Con Gianmarco Pozzecco l’Italia del basket non si è mai annoiata
L'esuberante allenatore della Nazionale maschile, che si è dimesso ieri, ha creato un gruppo molto unito, ma poco vincente

Domenica sera, dopo l’eliminazione dell’Italia dagli Europei maschili di basket, Gianmarco Pozzecco ha detto che smetterà di essere l’allenatore della Nazionale. Ex playmaker e vincitore da giocatore di una medaglia d’argento alle Olimpiadi del 2004, Pozzecco allenava la Nazionale dal giugno del 2022: in questi tre anni è riuscito a creare un grande affiatamento tra i giocatori e ottenere qualche importante vittoria contro squadre di valore, ma non ha vinto nessun trofeo internazionale (comunque una cosa difficile e non comune per l’Italia del basket).
L’intervista con cui ha annunciato le dimissioni, arrivata dopo che l’Italia era stata eliminata agli ottavi di finale dalla Slovenia, è una buona sintesi del tipo di allenatore che è stato: sopra le righe, legatissimo ai suoi giocatori e al suo ruolo, e molto emotivo (secondo alcuni troppo, visto il suo ruolo).
«Non me ne frega un cazzo di che tipo di allenatore sono stato. […] Non me ne frega un cazzo di cosa pensiate di me: nella mia vita da allenatore mi concentro sui giocatori e oggi sono triste non perché abbiamo perso la partita, ma perché li ho visti soffrire».
Da un certo punto di vista Pozzecco è stato un allenatore carismatico, capace di dare sicurezza ai suoi giocatori; dall’altro è sembrato spesso nervoso, non in grado di mantenere del tutto il controllo dei suoi atteggiamenti. In questi Europei, contro la Bosnia è stato espulso 48 secondi dopo l’inizio del secondo tempo, dopo essere entrato in campo per sgridare un suo giocatore. E contro la Georgia ha chiamato un timeout (una pausa, usata dagli allenatori per poter parlare con i giocatori) in cui, per l’emozione, faticava a dire una frase di senso compiuto, una cosa che può diventare un problema in un momento così delicato della partita.
Timeout che è già diventato la base di tanti meme
Pozzecco ha sempre giocato e allenato con un approccio e un trasporto fuori dal comune, dovendo in parte fare i conti con il ruolo che si era creato, e che lui stesso ha mantenuto e alimentato in molte interviste, ed è stato spesso richiesto e apprezzato per i suoi aneddoti e per come li sa raccontare. Sia da giocatore che da allenatore è riuscito comunque a ottenere ottimi risultati.
Pur essendo alto appena 1 metro e 80 centimetri, tra gli anni Novanta e Duemila fu uno dei cestisti italiani più forti, vincitore di due campionati di Serie A e dell’argento olimpico. Già allora mostrava un agonismo straordinario: ha raccontato che durante una partita prese in giro Michael Jordan, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi.
Anche dopo che nel 2012 iniziò a fare l’allenatore ci mise poco a distinguersi: già nel 2014, mentre era alla Pallacanestro Varese, fu espulso durante una partita e reagì strappandosi la camicia. In quel caso, così come altre volte nella sua carriera da allenatore, capitò che fosse uno dei suoi giocatori a cercare di calmarlo.
Le prime vittorie da allenatore arrivarono nel 2019, quando con la Dinamo Sassari – una squadra che prima di lui era piuttosto in difficoltà – vinse la Supercoppa italiana, la FIBA Europe Cup (un torneo europeo minore) e raggiunse la finale del campionato.
Divenne commissario tecnico (di fatto allenatore) della Nazionale nel 2022, tra molte perplessità: sostituiva Romeo Sacchetti, l’apprezzato allenatore che aveva riportato la Nazionale alle Olimpiadi dopo 17 anni di assenza, ed era considerato un tecnico con poca esperienza internazionale, più noto per la sua esuberanza che per le vittorie.

Gianmarco Pozzecco durante la sua presentazione come nuovo commissario tecnico della Nazionale, 3 giugno 2022 (ANSA/MATTEO BAZZI)
In realtà, almeno nei primi mesi, il carattere vivace e istrionico di Pozzecco si rivelò un punto di forza per la Nazionale. Lo si notò già pochi mesi dopo la sua nomina, quando agli Europei del 2022 l’Italia eliminò a sorpresa la Serbia, vicecampione d’Europa.
In quella partita Pozzecco era stato espulso e aveva ricevuto molte critiche per aver lasciato la squadra senza la sua guida in un momento delicato. Tuttavia, quasi tutti i commentatori riconobbero poi che quella vittoria era stata possibile anche grazie ai suoi gesti plateali e spesso inspiegabili: con il suo approccio emotivo e coinvolgente era infatti riuscito a creare un gruppo coeso e affiatato, capace infine di battere un’avversaria tecnicamente e fisicamente superiore.
Nicolò Melli, uno dei migliori giocatori italiani di questi Europei e uno dei più legati a Pozzecco, ha riconosciuto al suo allenatore questa capacità di “fare gruppo” raccontando che ogni estate organizzava un raduno in montagna proprio per mantenere la Nazionale unita e motivata. Ciononostante, i risultati ottenuti da Pozzecco sono stati modesti e abbastanza al di sotto delle aspettative: l’Italia non è mai riuscita a conquistare una medaglia in un torneo importante, una cosa che manca dal 2004.
Dopo gli Europei del 2022, in cui l’Italia fu eliminata ai quarti, la Nazionale disputò infatti un buon Mondiale l’anno successivo, venendo però sconfitta ancora ai quarti dagli Stati Uniti. L’Italia ha poi fallito la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi del 2024.
Agli Europei la Nazionale non se l’è cavata male: ha vinto 4 partite su 5 in un girone molto tosto ed è arrivata seconda, difendendo bene grazie anche al grande senso di sacrificio richiesto da Pozzecco ai suoi giocatori. L’Italia però ha spesso faticato a trovare delle soluzioni efficaci in attacco e le azioni dopo i timeout – che di solito sono abbastanza cruciali – sono state poco produttive. Pozzecco è stato criticato anche per alcuni cambi, per aver scelto di puntare molto su giocatori esperti e che conosceva bene da anni, forse a scapito di alternative più giovani. Diverse critiche hanno riguardato per esempio i pochi minuti concessi al giovane Gabriele Procida.
Ma ci sono state anche difficoltà più strutturali, con cui Pozzecco c’entra relativamente. Per esempio, non ha potuto convocare due giocatori di talento come Donte DiVincenzo – che gioca in NBA e che aveva preso la cittadinanza italiana proprio per giocare l’Europeo, prima di ritirarsi per infortunio – o come il 19enne Dame Sarr, bloccato dall’università statunitense in cui giocherà dal prossimo anno.
L’assenza di DiVincenzo, abbastanza inaspettata, è stato forse il problema più grande da un punto di vista tattico, perché ha privato l’Italia di una guardia di ruolo molto forte (la guardia è quella che deve saper tirare bene per fare punti, in sostanza). È stata un grande limite per Pozzecco, che ha dovuto cercare altre soluzioni di gioco che però non sono state così efficaci.



