I lavori per raddrizzare la Garisenda andranno avanti almeno fino al 2028

La torre nel centro di Bologna sarà rinforzata e stabilizzata con i tiranti già usati per la torre di Pisa

La torre Garisenda (a sinistra) e la torre degli Asinelli a Bologna, 4 aprile 2024 (Christoph Sator/dpa/ANSA)
La torre Garisenda (a sinistra) e la torre degli Asinelli a Bologna, 4 aprile 2024 (Christoph Sator/dpa/ANSA)
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I lavori per restaurare la torre Garisenda, nel centro di Bologna, andranno avanti fino almeno al 2028. La torre, alta 48 metri e piuttosto pendente, aveva iniziato a oscillare più del solito a novembre del 2023: l’area attorno era stata recintata, e adesso sono stati definiti gli interventi necessari per metterla in sicurezza. Si prevede che serviranno almeno altri tre anni e mezzo.

Il progetto esecutivo, che è stato presentato martedì e deve ora essere approvato dalla Soprintendenza, è piuttosto articolato. Prevede, in sintesi, di utilizzare sulla Garisenda gli stessi tiranti usati tra gli anni Novanta e Duemila per ridurre l’inclinazione della torre di Pisa, e che il comune di Bologna ha acquisito in comodato gratuito (ossia in prestito) nei mesi scorsi. Le operazioni con i tiranti inizieranno dopo che sarà rinforzato il cemento tra i mattoni fino all’altezza di tiro, cioè a quella in cui si mettono i tiranti per raddrizzare la torre. Dopodiché si comincerà a rafforzare la base in malta della struttura per garantire più stabilità.

Ci sarà poi un monitoraggio, e se tutto procede bene si proseguirà a consolidare l’intera base della torre, e a una seconda fase di tiro.

(Dalla presentazione del progetto esecutivo pubblicata sul sito del comune di Bologna)

Durante i lavori resteranno le limitazioni del traffico introdotte mesi fa, con la chiusura della centrale via San Vitale. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha spiegato che gli interventi procederanno in modo graduale, visto che la Garisenda ha più di 900 anni (fu costruita intorno al 1110). Ha detto comunque che la torre «è in una situazione di maggiore stabilità rispetto agli allarmi di un anno e mezzo fa». Anche per questo si cercherà di capire durante i lavori quando sarà possibile riaprire al pubblico la vicina torre degli Asinelli, recintata insieme alla Garisenda.

Da molti anni i tecnici della Soprintendenza e del comune osservano i movimenti delle torri per prevenire eventuali problemi di stabilità. Le analisi sui materiali condotte finora hanno permesso di capire che l’aumento della pendenza della torre è dovuto essenzialmente a due ragioni: la deformazione del terreno su cui poggia la Garisenda e il degrado del basamento.

Il restauro della Garisenda è finanziato con circa 20 milioni di euro: 4,8 milioni sono stati stanziati dal comune di Bologna, altri 5 milioni arrivano dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il grande piano di riforme e investimenti finanziato coi fondi europei del Next Generation EU, di cui l’Italia beneficia nel complesso per oltre 194 miliardi. Ci sono poi 4,5 milioni di euro della Regione Emilia-Romagna, a cui si sono aggiunti quasi 5 milioni di euro raccolti tramite donazioni di cittadini e imprese. Lepore ha spiegato che l’idea è completare le prime operazioni entro l’estate del 2026 con i fondi del PNRR (tutti gli interventi finanziati con i fondi europei devono concludersi entro il 30 giugno del 2026), poi si procederà al resto dei lavori con gli altri fondi.