pubblicato un messaggio in cui diceva che la missione della Flotilla era «finita», sostenendo che nessuna delle barche era riuscita a rompere il blocco. Aveva aggiunto che avrebbe intercettato anche l’ultima barca ancora in navigazione che era rimasta indietro, la Marinette, se si fosse avvicinata ulteriormente. Nelle ore successive la Marinette però ha continuato a navigare verso la Striscia ed è stata intercettata venerdì mattina a circa 42 miglia nautiche dalle coste (circa 80 chilometri).

Nelle prossime ore le persone arrestate verranno identificate dalla polizia. Guardando a come Israele ha gestito in passato altre missioni simili a questa, è probabile che gli attivisti e le attiviste debbano scegliere tra due opzioni:

1) accettare l’espulsione volontaria: questo dovrebbe velocizzare i tempi, ma nel precedente tentativo di forzare il blocco navale era stato chiesto agli attivisti di firmare una dichiarazione in cui riconoscevano di essere entrati illegalmente in Israele;
2) rifiutare l’espulsione volontaria, e venire giudicati da un tribunale speciale del ministero dell’Interno israeliano, invece che da uno ordinario. Questo allungherebbe i tempi. Otto dei 12 attivisti fermati a luglio avevano rifiutato ed erano stati incarcerati.

In passato Israele aveva trattato queste situazioni come casi di immigrazione irregolare, ma secondo i media israeliani stavolta le persone arrestate dovrebbero essere portate in una prigione ad alta sicurezza che di solito non viene usata per le persone migranti: quella di Ketziot, nel deserto del Negev nel sud di Israele, che è nota per le condizioni particolarmente dure a cui sono sottoposti i detenuti. I governi dei paesi di provenienza degli attivisti, tra cui l’Italia, si sono già mobilitati per fare in modo che rientrino il più rapidamente possibile.

Le manifestazioni a sostegno della Flotilla, in Italia e nel mondo
A partire da mercoledì sera in diverse città italiane e del mondo si sono tenute manifestazioni a sostegno della Flotilla e contro l’operazione israeliana, considerata da molti illegale poiché avvenuta in acque internazionali e a protezione di un blocco navale ampiamente considerato come illegittimo.

Firenze, 1° ottobre 2025 (ANSA/ALESSANDRO BARTOLINI)