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  • Lunedì 4 marzo 2024

La Francia ha inserito il diritto all’aborto nella Costituzione

È il primo paese al mondo a farlo, con uno storico voto dell'Assemblea nazionale e del Senato riuniti in sessione comune

Una donna in Place du Trocadéro, Parigi, 4 marzo
(Eric Broncard/Hans Lucas)
Una donna in Place du Trocadéro, Parigi, 4 marzo (Eric Broncard/Hans Lucas)
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Nel tardo pomeriggio di lunedì l’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento francese, e il Senato hanno approvato in una sessione comune la proposta di legge che inserisce nella Costituzione la libertà per le donne di abortire: ci sono stati 780 voti a favore e 72 contrari, quindi ben al di sopra della soglia minima di 512 voti, cioè i tre quinti dell’assemblea. La Francia è il primo paese che ha deciso di cambiare la propria Costituzione per inserire un riferimento specifico all’interruzione di gravidanza: negli anni passati molti paesi avevano collegato la tutela del diritto all’aborto ad alcuni diritti già presenti nelle loro costituzioni, come il diritto alla salute o il diritto alla privacy, ma mai nessuno lo aveva incluso esplicitamente tra i diritti costituzionali. Un altro stato che ci si avvicina molto è la Slovenia, la cui Costituzione dichiara che «ognuno deve essere libero di decidere se avere figli».

Erano due anni che il parlamento e poi lo stesso governo francese lavoravano a questa proposta, che inserisce nell’articolo 34 della Costituzione «la libertà garantita alla donna all’interruzione di gravidanza», rendendola molto più difficile da ostacolare a livello legale. L’esito del voto era abbastanza scontato, dato che entrambe le Camere si erano già espresse a favore negli scorsi giorni, ma era l’ultimo passaggio necessario per approvare definitivamente la norma: per cambiare la Costituzione, infatti, la legge doveva essere anche votata da almeno i tre quinti dei parlamentari dell’Assemblea e del Senato, riuniti in seduta comune nel cosiddetto Congresso di Versailles.

(AP Photo/Thomas Padilla)

– Leggi anche: La Polonia vuole introdurre una maggiore libertà di aborto

Lunedì il voto è stato seguito da moltissime persone in diretta da Place du Trocadéro a Parigi, dove diverse associazioni femministe in collaborazione con il comune hanno montato un maxi-schermo con l’obiettivo di celebrare un «evento festoso e storico». Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato la popolazione a partecipare a una celebrazione a Parigi l’8 marzo, durante la Giornata internazionale della donna.

In Francia l’interruzione di gravidanza è stata decriminalizzata all’inizio del 1975 grazie anche agli sforzi dell’allora ministra della Salute Simone Veil, da cui la legge prende nome. Negli ultimi anni si era sviluppato un dibattito pubblico intorno alla richiesta di alcune politiche e delle associazioni femministe di inserire nella Costituzione un’esplicita tutela del diritto all’aborto.

Nel 2022 questa proposta aveva raccolto molti più consensi dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di revocare il diritto all’aborto a livello federale, ribaltando la storica sentenza Roe v. Wade. A novembre del 2022 l’Assemblea nazionale francese aveva approvato a larga maggioranza una proposta di legge costituzionale che prevedeva di inserire nella Costituzione il «diritto all’interruzione volontaria di gravidanza».

A febbraio del 2023 il disegno di legge era stato approvato dal Senato, sostituendo però alla parola «diritto» l’espressione «libertà della donna», meno incisiva. Infatti, nonostante nessuno dei partiti in parlamento voglia rendere illegale l’aborto, i partiti di destra, come i Repubblicani, e di estrema destra, come Rassemblement National, erano contrari al suo inserimento nella Costituzione, e avevano sostenuto che questa fosse una misura superflua. Il cambiamento da «diritto» a «libertà» era stato fatto per ottenere il voto dei Repubblicani, che infatti avevano accettato la proposta.

Alla fine del 2023 Macron, che era favorevole all’inserimento del diritto nella Costituzione, aveva infine presentato un’altra proposta di legge che modificava «libertà della donna» con «libertà garantita della donna». La decisione di Macron di presentare lui stesso un disegno di legge sulla questione era stato apprezzato dalle organizzazioni femministe, dato che una proposta di emendamento della Costituzione che viene direttamente dal governo ha un processo di approvazione più semplice di quelle presentate dai parlamentari, che devono anche passare attraverso un referendum popolare.

La nuova dicitura era stata approvata dall’Assemblea nazionale a fine gennaio 2024 e dal Senato il 28 febbraio. I Repubblicani, che non avevano ricevuto indicazioni di voto dai loro leader ma che avevano votato «ciascuno secondo la propria coscienza», avevano ampiamente appoggiato la proposta.