L’opposizione in Turchia aveva trovato quello giusto
Ekrem Imamoglu è ritenuto l'unico in grado di superare le divisioni e di vincere contro Erdogan: ora la sua carriera politica rischia di essere distrutta

Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul appena deposto, è il più carismatico leader politico turco d’opposizione degli ultimi decenni. È anche ritenuto l’unico che sarebbe in grado di vincere un’elezione contro il presidente Recep Tayyip Erdogan. Per questo l’opposizione in Turchia, e in particolare il Partito popolare repubblicano (CHP), il suo partito, si preparava da mesi a sostenerlo alle elezioni presidenziali.
La candidatura di Imamoglu avrebbe dovuto essere ufficializzata questo fine settimana, dopo le elezioni primarie del CHP. Ma pochi giorni prima del voto Imamoglu è stato accusato di corruzione e terrorismo in un processo politicamente motivato, e ora sono a rischio sia la sua carriera politica sia le possibilità dell’opposizione di battere Erdogan.
Ekrem Imamoglu è una figura rara nel sistema politico turco. È capace di parlare a più elettorati assieme (esattamente come fa Erdogan), e questo gli consente di superare il problema principale dell’opposizione al presidente: le divisioni dentro all’opposizione.
Oggi l’opposizione a Erdogan è dominata dal CHP, il partito di Imamoglu, il più antico partito politico della Turchia: fu creato dal fondatore della repubblica turca, Kemal Atatürk, e per questo il CHP viene frequentemente definito “kemalista”. Il CHP è un partito di centrosinistra, con una tradizione rigidamente secolare e alcuni elementi nazionalisti. Alle elezioni degli ultimi decenni ha sempre ottenuto attorno al 20-25 per cento dei voti, senza mai riuscire a vincere.

Un manifesto di Kemal Atatürk a Istanbul nel 2023 (AP Photo/Francisco Seco)
Attorno al CHP, però, a ogni elezione si è sempre creata una confusa schiera di partiti più piccoli, le cui divisioni hanno ostacolato il successo dell’opposizione: negli ultimi due decenni alle elezioni si sono sempre presentati dai 15 ai 25 partiti, la maggior parte dei quali di opposizione. L’urgenza di sconfiggere Erdogan ha spesso creato una forte confusione ideologica. Alle ultime elezioni nel 2023, per esempio, il CHP formò un’alleanza di sei partiti estremamente eterogenea, in cui di fatto era l’unica formazione di centrosinistra: tutti gli altri erano partiti di centrodestra e anche di destra estrema. C’era perfino il partito dell’ex primo ministro di Erdogan, Ahmet Davutoglu.
Tra gli alleati più stabili del CHP negli ultimi anni ci sono stati il Buon partito (IYI), che è un partito ultranazionalista, e il Partito della Felicità, islamista conservatore.
A questo quadro si aggiungono poi i partiti su base etnica, come il Partito dell’Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli (DEM), che è un partito curdo di sinistra estremamente popolare nel sud-est della Turchia, dove appunto vive la comunità curda. Pur ottenendo sempre risultati superiori al 10 per cento, il partito DEM è escluso dalle alleanze anti Erdogan, perché gli altri partiti turchi vogliono evitare di sembrare troppo vicini alla causa dell’autonomismo curdo. Lo storico leader del partito, Selahattin Demirtas, è in prigione dal 2016, con accuse di terrorismo che sono ritenute politicamente motivate.
In questo contesto Imamoglu è un politico raro. I sondaggi dicono che grazie a lui il CHP riuscirebbe a superare la soglia del 25 per cento alla quale è rimasto bloccato negli ultimi decenni: attualmente nei sondaggi il partito è al 30 per cento, alla pari con il Partito Giustizia e Sviluppo (AKP) di Erdogan. Se poi fossero necessarie delle alleanze, Imamoglu è ritenuto abbastanza abile da gestirle.

Un manifestante con una bandiera turca il 23 marzo 2025 (AP Photo/Emrah Gurel)
La sua capacità di superare le divisioni viene in parte dalla sua biografia: è nato nella provincia di Trebisonda, sul mar Nero, da una famiglia islamica conservatrice. Da bambino fece studi coranici, cosa che gli consente di parlare alla parte più religiosa e conservatrice della popolazione turca. Durante l’università si avvicinò poi al CHP e alle sue politiche secolari e di centrosinistra.
È un politico con buone credenziali progressiste, ma ha anche avuto una carriera da imprenditore di successo, cosa che rassicura i centristi. Tra le altre cose, tra il 2002 e il 2003 fu parte del consiglio di amministrazione del Trabzonspor, che è la squadra di calcio di Trebisonda ed è molto seguita in Turchia.
Soprattutto, ciò che rende Imamoglu popolare è la fama di essere un vincente. Nel 2019 fu candidato da semisconosciuto come sindaco di Istanbul, la più grande e importante città turca, in cui Erdogan è sempre stato fortissimo: Erdogan è nato a Istanbul ed è stato sindaco della città. Imamoglu vinse. Erdogan allora fece ripetere le elezioni, appellandosi a un cavillo. Imamoglu le vinse ancora, con un margine maggiore. È poi stato riconfermato l’anno scorso per un secondo mandato da sindaco.
Il governo di Erdogan vede da tempo in Imamoglu una minaccia politica e cerca in ogni modo di fermarlo: oltre alle accuse più recenti, contro di lui sono attive più di 90 indagini amministrative o penali, alcune delle quali sembrano decisamente di poco conto. È stato accusato di aver calciato la tomba di un antico sultano e di aver dato degli «sciocchi» ai funzionari che confermarono la ripetizione delle elezioni del 2019. Il processo per quest’ultimo reato è ancora in corso e Imamoglu rischia due anni di prigione.
Con le accuse recenti di corruzione e terrorismo, Erdogan sta cercando di far finire definitivamente la carriera di Imamoglu. In questi giorni però alcuni analisti hanno ricordato che nel 1998 un altro famoso sindaco di Istanbul fu arrestato con accuse politicamente motivate e trascorse alcuni mesi in prigione: era Recep Tayyip Erdogan, che allora era un politico musulmano moderato e democratico, e non ancora il leader autoritario di oggi. Il suo arresto contribuì a renderlo popolare in tutta la Turchia, e pochi anni dopo vinse le sue prime elezioni nazionali.