Le foto delle manifestazioni per i femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella

Hanno partecipato migliaia di persone, soprattutto a Roma, a Messina e davanti alle università

Manifestazione all'Università La Sapienza, Roma, 3 aprile 2025 (Cecilia Fabiano/LaPresse)
Manifestazione all'Università La Sapienza, Roma, 3 aprile 2025 (Cecilia Fabiano/LaPresse)
Caricamento player

Negli ultimi giorni i due più recenti femminicidi avvenuti in Italia, quello di Ilaria Sula e di Sara Campanella, hanno dato origine a manifestazioni di protesta a cui hanno partecipato migliaia di persone. Le più grosse sono state organizzate in diverse città dal movimento femminista Non Una Di Meno, dalle associazioni studentesche e dai centri antiviolenza. Nei prossimi giorni ne sono previste altre un po’ in tutt’Italia.

Le principali manifestazioni si sono tenute a Bologna il 2 aprile in Piazza Maggiore dove erano presenti più di 2mila persone, a Roma sempre il 2 aprile e poi il giorno dopo all’Università La Sapienza a cui Ilaria Sula era iscritta. E poi a Milano davanti all’Università Statale, a Firenze, a Messina, Palermo, Ferrara e Terni, tra le altre.

In diversi interventi è stato criticato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha commentato i due ultimi femminicidi facendo riferimento alle «etnie» degli uomini violenti. L’Istat, che raccoglie ogni anno in un report i dati sui femminicidi in Italia, dice che nel 2023 le donne italiane vittime di femminicidio sono state uccise per il 94,3 per cento da italiani, e che quelle straniere sono state uccise da propri connazionali nel 43,8 per cento dei casi.

A inizio marzo il Consiglio dei ministri aveva approvato una legge per introdurre nel codice penale il reato di femminicidio, prevedendo la pena dell’ergastolo. L’iniziativa è stata criticata dai movimenti femministi e dai centri antiviolenza perché, sostengono, la violenza maschile contro le donne necessita di un piano di prevenzione che lavori sulla società tutta e sulla scuola.

Durante le manifestazioni sono state alzate collettivamente in aria delle chiavi, per ribadire che la violenza maschile contro le donne avviene soprattutto per mano di persone conosciute e che «hanno le chiavi di casa», come è stato cantato nelle piazze: anche per questo gli approcci securitari basati esclusivamente su aumenti delle pene e su una maggiore presenza della polizia per le strade sono giudicati poco efficaci.

Nel frattempo la rete dei centri antiviolenza D.i.Re ha attivato un servizio di ascolto disponibile dal lunedì al venerdì, dalle 12:00 alle 16:00, per offrire supporto e risposte concrete in modo anonimo e gratuito. Si può accedere alla chat negli orari e nei giorni indicati scrivendo qui.

***

Se hai bisogno di aiuto o sostegno qui c’è l’elenco di tutti i numeri telefonici dei centri antiviolenza della rete D.i.Re. È anche possibile chiamare il numero antiviolenza e stalking 1522, gratuito, attivo 24 ore su 24 con un’accoglienza disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. In entrambi i casi si riceveranno indicazioni da persone che hanno l’esperienza e la formazione più completa per occuparsi di questa questione. È anche possibile, di fronte a una situazione di emergenza, chiamare i carabinieri o la polizia al 112.