I primi negoziati diretti e pubblici fra Russia e Ucraina sono già finiti
L'incontro di Istanbul ha portato a un accordo per uno scambio di 1.000 prigionieri, ma non c'è nessun passo avanti verso un cessate il fuoco

I primi negoziati diretti e pubblici fra Russia e Ucraina dopo oltre tre anni di guerra, iniziati venerdì, sono durati meno di due ore. L’unico risultato dell’incontro di Istanbul, in Turchia, è stato un accordo per uno scambio di 1.000 prigionieri di guerra. Non sono stati fatti passi avanti nelle trattative per il cessate il fuoco o per la pace.
Secondo un funzionario ucraino che ha parlato in forma anonima con l’agenzia di stampa AP le trattative si sono presto interrotte per «richieste irricevibili» della Russia. La delegazione ucraina ha poi detto ufficialmente di aver richiesto un incontro diretto fra i presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin e di aver discusso tutte le «possibili modalità» di un cessate il fuoco. Non sembra però che ci siano avanzamenti in questo senso. La delegazione russa ha confermato lo scambio di prigionieri, senza fornire ulteriori dettagli.
Le aspettative erano comunque basse. Per alcuni giorni si era parlato della possibilità che ai negoziati fossero presenti il presidente ucraino Zelensky, quello russo Putin e anche quello statunitense Donald Trump, ma questa ipotesi non si è realizzata, in primo luogo perché Putin ha deciso di non presenziare.
Si sono incontrate quindi due delegazioni di livello non altissimo. Era stata la stessa amministrazione statunitense a dire di non aspettarsi molto dall’incontro, mentre Trump ha sostenuto che si arriverà alla pace solo quando lui e Putin si parleranno direttamente. Venerdì dagli Emirati Arabi Uniti ha aggiunto che era il «momento di farlo» e che l’incontro sarà organizzato «appena possibile».
Putin aveva detto di considerare i negoziati di venerdì come una continuazione di quelli (non pubblici) organizzati pochi mesi dopo l’invasione russa nel 2022. Allora fallirono perché la Russia chiese la neutralità dell’Ucraina e limitazioni alla sua possibilità di avere un esercito, rimandando però ogni discorso sui territori occupati. L’incontro di venerdì era stato proposto proprio da Putin, in risposta a una richiesta di un cessate il fuoco di 30 giorni fatta dall’Ucraina e dai principali leader europei (richiesta che però aveva respinto).
La delegazione russa era guidata da Vladimir Medinskij, già caponegoziatore nell’incontro del 2022, consigliere di Putin ed ex ministro della Cultura: erano presenti anche il direttore dei servizi segreti militari, Igor Kostyukov, e i viceministri Mikhail Galuzin (Esteri) e Alexander Fomin (Difesa). Quella ucraina era composta dal ministro della Difesa Rustem Umerov, dal viceministro degli Esteri Sergiy Kyslytsya e da rappresentanti di alto livello dei servizi segreti. L’incontro era mediato da rappresentanti del governo turco e si svolgeva su un tavolo a forma di U, in cui russi e ucraini erano di fronte, sui lati lunghi.

A destra la delegazione russa, a sinistra quella ucraina (Murat Gok/Turkish Foreign Ministry via AP)
Prima degli incontri a Istanbul ci sono stati incontri informali fra la delegazione ucraina e consiglieri per la sicurezza nazionale di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito, nonché un incontro ufficiale fra i rappresentanti ucraini, i mediatori turchi e il segretario di Stato statunitense Marco Rubio.
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