Trent’anni fa Christo e Jeanne-Claude impacchettarono il Reichstag

La sede del parlamento tedesco fu ricoperta da un tessuto argentato, in un'opera artistica che inevitabilmente coinvolse anche la politica

Una veduta aerea del Reichstag impacchettato
Una veduta aerea del Reichstag impacchettato (Wolfgang Volz © 1995 Christo and Jeanne-Claude Foundation)
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Trent’anni fa a Berlino terminò l’allestimento di una delle opere più celebri di Christo e Jeanne-Claude, tra i più importanti artisti contemporanei. Il 24 giugno del 1995 fu completamente impacchettato il palazzo del Reichstag, come veniva chiamato il parlamento tedesco fino alla fine del nazismo, per poi diventare Bundestag. L’opera fu il risultato di un lavoro più che ventennale: anni che servirono principalmente per convincere i politici ad autorizzarla. Resta probabilmente il progetto più famoso della coppia di artisti, che in Italia è associata soprattutto a The Floating Piers, la piattaforma galleggiante sul lago d’Iseo che aprì nel 2016.

Il Wrapped Reichstag – il titolo dell’opera, che significa appunto “il Reichstag impacchettato” – fu visitato da oltre 5 milioni di persone. L’allestimento era iniziato il 9 giugno e fu un’operazione enorme, che coinvolse 90 scalatori e 120 installatori. Furono utilizzati 100mila metri quadri di uno spesso tessuto in polipropilene (un materiale plastico riciclabile), con un rivestimento di alluminio che diede il colore argentato, e corde blu per una lunghezza totale di 15,6 chilometri, sempre in polipropilene. L’intero edificio restò impacchettato per due settimane, fino al 7 luglio del 1995.

Il Reichstag era stato scelto per ragioni anzitutto storiche e simboliche. L’opera fu ideata nel 1971, durante la Guerra fredda: «L’unico posto al mondo dove l’Est e l’Ovest si incontrassero in modo drammatico era Berlino», spiegò Christo in una delle sue ultime interviste (è morto nel 2020, sua moglie Jeanne-Claude nel 2009). Il clima di quell’epoca storica aveva inciso sulla sua biografia: Christo era nato in Bulgaria ma da giovane fuggì dal blocco comunista, passando prima dalla Cecoslovacchia e poi dall’Austria.

Oltre alla storia personale, c’entrava quella del palazzo. Il Reichstag, costruito nel 1894, era stato il parlamento sia dell’Impero tedesco sia della Repubblica di Weimar. Nel 1933 il suo incendio fu il pretesto per l’instaurazione del Terzo Reich. Da allora in poi rimase inutilizzato e il regime nazista di Adolf Hitler lo svuotò di ogni rilevanza democratica: tra il 1933 e il 1939 il parlamento si riunì solo una dozzina di volte, peraltro in un’altra sede (nel teatro Kroll, che fu riadattato). Durante la Seconda guerra mondiale fu quasi completamente distrutto: si concentrarono qui gli ultimi combattimenti e sul tetto fu scattata la foto della bandiera rossa, che divenne il simbolo della liberazione di Berlino e quindi della fine della guerra.

Nel secondo dopoguerra, quando se ne interessarono Christo e Jeanne-Claude, il palazzo del Reichstag non aveva ancora recuperato l’antica rilevanza, che ritrovò nel periodo immediatamente successivo all’“impacchettamento”. Era stato riaperto nel 1965 dopo una ristrutturazione. Negli anni ospitò mostre e alcune commissioni del parlamento della Germania Ovest, che però aveva sede a Bonn. Ricadeva nella zona Ovest della capitale tedesca e il Muro passava lì vicino. Nel 1999, quattro anni dopo l’allestimento di Wrapped Reichstag, finirono i lavori di ristrutturazione dell’architetto inglese Norman Foster e il palazzo, sormontato dall’attuale cupola di vetro, tornò a ospitare il parlamento tedesco.

Christo con il modello dell'opera, durante una conferenza stampa del 1994 a Berlino

Christo con il modello dell’opera, durante una conferenza stampa del 1994 a Berlino (Ansa)

Convincere i funzionari del parlamento tedesco ad accettare la proposta del Wrapper Reichstag fu snervante per Christo e Jeanne-Claude, e poi pure la burocrazia non fu una passeggiata. «Abbiamo lavorato con sei presidenti del Bundestag e ci hanno rifiutato per tre volte», disse Christo in un’intervista al Guardian. A lungo infatti la politica si oppose, nonostante la coppia di artisti autofinanziasse le proprie opere vendendo i bozzetti e i lavori preparatori. Wrapped Reichstag costò 15,3 milioni di dollari dell’epoca. Alla fine lo stallo si sbloccò grazie a un voto del parlamento, nel 1994, che la approvò a sorpresa: il cancelliere dell’epoca, Helmut Kohl dei Cristiano-Democratici (CDU, di centrodestra), era contrario e aveva cercato di dissuadere i deputati.

L’allora capogruppo della CDU, Wolfgang Schaüble, sostenne che impacchettare il Reichstag avrebbe «rischiato di polarizzare i tedeschi piuttosto che dividerli». In seguito si pentì di averlo detto. Furono molti altri i politici tedeschi che cambiarono idea, per via dell’entusiasmo suscitato dall’opera e della sua eccezionalità. Kohl si era rifiutato di inaugurarla ma, quando passarono le due settimane previste, molti dirigenti di vari partiti chiesero alla coppia di artisti di poterla prorogare. Christo e Jeanne-Claude furono inflessibili. Erano determinati a evitare che l’opera venisse sfruttata economicamente: tutte le loro installazioni sono state temporanee, costruite e poi smontate.

L'installazione luminosa per il trentennale dell'opera di Christo, sulla facciata del Bundestag, il 9 giugno

L’installazione luminosa per il trentennale dell’opera di Christo, sulla facciata del Bundestag, il 9 giugno (Adam Berry/Getty Images)

L’impacchettamento del Reichstag avvenne in un momento assai vivace per Berlino dal punto di vista architettonico. In quel periodo l’architetto italiano Renzo Piano stava lavorando alla riqualificazione di Potsdamer Platz; Norman Foster al progetto che avrebbe rinnovato il Bundestag e il francese Jean Nouvel alla facciata delle Gallerie Lafayette di Friedrichstraße, chiuse nel 2024. Per ricordare Wrapped Reichstag nelle sere dall’8 al 20 giugno la facciata dell’edificio è stata illuminata con un’installazione luminosa curata dal nipote di Christo, Vladimir Yavachev. Secondo il settimanale tedesco Zeit è stato un flop, nemmeno lontanamente paragonabile a ciò che fu trent’anni prima l’impacchettamento del Reichstag.

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