Il caso dello scrittore Boualem Sansal, detenuto in Algeria
È stato arrestato con l'accusa di aver minato l'integrità del territorio nazionale, probabilmente per alcune dichiarazioni fatte in un'intervista
Lo scorso 16 novembre all’aeroporto di Algeri, la capitale dell’Algeria, è stato arrestato lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal, molto conosciuto soprattutto in Francia ma anche all’estero per i suoi libri e le sue posizioni critiche nei confronti del governo autoritario algerino e dei regimi teocratici, come quello iraniano. Il suo libro più famoso, intitolato 2084: la fine del mondo e uscito nel 2015, si ispira al celebre romanzo di George Orwell, 1984, per raccontare un mondo distopico governato da una dittatura islamista.
Martedì il suo avvocato François Zimeray ha confermato che Sansal, che ha 75 anni, è in detenzione preventiva con l’accusa di aver «minato l’integrità del territorio nazionale»: nel codice penale algerino è un reato assimilabile a un atto di terrorismo, che prevede la pena dell’ergastolo e anche quella di morte (l’ultima esecuzione in Algeria è del 1993).
Il governo algerino non ha chiarito ufficialmente i motivi delle accuse, ma è molto probabile che Sansal sia stato arrestato per alcune sue recenti dichiarazioni fatte al quotidiano online di estrema destra Frontières, di cui è membro del comitato di esperti. Tra le altre cose Sansal ha commentato la situazione nel Sahara occidentale, la regione nel sud del Marocco che è in parte controllata dal Fronte Polisario, movimento nazionalista che da più di quarant’anni chiede l’indipendenza dal governo centrale ed è sostenuto dall’Algeria. Sansal ha detto che «il regime algerino, che è un regime militare, ha inventato il Fronte Polisario per destabilizzare il Marocco».
Nell’ultimo periodo Sansal era sottoposto a stretta sorveglianza da parte del governo algerino per le sue posizioni antigovernative, al punto che secondo l’amico Xavier Driencourt, ex ambasciatore francese ad Algeri, stava pensando di stabilirsi definitivamente in Francia, paese dove già passava molto tempo e di cui pochi mesi fa aveva ottenuto la cittadinanza.
Anche per questo motivo in questi giorni hanno chiesto la sua liberazione non solo moltissimi intellettuali francesi e stranieri, ma anche molti politici francesi di vari partiti, dal segretario del Partito Socialista, Olivier Faure, alla presidente di Rassemblement National, Marine Le Pen. Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha detto di essere «molto preoccupato per la scomparsa» di Sansal, che ha definito «un grande scrittore e intellettuale».
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Non è la prima volta che Sansal fa dichiarazioni di questo tipo, ma ultimamente i rapporti tra Marocco, Francia e Algeria sono diventati ancora più problematici del solito. Lo scorso luglio la Francia, che finora aveva mantenuto una posizione piuttosto equidistante fra i due paesi, si è sbilanciata in favore del Marocco riconoscendo la sovranità marocchina sul Sahara occidentale. A fine ottobre il presidente Macron ha ribadito questa posizione durante un discorso al parlamento marocchino a Rabat, durante la sua prima visita ufficiale nel paese dal 2018, che ha confermato il riavvicinamento fra i due paesi.