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  • Venerdì 12 aprile 2024

A Bogotà si comincia a razionare l’acqua

È la prima volta che viene presa una decisione di questo tipo nella capitale colombiana: la causa è un lungo periodo di siccità e c'entra tra le altre cose il ritorno di “El Niño”

Un tecnico del comune di Bogotà controlla il livello dell'acqua nella riserva di San Rafael, l'8 aprile 2024
Un tecnico del comune di Bogotà controlla il livello dell'acqua nella riserva di San Rafael, l'8 aprile 2024 (AP Photo/Fernando Vergara)

A partire da giovedì a Bogotà, la capitale della Colombia, si è cominciato a razionare l’acqua a causa di un prolungato periodo di siccità che ha ridotto notevolmente il livello di riempimento dei grandi bacini naturali da cui dipendono le forniture in città.

È la prima volta nella storia recente che a Bogotà, una città normalmente piuttosto piovosa, si raziona l’acqua: gli esperti attribuiscono il grosso della responsabilità all’arrivo del Niño, l’insieme di fenomeni atmosferici che si verifica periodicamente nell’oceano Pacifico e influenza il clima di gran parte del pianeta, portando tra le altre cose a un aumento della temperatura media globale e a una variazione della quantità delle piogge.

Il razionamento è stato annunciato dalle autorità locali all’inizio della settimana e prevede che tutta Bogotà – in cui vivono circa nove milioni di persone – sia divisa in nove ampie zone, ciascuna delle quali a turno non avrà l’acqua per 24 ore, dalle 8 del mattino alle 8 del giorno seguente. I turni sono pensati in modo che, per esempio da qui alla fine di aprile, ciascuna zona subisca il razionamento due o tre volte. Ogni due settimane le autorità cittadine si riuniranno per valutare la situazione e decidere se continuare con i razionamenti o interromperli.

Dal razionamento saranno comunque escluse scuole, ospedali e altri edifici pubblici importanti.

Un indicatore del livello dell'acqua nella riserva di San Rafael

Un indicatore del livello dell’acqua nella riserva di San Rafael (AP Photo/Fernando Vergara)

Bogotà si trova a 2.600 metri sul livello del mare ed è una delle capitali più alte del mondo. Per la sua conformazione geografica, è solitamente una città piuttosto piovosa: in un anno possono cadere fino a 1.465 millimetri di pioggia (contro per esempio i circa 900 di Milano). Ma a partire dalla fine del 2023 è arrivato in Colombia il Niño, un fenomeno climatico periodico che ha enormi conseguenze sul clima di tutto il mondo, benché molto variabili: in alcune aree del pianeta aumenta le piogge, mentre in altre le riduce.

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In Colombia, e in particolare nella zona di Bogotà, il Niño ha provocato una forte riduzione delle piogge, che a sua volta ha provocato un abbassamento del livello delle grandi riserve d’acqua da cui dipende la capitale.

Al contrario di molte altre città che prendono la loro acqua da falde sotterranee, Bogotà riceve la quasi totalità della sua acqua da grandi riserve all’aperto, come per esempio il sistema lacustre di Chinganza, un insieme di laghi artificiali che normalmente fornisce a Bogotà il 70 per cento della sua acqua potabile. Questo sistema, attualmente, è appena al 16,9 per cento della sua capacità media in questa stagione: è il livello più basso da 40 anni.

Davanti a questa emergenza, le autorità hanno avviato grosse campagne per cercare di risparmiare acqua potabile e per promuovere comportamenti virtuosi. «Non sprechiamo nemmeno una goccia d’acqua», ha detto il sindaco Carlos Fernando Galán, che fa parte di un partito centrista. Anche il governo centrale colombiano, benché il presidente di sinistra Gustavo Petro sia un avversario politico del sindaco Galán, sta sostenendo la campagna di Bogotá.

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