Conclave, il film
Uno dei più apprezzati dello scorso anno, anche per un colpo di scena notevole, è tornato di una certa attualità

Il cerimoniale della morte di papa Francesco si chiuderà con il cosiddetto conclave, la riunione a porte chiuse in cui la commissione dei cardinali elegge con voto segreto il nuovo papa: argomento e contesto che negli anni ha ispirato romanzi e film accomunati dall’enfatizzazione della solennità e del simbolismo di questo evento, e anche della sua segretezza. Tra i più noti ci sono Angeli e demoni di Dan Brown e Habemus Papam di Nanni Moretti; il più recente, Conclave di Edward Berger, ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura non originale all’ultima edizione degli Oscar. Il film è un adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore inglese Robert Harris.
La storia di Conclave parte dalla riunione dei cardinali che viene convocata dopo la morte di Gregorio XVII, un papa presentato come popolare e molto amato, e si sviluppa attraverso le interazioni tra il cardinale decano Thomas Lawrence, interpretato da Ralph Fiennes, e i quattro candidati che hanno le maggiori possibilità di essere eletti.
Questi ultimi riflettono i vari orientamenti interni alla Chiesa cattolica: lo statunitense Aldo Bellini (Stanley Tucci) è quello più progressista e in linea con l’indirizzo del papa appena morto; il nigeriano Joshua Adeyemi (Lucian Msamati) che si definisce un conservatore sociale; il canadese Joseph Tremblay (John Lithgow) che rappresenta l’ala più moderata; infine, l’italiano Goffredo Tedesco (Sergio Castellitto) che è esponente della fazione più ortodossa e conservatrice. Mentre il conclave procede, Lawrence viene a conoscenza di una serie di segreti e scandali legati ai principali candidati, che potrebbero minare l’esito dell’elezione e rovinare la reputazione della Chiesa.
Conclave ha ricevuto molte attenzioni da quando è uscito al cinema, lo scorso ottobre (in Italia a metà dicembre), in parte per la meticolosità con cui sono stati messi in scena i luoghi e i passaggi della riunione, ma soprattutto per un colpo di scena finale riuscito e di grande impatto: una rivelazione che cambia la storia per come si è svolta fino a quel momento, così ben celata da risultare abbastanza imprevedibile.
Il film è stato accolto perlopiù positivamente anche dalla critica. Il Guardian ha assegnato al film cinque stelle su cinque, elogiando la «tensione claustrofobica» creata da Berger e l’interpretazione «controllata ma avvincente» di Fiennes.
Un altro ruolo molto apprezzato è stato quello dell’attrice italostatunitense Isabella Rossellini, che nel film interpreta suor Agnes, la governante dei cardinali. Berger ha detto che Rossellini è «una di quelle rare persone che sanno fare una grande performance con la minima espressività». Nel film si vede fin da una delle prime scene, quando viene colta di sorpresa dalle parole di un cardinale e si fa scappare un mezzo sorriso rendendo il personaggio da subito indecifrabile per lo spettatore.
Altre recensioni si sono soffermate soprattutto sulla scrittura di Peter Straughan, lo sceneggiatore del film, che secondo il Chicago Tribune è riuscito a preservare lo stile narrativo del romanzo di Harris, e a mantenere un certo equilibrio tra il dramma e l’humor nero. Il sito specializzato Vulture ha scritto che guardare Conclave è come leggere «un romanzo da aeroporto, ma con la gravitas di un grande dramma», lodando la fedeltà all’adattamento e il ritmo frenetico del montaggio. Secondo Variety invece il colpo di scena «è uno dei più soddisfacenti degli ultimi anni, un hail mary [un’espressione che in inglese significa sia Ave Maria che una mossa spericolata nel football americano, ndr] che sorprende e – in qualche modo – ristabilisce la fede».
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