• Mondo
  • Giovedì 27 ottobre 2022

Il processo per il presunto stupro nel parlamento australiano è stato annullato

Per una violazione del regolamento da parte della giuria: è il caso che nel 2021 mise in crisi il governo e provocò ampie proteste

Bruce Lehrmann esce dal tribunale di Canberra, mercoledì 26 ottobre (Martin Ollman/ Getty Images)
Bruce Lehrmann esce dal tribunale di Canberra, mercoledì 26 ottobre (Martin Ollman/ Getty Images)

Il processo per il presunto stupro compiuto in un ufficio del parlamento australiano che nel 2021 mise in crisi il governo e portò migliaia di donne a manifestare contro le violenze di genere, il sessismo e la misoginia, è stato annullato per un’inosservanza del regolamento compiuta dalla giuria. Il caso, seguito e discusso anche a livello internazionale, è quello di Brittany Higgins – 28 anni, ex collaboratrice del Partito Liberale – che aveva accusato un collega di averla stuprata e con le sue denunce aveva permesso di far emergere altri scandali di abusi sessuali e comportamenti inopportuni nella politica australiana.

Adesso il processo contro Bruce Lehrmann, la persona accusata di aver stuprato Higgins, è stato annullato perché uno dei membri della giuria aveva portato in tribunale uno studio sulle aggressioni sessuali, che non avrebbe potuto avere con sé.

Al momento non è chiaro se si terrà un nuovo processo.

Nel febbraio del 2021 Higgins aveva raccontato al programma televisivo The Project e sul sito news.com.au di essere stata stuprata all’interno della Camera dei rappresentanti del parlamento, a Canberra, nel 2019. Aveva detto che lo stupro era avvenuto nell’ufficio dell’allora ministra della Difesa, Linda Reynolds, ed era stato compiuto da un altro collaboratore del partito allora al governo, Lehrmann, che all’inizio non aveva citato espressamente. Higgins aveva raccontato di aver iniziato a sentirsi poco bene e di essersi stesa su un divano per dormire; poco dopo si era risvegliata senza vestiti, con l’uomo addosso che la stava violentando.

Il processo a Lehrmann era cominciato a inizio ottobre e le udienze si erano concluse la settimana scorsa, quando poi la giuria aveva cominciato a deliberare. Martedì i giurati avevano detto alla giudice della Corte suprema del Territorio della capitale australiana (quello in cui si trova la capitale Canberra) di non aver ancora raggiunto un verdetto; la giudice, Lucy McCallum, li aveva invitati a continuare a deliberare.

Mercoledì sera poi un addetto della Corte ha trovato documenti relativi a una ricerca sulle aggressioni sessuali sistemando l’aula dove si stava riunendo la giuria, che è tenuta a raggiungere un verdetto basandosi esclusivamente sulle prove presentate in tribunale. Per questo motivo la giudice ha deciso di congedare la giuria e di annullare il processo, che era attesissimo e seguitissimo sia in Australia che all’estero: «Può darsi che non sia stato fatto alcun danno, ma non è un rischio che posso correre», ha detto McCallum, specificando di aver avvisato i giurati delle procedure almeno 17 volte.

La giudice McCallum ha poi fissato la data per un eventuale nuovo processo per il prossimo 20 febbraio: non è però detto che si terrà.

– Leggi anche: Gli scandali che hanno agitato la politica australiana, dall’inizio

Gli scandali emersi dopo le prime accuse di Higgins portarono decine di migliaia di attiviste e attivisti a organizzare manifestazioni in decine di città australiane e misero sotto grande pressione il governo dell’allora primo ministro australiano Scott Morrison. Reynolds fu licenziata per il suo coinvolgimento nello scandalo legato allo stupro di Higgins e fu licenziato anche il procuratore generale Christian Porter, accusato di aver violentato una donna nel 1988, quando lui aveva 17 anni e lei 16.

Dopo l’annullamento del processo, Higgins ha criticato il sistema giudiziario australiano. Parlando con i giornalisti fuori dal tribunale, ha detto che nel 2021 aveva «deciso di esporsi, di far sentire la propria voce contro lo stupro, contro l’ingiustizia» e di aver «detto la verità, indipendentemente da quanto fosse scomodo e sgradevole per la corte». Higgins ha anche detto che la sua vita è stata «analizzata pubblicamente», mentre quella di Lehrmann no: ha poi aggiunto che il modo in cui sono andate le cose «non cambierà la verità», ma di aver capito «a pieno» solo in questo momento quanto sia «asimmetrico» il sistema di giustizia penale in Australia.

Lehrmann, che di anni ne ha 27, non ha invece parlato con la stampa. Da quando è stato accusato non è mai stato sottoposto a custodia cautelare e durante il processo si è dichiarato non colpevole delle accuse. Ha negato di aver avuto rapporti sessuali con Higgins e ha sostenuto di non essere mai entrato nell’ufficio della ministra Reynolds. Se dovesse essere condannato in un eventuale nuovo processo, potrebbe rischiare fino a 12 anni di carcere.