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  • Sabato 19 aprile 2025

Perché i rapporti tra Francia e Algeria vanno così male

Nella loro peggior crisi diplomatica da decenni c'entrano il Marocco, uno scrittore e dei tiktoker, fra le altre cose

Il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune durante il G7 a Borgo Egnazia, in Italia, a giugno del 2024 (Christopher Furlong/Pool Photo via AP)
Il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune durante il G7 a Borgo Egnazia, in Italia, a giugno del 2024 (Christopher Furlong/Pool Photo via AP)
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La scorsa settimana la polizia francese ha arrestato a Parigi un funzionario consolare algerino sospettato di essere coinvolto nel sequestro di Amir Boukhors, un oppositore del governo algerino che era stato rapito e poi rilasciato ad aprile del 2024. L’Algeria ha criticato l’arresto e lunedì in risposta ha ordinato l’espulsione di 12 diplomatici francesi. Il giorno dopo la Francia ha richiamato il suo ambasciatore e a sua volta ha espulso 12 diplomatici algerini.

Da circa un anno Francia e Algeria stanno attraversando la loro peggiore crisi diplomatica dagli anni Sessanta, ossia da quando l’Algeria divenne indipendente proprio dalla Francia, di cui era una colonia. A inizio aprile sembrava che le cose potessero migliorare, dato che per la prima volta dopo mesi il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot era andato in visita ad Algeri e aveva detto che i due paesi avrebbero ricominciato a collaborare. È stato presto smentito dalle successive espulsioni di diplomatici.

L’Algeria fu una colonia francese dal 1830 al 1962, quando ottenne l’indipendenza dopo una lunga e difficile guerra tra l’esercito francese e il Fronte di liberazione nazionale algerino. I rapporti tra i due paesi sono sempre rimasti più o meno problematici, con rari periodi di distensione.

La crisi attualmente in corso è iniziata il 30 luglio del 2024, quando il governo francese decise di appoggiare le rivendicazioni del Marocco sul Sahara Occidentale: è il più grande territorio non autonomo del mondo conteso dal Marocco e dal Fronte Polisario, un movimento nazionalista sostenuto dall’Algeria che da più di quarant’anni chiede l’indipendenza dal governo centrale.

Era stata una decisione importante anche perché i rapporti fra Francia e Marocco erano problematici. Nel 2021 un’inchiesta giornalistica aveva sostenuto che i servizi segreti marocchini avessero utilizzato un software per spiare giornalisti, attivisti e politici, tra cui il presidente Emmanuel Macron. Secondo diversi esperti però la Francia aveva deciso di riavvicinarsi al Marocco, e quindi anche sostenere le sue rivendicazioni sul Sahara Occidentale, perché lo considerava un alleato migliore dell’Algeria nel continente africano.

In risposta il governo algerino decise di ritirare il suo ambasciatore a Parigi.

– Leggi anche: Macron è stato spiato dal Marocco?

Un altro scontro tra i due paesi iniziò lo scorso novembre, quando la polizia algerina arrestò ad Algeri lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal. Sansal ha 75 anni ed è molto conosciuto, in Francia e all’estero, per i suoi libri e le sue posizioni critiche nei confronti del governo autoritario algerino e dei regimi teocratici. Prima di essere arrestato viveva a metà fra i due paesi. Negli ultimi mesi la sua liberazione è stata chiesta non solo da organizzazioni non governative e da molti intellettuali, ma anche da Macron e da tutti i principali esponenti del governo francese.

Poche settimane fa un tribunale algerino ha condannato in primo grado Sansal a cinque anni di carcere, con l’accusa di aver minato la sicurezza dello stato. Dopo la visita di inizio aprile del ministro Barrot ad Algeri alcuni avevano pensato che la scarcerazione di Sansal sarebbe stata facilitata, ma ora sembra di nuovo molto improbabile.

Il ministro dell’Interno francese Bruno Retailleau tiene un discorso durante una manifestazione a Parigi per la liberazione di Boualem Sansal, il 25 marzo 2025 (AP Photo/Thibault Camus)

– Leggi anche: Il caso dello scrittore Boualem Sansal, detenuto in Algeria

Il terzo motivo di scontro fra i due paesi cominciò lo scorso gennaio, quando la Francia arrestò, processò e in alcuni casi condannò nell’arco di pochi giorni diversi tiktoker algerini residenti in Francia: erano tutti accusati di istigazione alla violenza e al terrorismo, per alcuni video pubblicati sui loro social in cui incitavano i follower a compiere atti violenti in Francia e in Algeria. I ministri francesi della Giustizia e dell’Interno, Gérald Darmanin e Bruno Retailleau, avevano sfruttato il caso per proporre modifiche restrittive alle leggi sull’immigrazione, in particolare per facilitare l’espulsione dei cittadini stranieri dal territorio francese (dove vivono quasi 900mila persone nate in Algeria).

Il 5 gennaio la Francia aveva espulso uno dei tiktoker arrestati, Boualem Naman, ma l’Algeria gli aveva rifiutato l’ingresso e l’aveva rimandato in Francia: una cosa senza precedenti. Alla fine Naman è stato rimesso in libertà in Francia.

– Leggi anche: Francia e Algeria stanno litigando per alcuni tiktoker

Alla fine di febbraio un cittadino algerino compì un attentato a Mulhouse, nel nordest della Francia, uccidendo una persona e ferendone altre cinque. Dopo l’attentato il governo francese si accorse che aveva già provato a espellere il responsabile più volte, ma il suo ritorno in Algeria era stato sempre rifiutato dalle autorità locali: il ministro Retailleau aveva così dato la colpa dell’attentato al governo algerino.