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  • Lunedì 15 aprile 2024

La prima sentenza sull’accusa di stupro negli uffici del parlamento australiano

Bruce Lehrmann ha perso la causa civile per diffamazione contro Brittany Higgins, che l’aveva accusato di averla stuprata nel 2019: il giudice ha ritenuto credibile la testimonianza della donna

Brittany Higgins nel 2022 (Martin Ollman/Getty Images)
Brittany Higgins nel 2022 (Martin Ollman/Getty Images)
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Lunedì il giudice di un tribunale civile australiano ha ritenuto credibile la testimonianza di Brittany Higgins, un’ex assistente parlamentare australiana che nel 2021 accusò il collega Bruce Lehrmann di averla stuprata in un ufficio del parlamento australiano, nel 2019. È la prima volta che un giudice si esprime sul caso, che in Australia era stato particolarmente seguito e aveva provocato estese proteste contro la violenza di genere.

La vicenda era cominciata nel febbraio del 2021, quando Higgins aveva raccontato al programma televisivo The Project, trasmesso dalla rete Network 10, di essere stata stuprata nel 2019 all’interno della Camera dei rappresentanti del parlamento, a Canberra, la capitale dell’Australia. Higgins aveva detto che il 22 marzo era tornata con un collega nella sede del parlamento dopo una festa di lavoro a cui aveva bevuto molto. Secondo il suo racconto, lo stupro era avvenuto nell’ufficio dell’allora ministra della Difesa, Linda Reynolds, ed era stato compiuto da un altro collaboratore del partito allora al governo.

Higgins aveva raccontato di aver iniziato a sentirsi poco bene e di essersi stesa su un divano per dormire; poco dopo però si era risvegliata senza vestiti, con l’uomo addosso che la stava violentando. Dopo lo stupro l’uomo se ne era andato lasciandola sul divano seminuda. All’inizio l’identità del collaboratore coinvolto non era stata resa pubblica, ma in seguito è stato identificato come Lehrmann.

L’intervista di Higgins aveva provocato manifestazioni e proteste in molte città australiane contro le violenze sessuali subite dalle donne e la cultura sessista che molti ritengono che ci sia nel paese. Il caso aveva anche messo in grossa difficoltà il governo: l’allora primo ministro Scott Morrison, leader del Partito Liberale, aveva chiesto pubblicamente scusa a Higgins dicendo «una cosa del genere non sarebbe mai dovuta accadere».

Lehrmann però si è sempre detto innocente, e finora non ha subìto conseguenze penali: il processo penale sul presunto stupro fu infatti annullato nel 2022, a causa di una violazione del regolamento da parte della giuria. Fu poi deciso di archiviare del tutto le accuse, per timore che un nuovo processo potesse essere troppo rischioso per la salute mentale di Higgins, che intanto era stata ricoverata in ospedale a causa del trauma dovuto alla violenza.

La sentenza emessa lunedì non riguarda quindi un processo penale per stupro, ma uno civile per diffamazione intentato da Lehrmann contro Network 10, la rete televisiva che nel 2021 aveva trasmesso l’intervista in cui Higgins l’aveva accusato di averla stuprata. Per questo Lehrmann ha fatto causa sostenendo di essere stato diffamato.

In Australia in un processo civile gli standard per determinare i fatti sono meno rigidi che in un processo penale. Il giudice ha stabilito che, in base alle prove presentate dalle parti, il resoconto fornito da Higgins possa essere ritenuto più probabilmente vero che falso, e che quindi Lehrmann non fu diffamato dai contenuti dell’intervista, dato che questi descrivevano fatti realmente avvenuti. Di conseguenza il tribunale ha stabilito che Lehrmann non ha diritto a ricevere un pagamento per eventuali danni, ma anzi probabilmente sarà tenuto a pagare le spese legali degli accusati.

Il giudice del processo per diffamazione, Micheal Lee, ha commentato la vicenda dicendo che Lehrmann era «scappato dalla tana del leone» evitando il processo per stupro, solo per rientrarci «per riprendere il cappello» intentando quello per diffamazione.