In Marocco ci sono due grandi teatri che non hanno mai aperto

A Rabat e a Casablanca: sono stati progettati da famosi architetti e i lavori di costruzione sono terminati anni fa, ma non sono mai stati nemmeno inaugurati

Una foto del teatro visto da lontano: ha una struttura bianca dal design futuristico, in mezzo a un prato verde con la città e il cielo azzurro sullo sfondo
Il Grand Théâtre de Rabat fotografato nel 2023 (ANSA/David Zorrakino/Contacto via ZUMA Press)
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A Rabat, la capitale del Marocco, c’è un grande edificio bianco dal design futuristico: è  il Grande Teatro di Rabat, da 1.800 posti e disegnato dalla celebre architetta Zaha Hadid, la prima donna a vincere il premio Pritzker, il più importante riconoscimento internazionale per l’architettura. La sua costruzione è terminata da tre anni, ma il teatro è ancora chiuso e la sua inaugurazione non è per ora in programma, nonostante i costi di manutenzione annuali dell’edificio siano altissimi.

La storia del Grande Teatro e di un altro edificio simile a Casablanca, sempre in Marocco, è stata raccontata tra gli altri dal corrispondente dal Marocco del giornale francese Le Monde, Alexandre Aublanc. I piani per la costruzione del Grande Teatro di Rabat iniziarono nel 2010 nell’ambito di un’ampia iniziativa del re del Marocco Muhammad VI per promuovere e incoraggiare le arti e la cultura marocchina, un’idea già sostenuta da suo nonno, il re Muhammad V. Fu uno degli ultimi edifici progettati dall’architetta anglo-irachena Zaha Hadid prima di morire, nel 2016, e la sua costruzione iniziò a ottobre del 2014 con un budget dell’equivalente di 190 milioni di euro.

Nel 2021, quando terminarono i lavori, la stampa marocchina descrisse il Grande Teatro come il «più grande teatro dell’Africa» e Vanity Fair lo definì «la risposta del Marocco all’Opera House di Sydney», un riferimento all’edificio australiano più famoso e riconoscibile del mondo. Il Grande Teatro di Rabat però non ha mai aperto. Diverse persone che hanno voluto mantenere l’anonimato, definendo la questione di natura «sensibile», hanno detto ad Aublanc che nessuno sa quando verrà inaugurato dal re, anche se secondo i piani iniziali avrebbe dovuto aprire già nel 2019.

Una storia molto simile ce l’ha il Grande Teatro di Casablanca, un’altra importante città marocchina, circa 90 chilometri a sud di Rabat. La gara d’appalto per la sua costruzione fu vinta nel 2009 dallo studio dell’architetto francese Christian de Portzamparc. L’edificio è costato l’equivalente di 130 milioni di euro e i lavori sono finiti da quattro anni, ma è ancora chiuso.

Se anche a un certo punto dovessero aprire, ci sono dubbi sulla possibilità che i due teatri riescano ad attrarre pubblico in modo paragonabile ai grandi teatri di altre capitali, cosa che richiederebbe moltissimi finanziamenti aggiuntivi e un programma d’eccellenza stagione dopo stagione. In più le attività di reclutamento dei dipendenti, in particolare dei direttori artistici, sta andando molto a rilento. Secondo una fonte anonima citata da Le Monde le autorità starebbero cercando dei direttori artistici marocchini di alto profilo, ma per ora non hanno trovato nessuno interessato.

Il Grande Teatro di Rabat è comunque già stato stampato su una nuova tiratura di banconote, ed è stato proposto dal comitato marocchino incaricato dell’organizzazione dei Mondiali di calcio maschili del 2030 come sede per i sorteggi delle gare, che si dovrebbero tenere fra il 2027 e il 2028.