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  • Lunedì 18 dicembre 2023

Quaranta milioni di euro per contrastare la violenza di genere

Li metterà la legge di bilancio, con un emendamento presentato dai principali partiti di opposizione e approvato all'unanimità

Una protesta del movimento “Non una di meno” a Palermo (Victoria Herranz/ZUMA Press Wire)
Una protesta del movimento “Non una di meno” a Palermo (Victoria Herranz/ZUMA Press Wire)
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Nella notte tra domenica e lunedì si è tenuto un importante voto alla commissione Bilancio del Senato in cui sono stati approvati quattro emendamenti presentati dal governo al disegno di legge di bilancio. Due di questi erano particolarmente importanti poiché riguardavano le pensioni dei medici e i fondi per il ponte sullo Stretto di Messina, temi di cui si era parlato molto nelle lunghe discussioni riguardo alla legge di bilancio. Ma oltre agli emendamenti presentati dal governo, ne è stato approvato anche uno delle opposizioni che prevede 40 milioni di euro per il contrasto della violenza degli uomini sulle donne.

È un emendamento presentato da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva e Azione, che hanno scelto di destinare tutte le risorse a loro disposizione su un argomento molto sentito, anche per via del femminicidio di Giulia Cecchettin e delle successive proteste e manifestazioni. La maggioranza ha condiviso l’emendamento e la votazione si è conclusa con un applauso.

Le opposizioni hanno usato così tutti i soldi del loro fondo, evidentemente per dare un segnale politico e mostrare un interesse concreto alla questione. Parliamo di risorse che ogni anno il governo lascia a disposizione dei membri del parlamento per proporre iniziative proprie da inserire nella legge di bilancio, il provvedimento che stabilisce come verranno spesi i soldi dello Stato nell’anno successivo e che nella sua parte sostanziale viene scritta dai governi.

Il fondo in questione quest’anno valeva circa 100 milioni, nel 2022 è stato di 330, ma in passato è stato anche molto più cospicuo: sono soldi che il ministero dell’Economia mette nelle disponibilità di deputati e senatori cosicché questi possano finanziare piccoli progetti, quasi sempre per soddisfare determinate categorie di lavoratori o per compiacere in vario modo il proprio elettorato (non a caso vengono definite volgarmente “marchette”). Di solito una quota maggiore è assegnata ai parlamentari della maggioranza che sostiene il governo, una quota minore quelli all’opposizione.

L’emendamento approvato lunedì finanzierà alcune misure specifiche: tra queste il reddito di libertà, ossia un contributo economico di 400 euro erogato dall’INPS alle donne vittime di violenza, che dovrebbe servire loro per costruirsi una base di indipendenza. Oltre a questo saranno destinati ai centri antiviolenza, a programmi di prevenzione e formazione.

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