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  • Mercoledì 1 ottobre 2025

Miglia nautiche, nodi e acque internazionali

Un piccolo glossario per non arrivare impreparati alle discussioni delle prossime ore sulla Global Sumud Flotilla

Una barca della Global Sumud Flotilla in partenza per la Striscia di Gaza dal porto di Tunisi, in Tunisia, il 9 settembre 2025 (AP Photo/Anis Mili/LaPresse)
Una barca della Global Sumud Flotilla in partenza per la Striscia di Gaza dal porto di Tunisi, in Tunisia, il 9 settembre 2025 (AP Photo/Anis Mili/LaPresse)
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Con tutta probabilità nelle prossime ore le barche della Global Sumud Flotilla saranno intercettate dalle forze armate israeliane mentre cercano di raggiungere le coste della Striscia di Gaza, dove l’arrivo della flotta sarebbe previsto per le prime ore di giovedì. Da quando la missione è iniziata e specialmente negli ultimi giorni è diventato più comune sentire e usare termini poco famigliari ai più, come “nodo”, “zona ad alto rischio” e “acque internazionali”. Li abbiamo raccolti e spiegati brevemente qui sotto, mentre trovate gli aggiornamenti sulla Flotilla man mano che arrivano in un liveblog.

Nodo: è un’unità di misura per definire la velocità in certi contesti, come in mare. Corrisponde a un miglio nautico all’ora. Le barche della Flotilla stanno viaggiando verso la Striscia di Gaza a una velocità di circa 5 nodi, ossia a poco più di 9 chilometri orari (è la velocità di una persona che pedala piano in bicicletta).

Miglio nautico: equivale a 1,852 chilometri ed è quindi più lungo del miglio “di terra”, che equivale a 1,61 chilometri. In questo momento le barche della Flotilla si trovano a 90 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza, quindi circa 170 chilometri. È più o meno il punto in cui lo scorso luglio era stata intercettata la Madleen, la prima delle due barche della Freedom Flotilla Coalition. La seconda barca, la Handala, era stata fermata a 57 miglia dalla costa.

Un fermoimmagine dal sito della Global Sumud Flotilla in cui si possono vedere, fra le altre cose, la posizione e la velocità delle barche in viaggio

Zona ad alto rischio: è una definizione che non si trova nel diritto internazionale. Gli organizzatori della Global Sumud Flotilla usano questa espressione per individuare il tratto di mare in cui potrebbero essere intercettati dall’esercito israeliano. È un’area in acque internazionali e in cui le missioni simili (recenti e non) erano state a loro volta bloccate da Israele.

Inizia indicativamente a partire dalle 100 miglia nautiche dalla costa. Nei giorni scorsi era stata considerata una zona a rischio anche quella a partire dalle 150 miglia dalle coste di Gaza: è il punto in cui la fregata della Marina militare italiana inviata dal governo ha smesso di seguire la Flotilla, temendo che potesse essere intercettata da un momento all’altro. Nei pressi di quest’ultimo tratto di mare nelle prime ore di mercoledì la Flotilla è stata circondata da alcune navi militari non identificate, probabilmente appartenenti alla Marina israeliana, che però dopo poco se ne sono andate.

Acque internazionali: iniziano a 12 miglia nautiche di distanza (quindi circa 22 chilometri) dalla costa di ogni paese; sono un luogo fuori dalla giurisdizione degli stati e in cui vige principalmente il diritto del mare, una branca del diritto internazionale. Israele ha sempre intercettato le missioni simili a quelle della Global Sumud Flotilla in acque internazionali, sostenendo di poterlo fare perché quelle barche avevano espressamente detto di voler forzare il suo blocco navale sulla Striscia di Gaza.

Il diritto del mare però prevede che solo in casi estremamente gravi – traffico di persone in condizione di schiavitù, pirateria e trasporto di sostanze stupefacenti – un certo stato possa fermare una barca in acque internazionali (potete trovare una spiegazione più lunga qui).

Blocco navale: le acque di fronte alla Striscia di Gaza sarebbero sotto il controllo palestinese, ma dal 2009 Israele ha imposto sull’area un blocco navale che arriva fino a 20 miglia dalla costa. Nella pratica ha circondato l’area con le sue navi militari e impedisce a chiunque di entrare e uscire. Molti governi, organizzazioni, attivisti e giuristi considerano il blocco illegale, e anche per questo sostengono che Israele non abbia il diritto di bloccare le barche della Flotilla.

– Leggi anche: Storia del blocco navale della Striscia di Gaza