La “guerra” dei parchi divertimento
La Universal ne ha appena aperto uno in Florida per competere con l'offerta di Disney, che a sua volta sta puntando molto sul settore

Spesso chi organizza un viaggio in Florida dedica una giornata o due ai celebri parchi divertimento di Orlando, dove il primo aprì nel 1971 e nel tempo ne sono spuntati diversi. Il mercato è storicamente dominato dalla Walt Disney Co., ma adesso è sempre più serrata la concorrenza di Universal, che proprio giovedì vicino a Orlando ha inaugurato Epic Universe, il suo nuovo parco a tema.
Disney e Universal sono tra le società di produzione cinematografica e intrattenimento più importanti al mondo, e tutte e due stanno puntando sempre di più sui propri parchi a tema. Per questo il Los Angeles Times ha recentemente parlato di una «battaglia epica» per il dominio dei parchi a tema in Florida, CNN del «fronte più recente nella guerra dei media».
Epic Universe è il primo grande parco a tema ad aver aperto negli Stati Uniti da un quarto di secolo a questa parte, dopo il California Adventure di Disney, nel 2001. Le sue attrazioni si basano su alcuni dei franchise di maggior successo di Universal, come Dragon Trainer, e sui personaggi di società partner, come Harry Potter e Mario Kart. Ovviamente poi ci sono hotel, negozi, ristoranti, eccetera.

Una delle montagne russe al parco Epic Universe di Orlando, 10 aprile 2025 (AP Photo/John Raoux)
Per costruirlo ci sono voluti cinque anni e una cifra stimata di oltre 7 miliardi di dollari. È l’investimento più alto di sempre per Comcast, la società che controlla Universal, ma non il solo: ad agosto aprirà un nuovo parco a tema horror a Las Vegas e poi un resort dedicato alle famiglie in Texas. Ma soprattutto ad aprile ha annunciato anche il suo primo parco a tema in Europa, che dovrebbe aprire nel 2031 a Bedford, un centinaio di chilometri a nord di Londra, e ci si aspetta diventerà il principale concorrente di Disneyland Paris.
A sua volta a maggio Disney ha annunciato un suo nuovo parco ad Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti: sarà il 13esimo dell’azienda (dopo quelli in California, a Tokyo, Parigi e Shanghai, tra gli altri) e verrà costruito a Yas, un’isola artificiale dove ci sono già attrazioni come SeaWorld, Warner Bros. World e Ferrari World, dedicato al celebre marchio di auto da corsa. Non è chiaro quanto costerà, né quali attrazioni comprenderà o se ci saranno degli adattamenti, visto che gli Emirati Arabi Uniti avevano vietato il film d’animazione Lightyear – La vera storia di Buzz per un bacio tra due persone dello stesso sesso.
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Sia Disney che Universal stanno investendo nel settore dei parchi a tema in parte per compensare le perdite di un periodo turbolento nell’industria dei media, e in parte per capitalizzare dalla cosiddetta “economia dell’esperienza”: una fetta del mercato che comporta costi molto elevati ma è anche molto redditizia perché attrae il pubblico con mondi e personaggi a cui è già affezionato.
La divisione legata ai parchi a tema, alle crociere e agli hotel infatti al momento è la più redditizia per Disney. Nell’ultimo anno fiscale ha raggiunto un fatturato di 34 miliardi di dollari, ha puntualizzato l’Economist: circa un terzo del totale dell’azienda e più del doppio della divisione intrattenimento, che comprende appunto film e contenuti per la tv e le piattaforme streaming. È per questo che già nel 2024 Disney aveva annunciato di voler raddoppiare i propri investimenti in resort, e che si è impegnata a raddoppiare la flotta delle proprie navi da crociera entro il 2031.

L’attrazione a tema Dragon Trainer al parco Epic Universe di Orlando, 10 aprile 2025 (AP Photo/John Raoux)
Epic Universe si trova a una ventina di chilometri da Disney World ed è il quarto parco di Universal nell’area, dopo gli Universal Studios Florida, l’Universal Islands of Adventure e il parco acquatico Volcano Bay, aperti rispettivamente nel 1990, nel 1999 e nel 2017. La Walt Disney Company però è indiscutibilmente l’azienda privata più influente della Florida e con sei parchi e venticinque hotel attira ogni anno decine di milioni di turisti: le attrazioni di Universal vengono considerate solitamente un di più da chi va a Orlando per visitare quelle di Disney.
Dennis Speigel, amministratore delegato della società di consulenza International Theme Park Services, ha spiegato al Los Angeles Times che la distanza tra Universal e Disney si è progressivamente ridotta dal 2010, grazie all’apertura dell’attrazione a tema Harry Potter allo Universal Islands of Adventure, che fece aumentare i visitatori del 36 per cento rispetto all’anno precedente. Per l’analista di mercato Craig Moffett, Epic Universe ha il potenziale per «deviare almeno parte della domanda», e secondo le sue stime nel 2026 attirerà fino a 9,5 milioni di visitatori, per oltre 1,3 miliardi di dollari di fatturato; sempre secondo Moffett, potrebbe far perdere incassi agli altri parchi di Disney, che nei prossimi due anni rischierebbero di perdere fino a un milione di visitatori.
Non tutti però la vedono così. In base alle stime della banca JPMorganChase, citate dall’Economist, nei prossimi mesi il nuovo parco di Universal avrà un impatto minimo sulle entrate dei parchi di Disney. D’altra parte secondo gli ultimi dati diffusi dall’azienda le prenotazioni negli hotel Disney per il terzo trimestre dell’anno sono già superiori del 4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e quelle dell’ultimo trimestre più alte del 7 per cento.
C’è poi il fatto che Disney ha i diritti sulla proprietà intellettuale di un’ampia serie di franchise amatissimi, mentre Universal molto meno: è quindi difficile che montagne russe o attrazioni costruite con tecnologie molto avanzate riescano da sole a competere con quelle su Topolino, Star Wars, Frozen o i film della Marvel. Infine c’è anche una questione di costi, nota sempre l’Economist: il biglietto d’ingresso per Epic Universe parte da 139 dollari, e all’interno un cestino di pop corn può costarne anche 40, probabilmente troppo sia per i visitatori statunitensi alle prese con l’inflazione, sia per quelli stranieri, già sensibilmente diminuiti per via delle discusse politiche di Donald Trump.
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