Ad alcuni ministri di Italia, Grecia e Malta è stato vietato l’ingresso in Libia orientale
Erano in visita ufficiale con una delegazione europea, dichiarata “persona non grata” dal governo di Bengasi

Martedì era prevista una visita in Libia orientale di tre ministri che si occupano di migrazione di tre paesi europei – Italia, Grecia e Malta – e del commissario europeo per la Migrazione, l’austriaco Magnus Brunner. La visita però è stata annullata perché all’arrivo della delegazione all’aeroporto di Benina, vicino a Bengasi, il governo separatista che controlla la Libia orientale l’ha dichiarata persona non grata: è una locuzione latina che significa “persona non gradita” e che viene usata nel linguaggio diplomatico per chiedere l’espulsione del rappresentante di un paese straniero.
Non si sa se la persona non grata in questione fosse l’intera delegazione o solo alcuni dei suoi componenti. In compenso Brunner e l’italiano Matteo Piantedosi, il greco Thanos Plevris e il maltese Byron Camilleri sono stati di fatto respinti e sono dovuti ripartire subito da Bengasi.
L’episodio è stato molto commentato in Italia e nelle istituzioni europee perché di fatto il governo di Bengasi ha riservato alle autorità europee lo stesso trattamento che i paesi europei applicano nei confronti dei migranti che cercano di entrare in Europa via mare, proprio con la collaborazione delle autorità libiche: impedire loro fisicamente di entrare nel proprio territorio.
Il comunicato del primo ministro della Libia orientale Osama Hammad
La Libia è divisa in due, con due governi in competizione tra loro: quello formalmente sostenuto dalla comunità internazionale è quello di Tripoli, che però non c’entra. A vietare l’ingresso nel paese è stato quello che controlla la parte est del paese, che fa capo al generale Khalifa Haftar.
La visita della delegazione aveva l’obiettivo di parlare con i due governi libici degli accordi sull’immigrazione per fermare con la violenza le partenze di migranti, non più così certi dopo le recenti tensioni e gli scontri armati in corso a Tripoli.
Prima di andare a Bengasi, la delegazione aveva fatto tappa proprio a Tripoli, dove aveva incontrato rappresentanti del governo riconosciuto dalla comunità internazionale e non c’erano stati intoppi.
Il governo orientale invece ha accusato la delegazione di aver violato le leggi del paese e di non aver rispettato le procedure d’ingresso per i diplomatici stranieri, sostenendo che avesse commesso «un chiaro superamento delle consuetudini diplomatiche». Fonti sentite dal Post dicono che la delegazione si sarebbe rifiutata di incontrare altri rappresentanti del governo di Haftar presenti in aeroporto, proprio per la questione del riconoscimento: la delegazione era titolata a incontrare solo Haftar, che però a quel punto avrebbe fatto saltare l’incontro. Anche Politico ha pubblicato una ricostruzione simile.
Per ora la Commissione Europea ha confermato di aver ricevuto la comunicazione del governo di Bengasi, e ha detto che la sta esaminando. Piantedosi nel frattempo è già rientrato a Roma. Almeno finora il governo di Haftar aveva avuto buoni rapporti con quello italiano, da cui ha ottenuto in questi anni una certa legittimazione politica.
– Ascolta “Globo”: Quanti governi ha la Libia?



