L’inaspettata crescita economica di Meta
Nonostante nel novembre del 2022 avesse licenziato 11mila dipendenti per la «recessione, l'aumento della concorrenza e la diminuzione delle inserzioni pubblicitarie»
Giovedì sera l’imprenditore Mark Zuckerberg ha condiviso i risultati economici di Meta, l’azienda che gestisce piattaforme digitali come Facebook, Instagram, WhatsApp e Threads, nell’ultimo trimestre del 2023. Sono molto migliori del previsto: tra ottobre e dicembre dell’anno scorso ha registrato un aumento del 25 per cento delle entrate trimestrali rispetto all’anno precedente (40,1 miliardi, rispetto ai 32,3 miliardi del 2022) e di aver più che triplicato i propri profitti, da 4,65 a 14 miliardi di dollari.
Zuckerberg ha aggiunto che l’azienda per la prima volta distribuirà dividendi ai propri azionisti: riceveranno 50 centesimi di dollaro per ogni azione che possiedono, a titolo di remunerazione per il capitale investito. In base all’attuale numero di azioni della società in circolazione, il dividendo quest’anno costerà a Meta circa 5 miliardi di dollari.
La crescita economica, superiore alle previsioni degli analisti, è stata piuttosto inaspettata: all’inizio del trimestre l’azienda aveva avvertito di essere un po’ in difficoltà per via dell’incertezza economica e della minore domanda pubblicitaria causata dalla guerra a Gaza. Un anno prima, nel novembre del 2022, la società aveva poi effettuato il più grande numero di licenziamenti nella propria storia: erano state licenziate 11mila persone, il 13 per cento di tutte quelle impiegate da Meta, dopo la comunicazione di risultati finanziari molto deludenti nell’ultimo trimestre.
Meta al tempo era in perdita da due trimestri consecutivi, dopo aver investito massicciamente sul cosiddetto “metaverso”, ovvero sulla costruzione di un grosso spazio virtuale a cui, secondo i piani di Zuckerberg, le persone avrebbero voluto connettersi in massa per svolgere attività di ogni tipo. In totale, tra il dicembre del 2022 e quello del 23 la forza lavoro dell’azienda è stata ridotta del 22 per cento, con migliaia di licenziamenti.
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Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato dell’azienda, ha detto che il fatto che l’azienda ora sia «più snella» l’ha aiutata a «operare meglio e più velocemente». L’imprenditore ha detto che, come nell’intera storia della compagnia, anche in quest’ultimo trimestre i ricavi sono arrivati in larghissima parte dalle entrate pubblicitarie ottenute dai moltissimi annunci mostrati agli utenti delle varie piattaforme dell’azienda. In questo senso, ha avuto successo l’investimento di Meta su alcuni software basati sul machine learning (la cosiddetta intelligenza artificiale) volti ad aiutare gli uffici marketing a individuare e raggiungere più facilmente il pubblico adatto.
Ora l’obiettivo dell’azienda è costruire un sistema di intelligenza artificiale «più avanzato». «Se avremo successo, tutti coloro che utilizzeranno i nostri servizi avranno a propria disposizione un assistente basato sull’intelligenza artificiale che li aiuti a fare quello che vogliono», ha detto Zuckerberg. Meta non è l’unica azienda tecnologica che sta investendo pesantemente sulle applicazioni delle capacità del machine learning per il più ampio pubblico: da quando nel 2022 sono diventati più accessibili e gratuiti servizi come ChatGPT, diverse aziende tra cui X (l’ex Twitter) hanno cominciato a cercare un modo di inserire prodotti simili nelle proprie piattaforme.
Da un punto di vista politico e reputazionale, Meta si trova comunque in una posizione molto complessa: soltanto giovedì Zuckerberg si è dovuto scusare pubblicamente durante un’udienza al Senato degli Stati Uniti in cui si è parlato del fatto che le sue piattaforme non hanno fatto abbastanza per tutelare i propri utenti minorenni. Ed è molto probabile che l’azienda verrà nuovamente coinvolta in scandali relativi alla radicalizzazione politica dei propri utenti e agli spazi creati da utenti estremisti sulle sue piattaforme, man mano che si avvicinano le tantissime elezioni nazionali e locali che si terranno quest’anno in decine di paesi del mondo.
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