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  • Domenica 6 aprile 2025

Sarajevo ha un problema con le sue facciate

Quelle di molti edifici nella capitale bosniaca cadono a pezzi, senza che si faccia molto, a parte avvisare i passanti di stare attenti

L'ingresso di un condominio a Sarajevo, con il cartello con la scritta «opasnost od obrušavanja fasade», pericolo di sgretolamento della facciata
L'ingresso di un condominio a Sarajevo, con il cartello con la scritta «opasnost od obrušavanja fasade», pericolo di sgretolamento della facciata (Il Post)

Per le strade di Sarajevo, la capitale della Bosnia Erzegovina, non è raro vedere cartelli attaccati alle facciate di molti edifici che dicono cose come: «Opasnost! Fasada se obrušava!» (Pericolo! La facciata si sgretola!), oppure «Opasnost od obrušavanja fasade» (Pericolo di sgretolamento della facciata). Possono sembrare avvertimenti temporanei, ma in molti casi sono lì da tempo e sono un segnale evidente dei vari problemi edilizi della città, legati in parte alla sua storia e in parte a problemi con la manutenzione.

L'ingresso di un condominio nella municipalità di Sarajevo Centro

L’ingresso di un condominio nella municipalità di Sarajevo Centro (Il Post)

La storia degli edifici di Sarajevo è molto travagliata anche (ma non solo) per via della storia del paese, spiega Adnan Pašić, architetto e docente della Facoltà di architettura di Sarajevo. Pašić ha detto che il problema delle facciate che crollano riguarda in particolare gli edifici costruiti quando Sarajevo faceva parte dell’Impero austro-ungarico e quelli costruiti tra le due guerre mondiali, e che oggi sono perlopiù condomini: «L’ultima volta che queste facciate vennero ristrutturate in modo organizzato ed efficace fu in occasione delle Olimpiadi invernali di Sarajevo, nel 1984».

Una delle cause dello stato malridotto delle facciate di molti edifici, dice Pašić, è la guerra che si combatté in Bosnia tra il 1992 e il 1995. Sarajevo venne circondata dall’esercito Serbo di Bosnia (VRS), che la bombardò per quasi quattro anni: praticamente tutti gli edifici della città subirono danni, che in molti casi sono visibili ancora oggi.

La facciata di una casa danneggiata dalla guerra a Sarajevo (AP/Armin Durgut)

La facciata di un edificio danneggiato dalla guerra a Sarajevo (AP/Armin Durgut)

Dopo la fine della guerra la città è stata in gran parte ricostruita. Molti edifici però non sono mai stati riparati del tutto, in alcuni casi perché i proprietari non si potevano permettere le spese, oppure perché non era più chiaro chi fosse il legittimo proprietario (per esempio, perché i proprietari originari avevano lasciato l’abitazione durante la guerra e l’appartamento era stato occupato da altri; oppure perché un edificio apparteneva a un’impresa statale che magari, nel frattempo, era fallita o era stata privatizzata).

La guerra, che comunque finì ormai trent’anni fa, non è l’unica ragione del cattivo stato degli edifici di Sarajevo. C’entrano anche fattori più banali, come il fatto che in alcuni casi le persone che ci abitano non vogliono o non possono contribuire alla loro manutenzione, anche se in teoria sarebbero obbligate a farlo.

Il palazzo che ospitava il vecchio cinema Apollo, in centro a Sarajevo, ancora abbandonato e pericolante trent'anni dopo la fine della guerra

Il palazzo che ospitava il vecchio cinema Apollo, in centro a Sarajevo, oggi abbandonato e pericolante (Il Post)

Secondo la legge, mantenere i muri esterni di un edificio è responsabilità dei proprietari dell’immobile. Nel caso dei condomini gli inquilini devono pagare per la loro manutenzione, che dovrebbe essere fatta da un’impresa che gestisce l’edificio per conto loro.

Queste imprese presentano agli inquilini delle “bollette” mensili che includono una quota di costi per il mantenimento delle parti comuni: nella pratica, però, molti sarajevesi non le pagano, nonostante si tratti di importi piuttosto ridotti (in genere, somme mensili inferiori a 10 euro). Negli ultimi anni l’economia della Bosnia Erzegovina, e in particolare di Sarajevo, è in crescita: per molti anni dopo la guerra però i bosniaci hanno vissuto in condizioni economiche precarie, e pagare le spese comuni dei condomini non era una priorità.

Inoltre le imprese che gestiscono i condomini sono piuttosto inefficienti. In molti casi rinunciano a esigere il pagamento delle somme dovute, e usano ciò che riescono a incassare per mantenere la propria struttura e per gli interventi urgenti e non rinviabili. Di fronte a questa situazione di incuria, le parti comuni di molti condomini (le facciate, le scale e a volte anche il tetto) vengono lasciate a loro stesse e non vengono riparate.

Alcune case nel centro di Sarajevo

Alcuni edifici nel centro di Sarajevo (Foto di monk 333 su Unsplash)

Nonostante il pericolo per i passanti, e nonostante il fatto che i giornali sarajevesi diano spesso conto di incidenti, gli abitanti della città si sono in un certo senso abituati alla situazione: i numerosi cartelli che segnalano, da anni, la presenza di facciate pericolanti sono il segno più visibile di questa situazione. Ce ne sono molti soprattutto nei quartieri più centrali della città, dove gli edifici sono più antichi, e di solito vengono sistemati all’altezza degli occhi dei passanti.

Secondo Haris Bradić, docente alla Facoltà di architettura di Sarajevo, il problema è dovuto principalmente a quella che lui ha definito una «mentalità passiva» dei sarajevesi, poco propensi ad assumersi la responsabilità delle parti del condominio che non fanno fisicamente parte del proprio appartamento. In un’intervista sull’argomento, Bradić ha sottolineato che dal suo punto di vista «è un peccato» che molti edifici di Sarajevo siano in condizioni precarie: dice che la città ha un grande patrimonio architettonico, ma tante costruzioni sono lasciate «in rovina».

Un panorama dei quartieri più centrali, e vecchi, di Sarajevo (Il Post)

Un panorama dei quartieri più centrali, e vecchi, di Sarajevo (Il Post)

Secondo Pašić, questa situazione è anche il risultato della transizione del paese dal socialismo al capitalismo. Prima di diventare indipendente, la Bosnia Erzegovina faceva parte della Jugoslavia socialista: in passato «erano le autorità a prendersi cura delle parti comuni degli edifici», dice, notando che molti non hanno cambiato mentalità e «si aspettano che sia così ancora oggi».

Di fronte alla passività dei residenti spesso sono le diverse amministrazioni comunali della città di Sarajevo (che è suddivisa in quattro municipalità) a farsi carico della ricostruzione delle facciate. Il rinnovamento degli edifici finanziato con fondi comunali, però, procede a rilento rispetto alle necessità reali. «I fondi non sono sufficienti a garantire una vasta azione di restauro», dice Pašić, spiegando che comunque è meglio di niente: «Da qualche parte bisogna pur cominciare».