Meloni ne ha detta una grossa
Parlando di spread e titoli di Stato alla Camera, con grande sconforto del ministro dell'Economia che le sedeva di fianco

Durante il question time alla Camera, uno dei momenti in cui i membri del governo rispondono alle domande dei parlamentari, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto una frase con un errore molto grosso sul piano economico: «Lo spread oggi è sotto i 100 punti base. Significa che i titoli di stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di stato tedeschi». Sta facendo molto discutere perché ha dimostrato di non padroneggiare l’indicatore economico più noto della politica italiana degli ultimi 15 anni: il famigerato spread, che misura quanto i titoli di Stato italiani sono considerati più rischiosi dagli investitori rispetto a quelli tedeschi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che le sedeva di fianco, ha iniziato a scuotere la testa quando ha sentito lo strafalcione. Ci spieghiamo.
Prima serve qualche definizione di base. I titoli di Stato sono gli strumenti finanziari con cui lo Stato si fa prestare soldi sui mercati finanziari dagli investitori, a cui promette di restituirli a scadenza dietro il pagamento di un tasso di interesse. Il tasso di interesse è tanto più alto quanto più un paese è considerato rischioso e con un’economia instabile. Per semplificare: gli investitori chiedono un tasso più alto per compensare in qualche modo il fatto che stanno rischiando maggiormente di perdere i loro soldi.
Lo spread misura proprio quanto un paese è percepito come rischioso sui mercati finanziari, e lo fa confrontando il tasso di interesse con quello richiesto dagli investitori sui titoli di Stato della Germania, paese ritenuto il più stabile e sicuro, e che rappresenta da sempre un termine di paragone di “rischio zero”. Si usano solitamente i titoli con scadenza dopo dieci anni, i BTP italiani e i Bund tedeschi, e si misura in punti base: 100 punti, come quelli indicati da Meloni, indicano una differenza di 1 punto percentuale.
La frase di Meloni è sbagliata perché l’esistenza stessa di uno spread maggiore di zero indica che i titoli di Stato dell’Italia, e quindi la sua economia, sono considerati più rischiosi di quelli tedeschi. Affinché si possa dire che sono ritenuti meno rischiosi, come dice la presidente del Consiglio, lo spread dovrebbe diventare negativo.
Al di là della grave scorrettezza tecnica contenuta nei fogli che stava leggendo – probabilmente preparati dal suo staff – Meloni probabilmente voleva dire un’altra cosa: negli ultimi mesi i titoli di Stato italiani sono andati particolarmente bene sul mercato, e il loro tasso di interesse è sceso molto più di quanto lo abbiano fatto quelli degli altri paesi paragonabili, come Spagna e Francia. Al punto che sono scesi sotto la soglia dei 100 punti, un livello che non si vedeva da un po’.
Dette le possibili attenuanti del caso, l’Italia ha ancora lo spread più alto di tutti (anche della Grecia, paese praticamente fallito nel 2011). È così non solo perché ha uno dei debiti pubblici più alti al mondo, ma anche perché la politica italiana nei decenni si è sempre rivelata poco credibile nel volerlo davvero ridurre, incapace di una gestione delle finanze prudente e di impostare una serie di riforme necessarie per la sostenibilità dei conti e dell’economia.
– Leggi anche: BOT, BTP, BTP Valore: breve guida ai titoli di Stato