Il contrabbando di sigarette non è mai finito, perché si è evoluto
Ora si fa anche con quelle elettroniche, e soprattutto passa dalle piattaforme illegali online

Nel febbraio del 2024 la Guardia di Finanza ha sequestrato 140mila sigarette elettroniche usa e getta custodite in un magazzino in Brianza, pronte per essere vendute su piattaforme online illegali. I finanzieri hanno stimato che la vendita online avrebbe causato circa 500mila euro di mancate entrate per le casse dello Stato tra dazi doganali non pagati e IVA. Le tre persone cinesi trovate nel magazzino sono state denunciate per contrabbando. Anche se 140mila sigarette elettroniche possono sembrare un numero notevole, in Italia sequestri di questa portata non sono più considerati eccezionali: negli ultimi due anni la Guardia di Finanza ha scoperto molti altri depositi clandestini simili e chiuso traffici per miliardi di euro.
È molto complicato capire le dimensioni di questo fenomeno per via della sua natura illegale, tuttavia l’aumento dei sequestri dimostra che il contrabbando non è stato sconfitto, ma è riuscito a trovare nuovi sistemi per eludere i controlli e soprattutto nuovi canali di vendita. In altre parole, è riuscito a evolversi.
Quando si parla di contrabbando di sigarette bisogna fare alcune distinzioni, perché non esiste una sola categoria di sigarette importate illegalmente in Italia e non esiste un unico modo di venderle. Le sigarette classiche, chiamate “con combustione”, sono principalmente di due tipi: le sigarette di contrabbando e le illicit whites.
Quelle di contrabbando sono sigarette prodotte regolarmente dalle aziende del tabacco, vendute legalmente in un paese e poi portate all’estero per essere vendute senza pagare i dazi e le tasse, quindi illegalmente. Le illicit whites sono invece sigarette di scarsa qualità, che non rispettano gli standard europei. Vengono prodotte legalmente in alcuni paesi – soprattutto nell’Europa dell’Est – quasi esclusivamente per essere contrabbandate in altri paesi, anche in questo caso senza pagare le tasse.
Le sigarette elettroniche si dividono invece in due grandi categorie: le usa e getta e le ricaricabili. Entrambe vaporizzano liquidi contenuti al loro interno. Le usa e getta sono più economiche e vengono buttate per intero (con tanto di batteria e componenti di plastica) dopo che il liquido è terminato, mentre nelle ricaricabili si sostituisce la capsula che contiene l’aroma e il vapore. Tutto questo – dalle sigarette intere fino ai singoli componenti – può essere contrabbandato.

Sequestro di sigarette in contrabbando a Bari, nel 1996 (LaPresse)
In Italia l’importazione, la distribuzione e la vendita di sigarette di contrabbando è un’attività illegale gestita storicamente dalla criminalità organizzata, in particolare dalla camorra. Negli ultimi trent’anni però qualcosa è cambiato: la criminalità organizzata ha spostato le sue attenzioni verso attività più redditizie, mantenendo solo in parte il controllo del contrabbando di sigarette, lasciato a organizzazioni est-europee. Questi gruppi criminali si sono fatti carico delle operazioni più rischiose, come il trasporto e il superamento dei confini.
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Le indagini portate avanti negli ultimi anni hanno permesso di individuare le principali nuove rotte di ingresso della merce. Fino agli anni Cinquanta le sigarette passavano dai confini svizzeri portate a spalla nei boschi sulle Alpi dai cosiddetti spalloni, oggi invece arrivano in Italia in furgone passando prevalentemente dai valichi del Friuli Venezia Giulia e dell’Alto Adige o su navi che attraccano nei porti dell’Adriatico e del Tirreno meridionale come Gioia Tauro, in Calabria.
Ci sono poi due modi per distribuirle e venderle. Una parte finisce nel mercato illegale tradizionale che rifornisce i banchetti dei venditori nelle strade di alcune città, soprattutto nelle regioni del sud. Un’altra parte finisce in magazzini come quello scoperto lo scorso anno in Brianza, dove le sigarette vengono custodite in attesa di essere vendute online su piattaforme illegali.
In un recente report realizzato da Ipsos per conto di Logista, il principale distributore in Europa di prodotti da fumo, si stima che in Italia nel 2024 il mercato illegale abbia raggiunto il 5 per cento dell’intero valore, pari a circa 1,1 miliardi di euro. I risultati si basano su un sondaggio fatto con un campione molto robusto della popolazione italiana.
Lo studio stima che nel 2024 siano state acquistate sigarette tradizionali di contrabbando per circa 566 milioni di euro, pari al 3,2 per cento del mercato complessivo. L’incidenza è molto più alta per le sigarette usa e getta e per le capsule. I 183 milioni di euro di sigarette usa e getta passati dai canali non ufficiali valgono il 19,4 per cento del mercato, mentre i 350 milioni di capsule sono pari a quasi il 50 per cento.
Lo sviluppo dei canali di vendita online è un’opportunità che i contrabbandieri non si sono fatti sfuggire. Anzi, è proprio grazie alle piattaforme online che il contrabbando è riuscito a superare la crisi iniziata 25 anni fa, quando i controlli sulle rotte illegali aumentarono su spinta del governo, deciso a contrastare i traffici in modo più convinto. Secondo il report di Ipsos, nel 2024 circa il 40 per cento di tutte le sigarette tradizionali di contrabbando è stato venduto su piattaforme online. Le percentuali sono più alte per le sigarette usa e getta e per le capsule, rispettivamente al 59,3 e al 55,9 per cento.
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La vendita attraverso canali online è più veloce e riduce i rischi legati al trasporto della merce dai depositi clandestini. Oggi come in passato i traffici vengono favoriti tra le altre cose da una sorta di tolleranza dei consumatori nei confronti del contrabbando, considerato un modo come un altro per non pagare le tasse e pagare un prodotto a un prezzo più basso. I venditori di sigarette di contrabbando non appaiono come veri criminali, ma come venditori di merce “non ufficiale”, disponibile a prezzi più competitivi.
Dallo studio di Ipsos emerge anche la scarsa consapevolezza di molte persone che non sanno risalire all’affidabilità della piattaforma su cui comprano o non si preoccupano nemmeno di verificarla. Il 29 per cento degli intervistati ha risposto che vorrebbe verificare la legalità del sito dove fare acquisti, ma non ha le conoscenze adeguate per farlo.
La vendita di sigarette di contrabbando causa un danno diretto per lo Stato che ogni anno non incassa centinaia di milioni di euro di tasse non pagate. Quelle sui pacchetti di sigarette sono molto alte, pari a circa il 76 per cento del prezzo totale. Secondo le stime del report, nel 2024 le sigarette di contrabbando hanno causato una perdita di entrate di 620 milioni di euro e una perdita di prodotto interno lordo di circa 230 milioni di euro, pari a circa 5.100 posti di lavoro regolari.
La questione delle tasse è importante anche per un altro motivo. Negli ultimi anni le stime sul contrabbando sono state utilizzate dalle grandi aziende del tabacco per convincere i governi a non aumentare le tasse. L’idea è che l’aumento del costo dei pacchetti spinga molte più persone a scegliere i canali di vendita non ufficiali, che hanno prezzi meno proibitivi proprio perché non prevedono le tasse. Secondo molti esperti non è quindi un caso che quasi tutti i report sul contrabbando vengano finanziati proprio dalle grandi aziende del tabacco, in cerca di argomenti e dati allarmanti per evitare un aumento delle tasse, che d’altra parte sono indispensabili per scoraggiare l’acquisto e salvaguardare la salute pubblica.