Per vincere i Mondiali, Mattia Furlani ha fatto due passi in più
Letteralmente: li ha aggiunti alla sua rincorsa prima del salto in lungo, e i risultati si sono visti prima di quanto sperasse
di Gianluca Cedolin

Nella storia solo dodici atlete e atleti italiani hanno vinto una medaglia d’oro ai Mondiali di atletica leggera. L’ultimo in ordine di tempo, e il più giovane tra loro, è il ventenne Mattia Furlani, che mercoledì ha vinto la gara di salto in lungo con un salto da 8,39 metri, superando di 5 centimetri il giamaicano Tajay Gayle e di 6 il cinese Shi Yuhao. Lo scorso marzo Furlani aveva vinto la medaglia d’oro anche ai Mondiali indoor, quelli che si tengono al chiuso. Dopo questi risultati non è esagerato dire che Furlani sia il miglior saltatore in lungo al mondo, in questo momento.
È una cosa rara a vent’anni, in una disciplina che richiede grandi abilità tecniche e fisiche, nella quale in genere si eccelle intorno ai 25 anni: Furlani è il più giovane vincitore di sempre nel salto in lungo ai Mondiali. La costanza di rendimento ad alti livelli che ha ormai raggiunto è ancor più impressionante se si considera che dall’inizio di quest’anno ha modificato la sua rincorsa, aggiungendo 2 passi. Ne faceva 16, ora ne fa 18.
Il cambiamento è stato deciso assieme alla sua allenatrice Kathy Seck (ex velocista e anche madre di Furlani) per consentirgli di arrivare ancor più lanciato al momento dello stacco. L’obiettivo è esaltare una delle migliori caratteristiche di Furlani, la sua velocità, visto che arriva a una velocità di corsa di circa 40 chilometri orari. Rincorsa, stacco e volo sono fasi molto diverse ma collegate tra loro, e cambiare la prima delle tre può avere evidenti ripercussioni – non solo positive – su tutto il salto. Altri saltatori fanno già 18 o anche 20 passi nella rincorsa, mentre alcuni puntano su una rincorsa più breve per concentrare in meno passi la potenza.
Agli Europei indoor di inizio anno, la prima gara importante fatta con la nuova rincorsa, Furlani arrivò secondo saltando “solo” 8,12 metri, e alla fine della gara disse di aver «litigato con la rincorsa». Parlò però di un «progetto a lungo termine», lasciando intendere che l’obiettivo fosse migliorare con calma. Allenare e automatizzare la nuova rincorsa non è semplice, e non è un caso che Furlani abbia deciso di cambiarla dopo l’anno olimpico (nel 2024 vinse il bronzo a Parigi) e tre anni prima delle prossime Olimpiadi, quelle di Los Angeles 2028, alle quali è probabile che arriverà da favorito.
Anche nella finale dei Mondiali appena vinti ha avuto qualche problema nel prendere le misure alla pedana: ha fatto due nulli (ha cioè superato la linea di battuta) abbastanza evidenti al primo e al terzo tentativo, e saltato 8,13 metri al secondo. Col passare della gara però, e quando gli avversari avevano già ottenuto misure notevoli, ha aggiustato la rincorsa, saltando 8,22 metri al quarto tentativo e 8,39 metri al quinto: un centimetro in più del suo miglior salto di sempre. In una finale molto competitiva, con quattro atleti che hanno saltato almeno 8,30 metri, ha dimostrato di avere una grande capacità di dare il meglio di sé nei momenti di massima pressione.

(Matthias Hangst/Matthias Hangst)
Secondo Claudio Mazzaufo, per anni responsabile del settore Salti della Federazione italiana di atletica leggera (Fidal) e oggi consulente del direttore tecnico, Furlani «deve migliorare nella ritmica della rincorsa», cioè renderla più armonica con il resto del salto. «È come se aggiungi note a una canzone: devi imparare di nuovo a suonarla», spiega Mazzaufo. È anche per questo che Furlani dallo scorso anno a questo non ha migliorato in modo evidente le sue misure (vinse il bronzo olimpico con 8,34 metri), e però è notevole che in un periodo di cambiamento sia riuscito a vincere due medaglie d’oro ai Mondiali: «Partiamo dal presupposto che Furlani è un campione e un atleta unico nel suo genere: non ci sono, oggi o in passato, saltatori paragonabili a lui».
Furlani ha in effetti diverse doti fisiche e tecniche che lo rendono un saltatore abbastanza eccezionale (oggi solo in lungo, ma fino a qualche anno fa anche in alto: agli Europei under 18 del 2022 vinse l’oro in entrambe le discipline). «Ha un eccezionale rapporto peso-potenza», cioè è leggerissimo eppure molto forte, «e poi è velocissimo, ma di una velocità funzionale al salto in lungo», raccontava già nell’aprile del 2024 Mazzaufo.
La rincorsa non è l’unica cosa che ha cambiato per saltare più lontano: col tempo aveva già modificato la sua fase di volo, cominciando a fare il tre e mezzo, cioè a muovere le gambe, una volta staccatosi da terra, facendo tre passi e mezzo in aria, prima di raccogliersi e atterrare. Non è l’unica tra le tecniche impiegate dai saltatori d’élite, ma è quella più congeniale al suo modo di saltare tanto esplosivo quanto leggiadro. «Se si guarda un salto di Mattia, si vede che continua a correre in aria», diceva Mazzaufo.
In due stagioni nelle quali era lecito aspettarsi tutt’al più che iniziasse ad affermarsi tra i migliori saltatori al mondo, Furlani è riuscito a vincere una medaglia in ogni competizione internazionale (Europei ed Europei indoor, Mondiali e Mondiali indoor, Olimpiadi) e nel frattempo a lavorare sul miglioramento di vari aspetti tecnici e fisici. Se riuscire a saltare più di otto metri è già di per sé una cosa fuori dal comune, aggiungere quei dieci, venti centimetri in più per primeggiare è ancor più difficile, richiede tanto allenamento e attenzione ai dettagli.
È difficile dire dove possa arrivare Furlani e per il momento piuttosto utopistico (oltre che poco sensato) pensare che possa raggiungere le misure di Mike Powell e Carl Lewis, che alla finale dei Mondiali del 1991 di Tokyo saltarono entrambi oltre gli 8,90 metri. Le circostanze però fanno pensare che prima o poi, con più esperienza, un fisico più sviluppato e maggior familiarità con la nuova rincorsa, possa battere il record italiano, gli 8,47 metri di Andrew Howe, e andare oltre 8,50, forse 8,60 metri. «Già stasera [il giorno della finale Mondiale] se non ci fossero stati 34 gradi con l’80 per cento di umidità poteva arrivare a 8,50», dice Mazzaufo, evidenziando come le condizioni climatiche non abbiano agevolato i saltatori.
Lo stesso Furlani sembra credere molto nelle sue possibilità future: «Sono ottimista, il futuro è luminoso, voglio cercare di rimanere sano e lavorare passo passo, per me è bellissimo aver reso questo la mia vita», ha detto, commosso, alla fine della gara, facendo vedere anche quanto ci tenga a continuare a migliorare.



