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  • Venerdì 9 febbraio 2024

Le violente proteste contro il governo ad Haiti

Contro il presidente e primo ministro Ariel Henry, che non ha lasciato il potere benché avesse promesso nuove elezioni entro febbraio

Proteste antigovernative a Port-au-Prince, Haiti, 7 febbraio 2024 (AP Photo/Odelyn Joseph)
Proteste antigovernative a Port-au-Prince, Haiti, 7 febbraio 2024 (AP Photo/Odelyn Joseph)
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Da lunedì 5 febbraio a Haiti sono in corso grandi proteste per chiedere le dimissioni del presidente e primo ministro Ariel Henry. Ci sono stati violenti scontri con la polizia e cinque agenti della Brigata di sorveglianza delle zone protette (BSAP), che dipende dal governo ma che sta ora partecipando alle manifestazioni antigovernative, sono stati uccisi dopo essersi rifiutati di gettare le armi e aver sparato in direzione della polizia, secondo quanto riferito da un sindacato locale della polizia.

Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo, in cui è in corso da tempo una gravissima crisi politica, sociale ed economica che ha portato le bande criminali ad avere sempre più potere e a controllare gran parte della capitale Port-au-Prince.

Proteste antigovernative a Port-au-Prince, Haiti, 5 febbraio 2024 (AP Photo/Odelyn Joseph)

La crisi era iniziata il 7 luglio del 2021 quando l’allora presidente haitiano Jovenel Moïse fu ucciso da un gruppo di persone che fecero irruzione nella sua residenza, in circostanze sospette. Ariel Henry divenne presidente e primo ministro poche settimane dopo, e ancora oggi ricopre il suo incarico benché siano emersi alcuni legami con la persona sospettata di avere organizzato l’uccisione di Moïse.

Henry ha sempre respinto ogni tipo di accusa, sfruttando il proprio potere per difendersi e facendo dimettere alcuni funzionari che lo avevano convocato per chiarire la propria posizione nella vicenda. Erano infatti stati scoperti dai registri telefonici contatti con Joseph Felix Badio, un ex funzionario del ministero della Giustizia sospettato di avere organizzato l’assassinio e che è stato arrestato nell’ottobre del 2023.

In base a un accordo concluso nel dicembre 2022 con i rappresentanti dei partiti politici Henry avrebbe dovuto ricoprire in modo temporaneo il suo incarico e organizzare nuove elezioni entro il 7 febbraio del 2024. Questo non è avvenuto e secondo quanto dichiarato da un funzionario di governo l’obiettivo di Henry è formare un governo di unità nazionale.

A quel punto, l’opposizione ha organizzato enormi proteste, che presto però hanno portato a gravi scontri con la polizia.

Proteste antigovernative a Port-au-Prince, Haiti, 6 febbraio 2024 (AP Photo/Odelyn Joseph)

Giovedì 8 febbraio Henry ha fatto un discorso alla nazione dicendo che è arrivato il momento «di unire le forze per salvare Haiti, per fare le cose in un altro modo nel nostro paese». Ha chiesto alla popolazione di non considerare il governo o la polizia come avversari e ha aggiunto che «coloro che scelgono la violenza» per prendere il potere «non lavorano nell’interesse del popolo haitiano».

Henry si è anche congratulato con la polizia per il suo lavoro di contrasto alle bande criminali e ha promesso che continuerà a fare pressione affinché nel paese arrivi una missione di polizia internazionale guidata dal Kenya e approvata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La missione avrebbe dovuto aiutare a contrastare la crescente violenza delle bande e per farlo il Kenya aveva offerto il proprio intervento alcuni mesi fa. A fine gennaio, però, l’Alta Corte del Kenya aveva deciso di bloccare l’invio dei poliziotti keniani, in seguito a un appello presentato dai partiti politici di opposizione e da due cittadini.

Proteste antigovernative a Port-au-Prince, Haiti, 7 febbraio 2024 (AP Photo/Odelyn Joseph)

Le proteste, a cui stanno partecipando migliaia di persone, sono state organizzate da diversi partiti all’opposizione e vi ha aderito anche la Brigata di sorveglianza delle zone protette, un corpo armato di guardiaparchi composto da ex militari il cui leader sembra essere l’ex senatore Guy Philippe, tornato ad Haiti dopo aver scontato una condanna per riciclaggio negli Stati Uniti. Giovedì 8 febbraio, durante un’intervista alla radio, Philippe ha criticato la comunità internazionale per aver sostenuto Henry e ha esortato gli agenti della Brigata a prendere il controllo delle regioni in cui lavorano. Ha invitato poi la polizia e l’esercito a «neutralizzare» chiunque sostenga il governo di Henry: «Questo è l’unico modo in cui dimostreremo che non stiamo giocando. Dobbiamo prepararci ad attaccarli».

Una donna corre tra il fumo durante le proteste antigovernative, Port-au-Prince, Haiti, 5 febbraio 2024 (AP Photo/Odelyn Joseph)

Martedì sera un commissariato della polizia nella provincia nord-orientale di Ouanaminthe è stato attaccato, secondo quanto riferito dai media locali, così come alcuni edifici governativi e aziende. Da lunedì le strade principali del paese sono bloccate e almeno mille scuole in tutto il paese sono state chiuse. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, a causa dei blocchi in corso gli aiuti umanitari di beni essenziali inviati ad Haiti sono diminuiti e i prezzi dei prodotti alimentari, in alcune aree, sono aumentati di oltre il 20 per cento.

Tag: Haiti