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  • Lunedì 12 maggio 2025

Carlo Ancelotti allenerà il Brasile

E ci sono grandi attese: l'allenatore più vincente allenerà una delle nazionali più importanti del mondo, ma non è detto che avrà successo

Il futuro allenatore del Brasile Carlo Ancelotti (Alvaro Medranda/Quality Sport Images/Getty Images)
Il futuro allenatore del Brasile Carlo Ancelotti (Alvaro Medranda/Quality Sport Images/Getty Images)
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Carlo Ancelotti lascerà il Real Madrid e diventerà l’allenatore della nazionale maschile di calcio del Brasile: inizierà ad allenarla in vista della partita del 6 giugno contro l’Ecuador, e dovrebbe rimanere in carica almeno fino ai Mondiali del 2026, ha detto la federazione di calcio brasiliana. È una notizia di cui si sta parlando molto perché Ancelotti è uno degli allenatori più noti e vincenti della storia del calcio, e il Brasile è una squadra verso cui ci sono sempre state aspettative molto alte, che da diverso tempo però non vengono rispettate.

Il Brasile è la nazionale che ha vinto più Mondiali di tutte, ben cinque, ma l’ultimo ormai più di venti anni fa, nel 2002: da allora ha vinto solo tre trofei importanti (la Copa America nel 2004, nel 2007 e nel 2019) e ha cambiato allenatore molte volte. Solo negli ultimi due anni ne ha avuti tre e l’ultimo di questi, Dorival Júnior, arrivò la scorsa estate dopo che era fallito il primo tentativo della federazione brasiliana di assumere Carlo Ancelotti.

Da almeno due anni, insomma, Ancelotti viene considerato dalla federazione uno dei pochi allenatori in grado di risolvere la crisi della nazionale. In effetti, Ancelotti è uno degli allenatori in attività più stimati e di successo: ha 65 anni ed è l’unico nella storia ad aver vinto il campionato in Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna, e il solo ad aver vinto la Champions League per cinque volte (due con il Milan e tre con il Real Madrid).

È ritenuto eccezionale principalmente nel gestire le squadre di altissimo livello, per il modo in cui riesce a mettere i calciatori più talentuosi nelle condizioni, mentali e tattiche, di rendere al meglio. Nella sua carriera ha allenato con successo alcune delle squadre più titolate al mondo come il Milan, il Chelsea, il Paris Saint-Germain, il Bayern Monaco e soprattutto il Real Madrid che, come il Brasile, ha sempre avuto grandi campioni e aspettative molto elevate. Negli ultimi anni al Real Madrid, inoltre, Ancelotti ha lavorato con alcuni dei giocatori più forti della nazionale brasiliana, tra i quali il difensore Éder Militão e gli attaccanti Vinícius Jr. e Rodrygo (ma anche Endrick), che con lui si sono affermati tra i migliori al mondo.

Carlo Ancelotti e Vinícius Jr. (Diego Souto/Getty Images)

Quella di Ancelotti è una scelta quasi senza precedenti per il Brasile: gli altri allenatori stranieri sono stati poco rilevanti e hanno allenato ufficiosamente o solo in partite amichevoli. Fino a pochi anni fa questa scelta sarebbe stata una cosa impensabile per molti, ed è indicativa della grande crisi del calcio nazionale brasiliano, dove da anni il campionato sta diventando meno competitivo, principalmente perché molti calciatori si trasferiscono sempre più giovani in Europa.

C’è insomma grande attesa di vedere come andrà da qui al prossimo grande torneo, i Mondiali del 2026: è difficile da prevedere. Oltre alla situazione del Brasile, già complicata di per sé, Ancelotti non ha mai allenato una Nazionale (è stato solo viceallenatore dell’Italia dal 1992 al 1995), un contesto che richiede competenze differenti rispetto alla gestione di una squadra di club. Quando si allena una Nazionale le occasioni per lavorare con i calciatori sono molte meno e, di conseguenza, c’è meno tempo per lavorare sulla tattica e per creare un gruppo coeso (un’altra cosa sulla quale Ancelotti ha sempre puntato molto).

È probabile però che in Brasile ad Ancelotti mancherà uno dei membri più importanti del suo staff tecnico, cioè il figlio Davide, che negli ultimi anni è stato un elemento determinante dei successi del padre. Davide Ancelotti ha 35 anni e dalla stagione 2016-2017 ha fatto il vice allenatore nelle squadre allenate dal padre, dove ha spesso integrato nella preparazione delle partite alcuni elementi calcistici più moderni, come l’analisi dati o i video. Già da tempo però aveva detto che avrebbe avviato una personale carriera da allenatore, dopo la fine del periodo del padre al Real Madrid.