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  • Lunedì 11 novembre 2024

Trump sta scegliendo soprattutto persone a lui fedeli

Diversamente da quanto aveva fatto nel suo primo mandato da presidente, quando si era circondato di politici e funzionari esterni alla sua cerchia

Donald Trump nell'ottobre 2024
Donald Trump nell'ottobre 2024 (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)
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Donald Trump ha iniziato a lavorare alle nomine della sua amministrazione assieme al suo team di transizione, cioè il gruppo di collaboratori che si sta occupando della fase precedente all’insediamento del presidente eletto. Trump e i suoi devono selezionare più di 4.000 collaboratori che diventeranno i segretari (cioè i ministri) del suo nuovo governo, i capi delle agenzie federali, i funzionari, i diplomatici e così via.

A giudicare dalle prime mosse e da varie indiscrezioni uscite sui media, sembra che la tendenza di Trump al momento sia quella di nominare soprattutto collaboratori di lungo corso, persone a lui fedeli e ideologicamente allineate. È il contrario di quanto avvenuto durante il primo mandato, quando Trump, appena arrivato alla Casa Bianca, nominò molti politici e funzionari rispettati ma esterni alla sua cerchia, per poi licenziarli quasi tutti negli anni successivi.

Trump ha già fatto le prime nomine nei giorni scorsi, a partire da Susie Wiles, la responsabile della sua campagna elettorale che è stata scelta come capa di gabinetto della Casa Bianca.

Quando negli Stati Uniti era domenica sera, Trump ha poi ha scelto Thomas Homan come responsabile delle politiche di frontiera o, come ha annunciato lui stesso, responsabile «dell’Espulsione degli Immigrati Illegali indietro nel proprio Paese d’Origine». Homan aveva lavorato alle politiche migratorie della prima amministrazione Trump e anche lui è rimasto un consigliere molto vicino al nuovo presidente. In più di un’occasione Homan ha detto che la nuova amministrazione farà vaste operazioni di polizia nei luoghi di lavoro per catturare i migranti irregolari ed espellerli, una misura che il governo di Joe Biden aveva interrotto.

Lunedì, poi, ha scelto la deputata trumpiana Elise Stefanik come nuova ambasciatrice alle Nazioni Unite.

La tendenza a nominare collaboratori fedeli la si vede anche nelle persone che Trump ha già deciso di escludere: sempre domenica ha detto che né Mike Pompeo, il suo ex segretario di Stato, né Nikki Haley, ex ambasciatrice presso le Nazioni Unite, torneranno a fare parte dell’amministrazione. Pompeo e Haley non fanno parte della cerchia più stretta di Trump, e anzi Haley quest’anno l’ha sfidato alle primarie del Partito Repubblicano, perdendole.

La persona che si sta occupando di vagliare e di selezionare i possibili candidati è Howard Lutnick, un miliardario finanziere capo della banca d’affari Cantor e di numerose altre attività di investimento e trading. Lutnick, che è uno dei co-responsabili del team di transizione, lavora già da mesi alla selezione dei candidati, e secondo il Wall Street Journal sta mettendo assieme delle presentazioni da sottoporre a Trump per ciascun candidato, che comprendano tra le altre cose una fotografia e una selezione delle interviste televisive fatte in precedenza, per capire quanto il candidato sia a suo agio nei telegiornali e nei talk show.

L’aspetto e la capacità di apparire in televisione sono sempre stati due elementi importanti con cui Trump ha selezionato le persone di cui si circonda.

Howard Lutnick ( a destra) e J.D. Vance nel 2024

Howard Lutnick (a destra) e J.D. Vance nel 2024 (Dave Kotinsky/Getty Images for The Cantor Fitzgerald Relief Fund)

Attorno a Howard Lutnick, peraltro, ci sono grossi sospetti di conflitto d’interessi, perché si troverà a selezionare anche i funzionari che si occuperanno del controllo delle società finanziarie e di Wall Street.

Il processo di selezione della nuova amministrazione sta inoltre avendo effetti anche al Senato, dove i Repubblicani hanno appena ottenuto la maggioranza. Per legge il Senato deve approvare tutte le nomine più importanti del governo, ma questo può richiedere mesi, o in alcuni casi addirittura degli anni, perché l’opposizione può fare ostruzionismo. Nell’attuale amministrazione Biden, per esempio, ci sono ancora due segretari (quello al Lavoro e quello alla Casa) che formalmente sono “facenti funzione” perché non hanno mai ricevuto l’approvazione ufficiale del Senato.

Per questo domenica Trump ha scritto su Twitter che il nuovo speaker del Senato dovrà concedergli di fare nomine anche senza approvazione, tramite quelli che vengono definiti “recess appointments”. In pratica Trump vuole che il nuovo speaker mandi in vacanza tutta l’aula per una decina di giorni, perché la legge consente al presidente di fare nomine emergenziali quando il Senato è in vacanza o non può riunirsi. Questo espediente è stato usato ampiamente anche dalle amministrazioni precedenti, ma mai per nominare tutto il governo.