• Mondo
  • Mercoledì 11 giugno 2025

Un nuovo accordo su Gibilterra, cinque anni dopo Brexit

La gestione della frontiera dell’exclave britannica era uno dei pochi punti ancora in sospeso nei negoziati

Il confine tra la Spagna e il territorio britannico di Gibilterra, nel 2024 (Stefano Guidi/Getty Images)
Il confine tra la Spagna e il territorio britannico di Gibilterra, nel 2024 (Stefano Guidi/Getty Images)
Caricamento player

Mercoledì il Regno Unito, la Spagna e la Commissione Europea hanno annunciato di aver trovato un accordo sulla gestione delle frontiere a Gibilterra, un territorio britannico sulla costa meridionale spagnola. Dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, nel 2020, il rischio era che tra Gibilterra e la Spagna si creasse un “confine rigido”, ossia con vari controlli per regolamentare il passaggio di merci e persone. Dopo anni di negoziati, le parti hanno annunciato di aver risolto: tra Gibilterra e la Spagna verrà mantenuta la libera circolazione. L’accordo dovrebbe essere formalizzato nei prossimi giorni, e il governo britannico l’ha definito come «l’ultimo grosso tema» rimasto nei negoziati su Brexit.

Dal 2021 Gibilterra si trova in un limbo: è formalmente fuori dall’Unione Europea, ma fa parte di Schengen, cioè lo spazio europeo che prevede la libera circolazione delle persone e include 25 paesi dell’Unione più Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein. Questo significa concretamente che le persone provenienti dai paesi Schengen possono entrare liberamente nel territorio gibilterriano, mentre i britannici che arrivano dal Regno Unito devono continuare a usare il passaporto, perché il Regno Unito non fa parte di Schengen.

Il nuovo accordo prevede invece la rimozione di «tutte le barriere fisiche» tra la Spagna e Gibilterra, così come dei controlli su persone e merci che circolano nella zona. In particolare i controlli portuali e aeroportuali sui passeggeri saranno svolti da personale sia spagnolo che britannico, con un sistema simile a quello già in vigore per i treni Eurostar che vanno da Parigi a Londra (significa quindi che i passeggeri che arrivano dovranno sottoporsi a due controlli diversi). Sono stati anche presi accordi per i visti e misure speciali per la tassazione di alcuni beni, tra cui il tabacco, attualmente sottoposto a una tassazione molto bassa.

(Stefano Guidi/Getty Images)

Della gestione di Gibilterra dopo Brexit si è discusso parecchio. Al referendum del 2016 quasi il 96 per cento degli abitanti dell’exclave aveva votato per rimanere nell’Unione, temendo che l’uscita avrebbe creato grossi problemi all’economia locale. Anche la Spagna però ha sempre voluto evitare la creazione di un confine rigido, dato che la regione spagnola che circonda Gibilterra è molto povera e avrebbe subìto un duro colpo se i suoi abitanti non avessero più potuto spostarsi liberamente nell’exclave britannica per lavorare. Secondo gli ultimi dati, a maggio del 2025 c’erano più di 15mila lavoratori transfrontalieri, di cui 10mila spagnoli.

Gibilterra si estende su una superficie di circa 7 chilometri quadrati, in cui abitano circa 34mila persone. È controllata dal Regno Unito fin dal Settecento, quando fu occupata e trasformata in una fortezza e in una base navale con cui i britannici potevano controllare l’accesso all’intero mar Mediterraneo. La sovranità sull’exclave è sempre stata dibattuta tra Spagna e Regno Unito.