La nave Cassiopea è in viaggio per l’Albania con 49 persone migranti a bordo
È la terza operazione di questo tipo da quando sono stati aperti i centri: le altre volte però i giudici italiani non avevano convalidato i trattenimenti

Domenica mattina la nave Cassiopea è partita dalle acque al largo di Lampedusa, in Sicilia, per portare in Albania 49 persone migranti soccorse negli ultimi giorni dalle autorità italiane. Saranno portate nei discussi centri per richiedenti asilo realizzati dal governo italiano in Albania. L’arrivo è previsto per martedì, fa sapere una fonte al Post. La nave Cassiopea, un pattugliatore della Marina Militare, si trovava da venerdì nelle acque vicino all’isola di Lampedusa, in Sicilia, e aveva inizialmente preso a bordo 11 persone migranti.
È la terza operazione di questo tipo da quando i centri sono stati aperti, e anche quella con più persone rispetto alle due precedenti di ottobre e novembre. Nelle altre due operazioni il tribunale di Roma non aveva convalidato i trattenimenti dei migranti, che avevano dovuto quindi essere riportati in Italia e rilasciati, sempre per mezzo di una nave militare (la Libra), con tutti i relativi costi. A dicembre il governo aveva però ottenuto di togliere la competenza su questi casi ai giudici dei tribunali (cioè gli organi di giudizio di primo grado) e di affidarla alle Corti d’appello.
La decisione aveva suscitato moltissime proteste nella magistratura, che riteneva che in questo modo si sarebbe rallentata molto l’attività delle Corti d’appello. Dal 18 dicembre però il presidente della Corte d’appello di Roma aveva deciso di impiegare temporaneamente dei magistrati del tribunale, tra cui gli stessi specializzati in immigrazione che non avevano convalidato i rimpatri e che il governo voleva evitare.
Dopo i primi due trasferimenti i centri per richiedenti asilo in Albania – che si trovano tra Shengjin, sul mare, e Gjader, nell’entroterra – erano rimasti vuoti. I centri dovrebbero servire per portare i migranti soccorsi nel Mediterraneo, in acque internazionali, dalle autorità italiane, e al loro interno è previsto che siano detenuti i migranti maschi, adulti e provenienti da quelli che l’Italia considera “paesi sicuri”. La gestione delle strutture, così come delle procedure per esaminare le richieste d’asilo, è interamente a carico dello Stato italiano.
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