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  • Giovedì 15 maggio 2025

La Libia ha accettato di riconoscere la Corte penale internazionale

E il procuratore capo ha chiesto di arrestare e consegnare Almasri, il capo della polizia giudiziaria, su cui pende un mandato d'arresto per crimini di guerra

Karim Khan, procuratore dell'ICC alle Nazioni Unite, 13 luglio 2023 (AP Photo/Mary Altaffer)
Karim Khan, procuratore dell'ICC alle Nazioni Unite, 13 luglio 2023 (AP Photo/Mary Altaffer)
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Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan, durante un discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha detto che la Libia ha accettato di riconoscere la giurisdizione della Corte che sta indagando sui presunti crimini contro l’umanità commessi sul suo territorio dal 2011. La Corte penale internazionale (ICC) è l’organo che si occupa di processare le persone accusate di aver commesso i più gravi crimini internazionali.

La Libia non è firmataria dello Statuto di Roma, cioè il trattato che nel 1998 istituì la Corte penale internazionale, e quindi non ne riconosceva la giurisdizione. Nel febbraio del 2011 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva però chiesto alla Corte di aprire un’indagine sui crimini contro l’umanità commessi in territorio libico, nell’ambito della repressione violenta delle manifestazioni pacifiche contro il regime di Muammar Gheddafi.

Nel suo discorso Karim Khan ha chiesto anche al procuratore generale libico Al-Seddik Al-Sour di «arrestare e consegnare» Njeem Osama Elmasry, il capo della polizia giudiziaria libica noto anche come Almasri, arrestato il 19 gennaio a Torino su mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra e poi subito riportato in Libia dal governo italiano. Per Almasri c’era un mandato d’arresto internazionale emesso dalla stessa Corte: la decisione del governo di Giorgia Meloni di non applicare il mandato era stata subito molto discussa e criticata, anche dalla stessa Corte con un comunicato ufficiale.

– Leggi anche: L’Italia è sotto indagine della Corte penale internazionale

Almasri è il funzionario di una importante milizia libica e per via di questo ruolo aveva da anni incarichi molto rilevanti nella cosiddetta polizia giudiziaria del governo che controlla la capitale, Tripoli (dall’inizio della guerra civile, quasi 14 anni fa, la Libia è governata di fatto da milizie armate). Nel 2016 per esempio era stato nominato responsabile della polizia giudiziaria nella famigerata prigione di Mitiga, nella periferia di Tripoli, citata più volte come luogo di violazioni sistematiche dei diritti umani da un recente rapporto del Consiglio per i diritti umani dell’ONU. Nel 2021 Almasri era stato promosso a responsabile di varie altre prigioni.