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  • Lunedì 9 giugno 2025

Il tentato omicidio del senatore colombiano è una storia piena di cose poco chiare

Il sospettato di aver sparato a Miguel Uribe è un 14enne che ha ammesso di essere stato pagato, ma non si sa da chi

Due donne accendono candele davanti all'ospedale in cui è ricoverato Miguel Uribe, 8 giugno 2025
Due donne accendono candele davanti all'ospedale in cui è ricoverato Miguel Uribe, 8 giugno 2025 (AP Photo/Ramon Espinosa)
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Il tentato omicidio del senatore Miguel Uribe Turbay è uno degli atti di violenza politica più gravi degli ultimi decenni in Colombia. È anche un caso che ha molti elementi eccezionali: del tentato omicidio è stato accusato un ragazzino di 14 anni (o 15, le fonti su questo sono contraddittorie) che ha ammesso di essere stato pagato per farlo. Il senatore è in terapia intensiva in condizioni gravissime, e non è chiaro se sopravviverà.

Miguel Uribe si trovava sabato pomeriggio a Bogotá, la capitale della Colombia, per un comizio elettorale nel quartiere di Modelia. Nel gergo politico locale Uribe è un precandidato del partito conservatore Centro Democratico per le elezioni presidenziali che si terranno il 31 maggio del 2026: significa che è uno dei vari politici che stanno cercando appoggi e consensi per ricevere la nomina di candidato ufficiale alla presidenza. Il comizio si teneva in un parco pubblico, su un palco improvvisato di fronte a poche decine di persone. Uribe aveva appena cominciato a parlare quando è stato colpito da tre proiettili, due alla testa e uno alla gamba.

È caduto immediatamente. Le sue guardie del corpo hanno cercato di caricarlo in auto tamponando le ferite, ma fortunatamente proprio in quel momento stava passando in zona un’ambulanza, che non si trovava lì per Uribe ma che l’ha immediatamente caricato e portato in ospedale. È probabile che la presenza dell’ambulanza gli abbia salvato la vita. Questo video mostra i momenti successivi agli spari (è piuttosto impressionante).

L'8 giugno 2025 a Bogotá si è tenuta una manifestazione a sostegno del senatore Miguel Uribe

L’8 giugno 2025 a Bogotá si è tenuta una manifestazione a sostegno del senatore Miguel Uribe (Mauricio Dueñas Castañeda/EPA)

La persona che secondo le indagini avrebbe sparato si è allontanata a piedi, immediatamente inseguita da alcuni poliziotti. Era un ragazzino di 14 anni, di cui ancora non si sa il nome. Aveva in mano una Glock 9mm, un’arma costosa e semiautomatica in dotazione tra gli altri alle forze speciali colombiane. Si è scoperto in seguito che la pistola era stata comprata in Arizona, negli Stati Uniti.

Il ragazzino ha provato a scappare a piedi, e quando si è accorto che era seguito si è girato e ha sparato agli agenti, senza colpirli. Quelli hanno risposto colpendolo a una gamba. Nel video qui sotto lo si vede mentre cerca di scappare zoppicando. Al secondo 17, quando ormai è fuori dall’inquadratura, lo si sente urlare: «Lo hice por plata, lo hice por mi familia, por favor!», che significa: «L’ho fatto per soldi, l’ho fatto per la mia famiglia, vi prego!».

Poco dopo agli agenti che lo avevano immobilizzato ha urlato: «Vi dico chi è stato, lasciate che vi dia i numeri». Dopo l’arresto è stato portato in ospedale per via della ferita alla gamba. Il ragazzo, secondo i giornali colombiani, vive in condizioni estremamente precarie: sarebbe orfano di madre e il padre vivrebbe in Europa.

Le indagini sono per ora piuttosto incerte. Da un lato sembra molto probabile che effettivamente il 14enne sia stato pagato per sparare a Uribe, ipotesi che ha ripreso anche lo stesso presidente colombiano Gustavo Petro, di sinistra. Dall’altro non sembra un omicidio organizzato da professionisti: il ragazzino aveva sì una pistola costosa, ma non un mezzo per fuggire, per esempio.

Miguel Uribe, al centro, in una foto del maggio 2025

Miguel Uribe, al centro, in una foto del maggio 2025 (AP Photo/Fernando Vergara, File)

L’attentato ha sconvolto la campagna elettorale: il governo ha annunciato il raddoppio delle persone di scorta assegnate a ciascun candidato, oltre che a varie altre personalità politiche del paese, tra cui i leader dell’opposizione e le famiglie dei ministri dell’attuale governo. Ha poi imposto maggiori misure di sicurezza ai comizi, e irreggimentato le attività politiche dei candidati, che dovranno rispettare stretti parametri di sicurezza e non potranno più fare eventi improvvisati.

L’attentato contro Uribe ha generato grossa preoccupazione per un ritorno alla violenza politica che ha caratterizzato il paese per decenni, soprattutto tra gli anni Ottanta e Novanta, quando era in attività il narcotrafficante Pablo Escobar: in quel periodo furono decine i politici e candidati uccisi. L’omicidio più noto è quello del candidato presidenziale Luis Carlos Galán, ucciso durante un comizio e noto per la lotta alla corruzione e ai cartelli della droga (il suo personaggio compare anche nella serie Netflix Narcos).

Lo stesso Uribe era stato colpito da questa violenza: sua madre, la giornalista Diana Turbay, nel 1990 fu rapita dal cartello criminale di Pablo Escobar e uccisa dopo un lungo sequestro. Miguel Uribe non ha però alcuna parentela con l’ex presidente Álvaro Uribe, in carica tra il 2002 e il 2010 e poi fondatore del partito Centro Democratico.

Dopo il tentato omicidio sono cominciate le accuse reciproche tra le parti politiche: l’opposizione di destra ha criticato il presidente Petro accusandolo di avere aumentato la polarizzazione e la violenza verbale nei suoi interventi recenti. Petro si trova in un periodo di grave difficoltà politica e personale, e di recente, per esempio, ha definito il presidente del Senato un “HP”, che sta per hijo de puta, figlio di puttana. Ha dato poi di “nazisti” ad altri suoi oppositori.

Non c’è però nessuna connessione tra Petro e Uribe, e al momento non è nemmeno chiaro quale potrebbe essere il movente del tentato omicidio.