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  • Giovedì 14 dicembre 2023

L’Ungheria riceverà 10 miliardi di euro di fondi europei che erano stati bloccati

L'autorizzazione della Commissione Europea era molto attesa, e potrebbe semplificare l'approvazione di nuovi aiuti all’Ucraina

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán (Michael Gruber/Getty Images)
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán (Michael Gruber/Getty Images)
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Mercoledì sera la Commissione Europa ha annunciato di aver sbloccato circa 10 miliardi dei cosiddetti “fondi di coesione” all’Ungheria, la cui erogazione era stata sospesa un anno fa. Sono fondi riservati alle aree più povere e arretrate dell’Unione, e la Commissione Europa nel dicembre del 2022 aveva deciso di non autorizzarli accusando il governo ungherese, guidato dal primo ministro di estrema destra Viktor Orbán, di avere creato un sistema politico, economico e giudiziario estremamente corrotto e illiberale.

L’autorizzazione dello sblocco dei fondi era molto attesa, e tra i più autorevoli giornali che si occupano di cose europee la si pronosticava come una questione di giorni. La decisione è stata annunciata il giorno prima dell’inizio a Bruxelles del Consiglio europeo, cioè la riunione dei capi di stato e di governo dell’Unione Europea, che tra giovedì e venerdì dovrà decidere se approvare nuovi aiuti all’Ucraina per un valore di 50 miliardi di euro, da aggiungere al bilancio pluriennale europeo per il periodo compreso fra 2021 e 2027.

Molti osservatori avevano collegato il possibile sblocco dei fondi europei per l’Ungheria ai nuovi aiuti all’Ucraina. L’Ungheria è infatti il paese europeo più di tutti legato alla Russia, e da mesi fa ostruzionismo contro gli aiuti all’Ucraina, che ritiene quei soldi cruciali per evitare la bancarotta e continuare a difendersi dall’invasione russa. L’Ungheria potrebbe aver chiesto alla Commissione di sbloccare i fondi europei in cambio dell’approvazione dei nuovi aiuti all’Ucraina: sia il governo ungherese sia la Commissione Europea però hanno negato che le due discussioni siano collegate.

Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, Orbán ha mostrato di avere un approccio molto cauto nei confronti della Russia. Pur sostenendo le sanzioni decise dall’Unione Europea contro il governo di Vladimir Putin, si è rifiutato di inviare armi all’esercito ucraino e ha visto con favore la circolazione di tesi e idee a sostegno della Russia nel dibattito pubblico interno.

Mercoledì, giorno dell’arrivo di Orbán a Bruxelles, il commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders ha annunciato che le riforme del governo ungherese sono state giudicate positivamente, e che quindi i fondi europei possono essere sbloccati. «Abbiamo ricevuto garanzie sufficienti per affermare che l’indipendenza del sistema giudiziario sarà rafforzata in Ungheria. La decisione di oggi tuttavia non è la fine del processo. Continueremo a monitorare attentamente la situazione e reagiremo prontamente nel caso in cui si verifichino dei passi indietro».

Nonostante lo sblocco di questi 10 miliardi di euro di “fondi di coesione”, la Commissione Europea ha deciso di continuare a non autorizzare l’erogazione di altri 10,4 miliardi di euro che spetterebbero all’Ungheria per il cosiddetto Recovery Fund, il serbatoio di fondi approvato dall’Unione Europea per contenere la crisi economica innescata dalla pandemia. Per farlo la Commissione ha chiesto al governo ungherese di rispettare 27 condizioni molto stringenti in termini di trasparenza e gestione dei fondi, condizioni che l’Ungheria non ha mai voluto rispettare.