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  • Martedì 22 aprile 2025

Il nuovo documento che potrebbe creare molti problemi a Netanyahu

L'ha presentato a un tribunale il capo del servizio segreto interno israeliano, che accusa il primo ministro di avergli fatto pressioni al di fuori della legge

(AP Photo/Denes Erdos, file)
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Lunedì Ronen Bar, capo del servizio segreto interno israeliano, lo Shin Bet, ha presentato a un tribunale un documento di 7 pagine in cui elenca le molte pressioni che avrebbe ricevuto nei mesi scorsi dal primo ministro Benjamin Netanyahu, con cui si è scontrato spesso e che da tempo sta cercando di licenziarlo. Il documento è stato presentato nel processo iniziato proprio dalla decisione di Netanyahu di licenziare Bar, che per ora è stata sospesa dalla Corte Suprema in attesa della sentenza.

Le accuse contenute nel documento di Bar sono pesanti. In sostanza Bar sostiene che Netanyahu abbia cercato più volte di convincerlo a fare cose non previste dal suo incarico, e assai discutibili legalmente: per esempio proteggerlo dai suoi processi, spiare gli oppositori politici, e più in generale prestargli fedeltà e considerarlo al di sopra della legge.

Haaretz, il principale quotidiano della sinistra israeliana, ha definito il documento «un testo inquietante che ritrae la nascita di un dittatore». Netanyahu ha respinto le accuse e accusato Bar di essersi inventato tutto per screditarlo: ma il capo del servizio segreto interno è solo l’ultimo di una serie di persone con importanti incarichi civili e militari a sostenere che Netanyahu stia cercando di diventare di fatto un leader autoritario.

Il documento in realtà contiene soltanto una parte delle accuse: Bar ha presentato in tribunale una versione più estesa e secretata, lunga 31 pagine più cinque appendici, in cui racconta dove e quando sarebbero avvenute le pressioni che cita nella versione più corta. Alcune di queste circostanze erano già emerse nei mesi scorsi sui giornali, altre sono del tutto nuove.

Bar racconta per esempio che «in più di una occasione» Netanyahu gli avrebbe chiesto di spiare gli organizzatori e i finanziatori delle proteste contro il suo governo, organizzate ormai con una certa regolarità nelle principali città israeliane. Netanyahu inoltre avrebbe fatto pressioni su Bar per fargli firmare un documento, messo insieme dai collaboratori del primo ministro, che dice che lo stesso Netanyahu non può testimoniare nei molti processi in cui è incriminato per via di rischi alla propria sicurezza (Bar non ha mai firmato quel documento).

– Leggi anche: Le lettere di militari, riservisti e società civile contro Netanyahu

Più in generale Netanyahu avrebbe chiesto a Bar di essere fedele a lui e non più allo stato israeliano: in un’occasione gli avrebbe anche chiesto di obbedire «al primo ministro anziché alla Corte Suprema» nell’eventualità di «una crisi istituzionale». Bar ha specificato che queste richieste di solito avvenivano alla fine di riunioni ufficiali, dopo che gli altri funzionari e gli stenografi avevano lasciato la stanza. «L’obiettivo era chiaramente quello di non lasciare alcuna traccia della conversazione», scrive Bar nel documento presentato in tribunale.

Bar sostiene da tempo che Netanyahu voglia licenziarlo perché di recente il servizio segreto interno ha avviato alcune indagini sui collaboratori del primo ministro. Netanyahu sostiene invece che il rapporto personale fra i due sia ormai compromesso e che per questo sia necessario rimuovere Bar. Il processo sul suo licenziamento proseguirà nelle prossime settimane, ma Bar ha già annunciato che a prescindere dalla sentenza si dimetterà comunque dal suo incarico.