• Mondo
  • Martedì 10 ottobre 2023

La controversa pratica usata da Israele per avvisare i civili che sta per bombardare

Si chiama "roof-knocking", “bussare sul tetto”, il governo israeliano dice che serve a salvare i civili ma non sembra così efficace

(AP Photo/Hatem Moussa, File)
(AP Photo/Hatem Moussa, File)

Nei bombardamenti israeliani in corso nella Striscia di Gaza, ordinati dopo l’enorme attacco di Hamas in territorio israeliano, Israele sta prendendo di mira molti edifici residenziali dove sostiene si nascondano uffici e depositi di armi di Hamas. In questi edifici abitano anche molte persone civili. Ormai da una quindicina d’anni Israele adotta spesso nei loro confronti una pratica precisa: le “avvisa” che il palazzo sta per essere colpito, e attende qualche minuto o qualche ora prima di distruggerlo.

È una pratica che secondo l’esercito e il governo israeliano evita l’uccisione di civili, che a loro dire avrebbero il tempo di lasciare le proprie case e salvarsi, e che si limita a distruggere infrastrutture e mezzi che servono ad Hamas per attaccare Israele. Nella sua pagina ufficiale l’esercito israeliano spiega di usare questa pratica come «parte dei suoi sforzi per minimizzare i morti e i feriti civili a Gaza». Vi ha fatto riferimento anche Hamas, che lunedì ha minacciato Israele di uccidere un ostaggio per ogni nuovo bombardamento israeliano compiuto senza avvisare, quindi senza ricorrere a questa pratica.

I critici di Israele ritengono però che la pratica serva soltanto a conservare la sua immagine di fronte alla comunità internazionale. Diversi esperti di diritti umani ritengono che non bilanci il fatto che i bombardamenti colpiscono le case di decine di persone civili. Il fatto che vengano distrutte potrebbe rappresentare una forma di punizione collettiva, esplicitamente vietata da diversi trattati internazionali fra cui la quarta Convenzione di Ginevra, quella sulla protezione delle persone civili in tempo di guerra, firmata nel 1949.

La pratica è conosciuta col nome inglese di roof-knocking, che significa “bussare sul tetto”. Il nome identifica una pratica precisa, cioè colpire con un missile più o meno inoffensivo il tetto della casa per “avvisare” i suoi residenti che presto sarà bombardata: come quella che si vede nel video qui sotto, tratto da una diretta di Al Jazeera nella città di Gaza.

A volte Israele impiega mezzi diversi per raggiungere lo stesso scopo. In certi casi lancia dei volantini sulle case che sta per bombardare. In altri telefona ai suoi residenti, spesso con un messaggio registrato in arabo, che li avverte dell’imminente bombardamento. A volte le telefonate sono fatte da membri dell’esercito: nel 2014 un uomo palestinese raccontò al Washington Post che un certo David lo avvisò del fatto che nel giro di cinque minuti il suo palazzo sarebbe stato distrutto. Durante la guerra che Israele combatté con Hamas fra il 2008 e il 2009 l’esercito israeliano disse di avere fatto circa 165mila telefonate per avvisare i palestinesi che avrebbero bombardato le loro case.

Israele sostiene che Hamas conosca bene questa pratica e approfitti delle cautele che l’esercito israeliano usa nei confronti dei civili per evitare attacchi ai propri uffici e depositi di armi. Sin da quando Israele ha cominciato a utilizzare questa tecnica i leader di Hamas hanno più volte raccomandato alla popolazione palestinese di non abbandonare gli edifici in seguito agli avvertimenti dell’esercito israeliano, ma anzi di coinvolgere i vicini e di raggiungere il tetto dell’edificio in gruppi numerosi, in modo che i piloti israeliani rinuncino all’attacco. Esistono casi documentati di piloti israeliani che hanno annullato l’attacco dopo aver visto numerosi civili salire sul tetto di una casa dopo il primo avvertimento.

È possibile che i residenti di un palazzo decidano di salire sul tetto anche solo perché disperati alla prospettiva di perdere la propria casa, un evento traumatico soprattutto per persone in condizioni già piuttosto vulnerabili come anziani e bambini della Striscia. La Striscia inoltre è uno dei posti più poveri al mondo, e molte persone semplicemente non possono permettersi di comprare o affittare una nuova casa in cui trasferire la propria famiglia, e sono costretti a chiedere ospitalità a parenti e amici, perdendo la propria autonomia.

«Anche assumendo che un edificio residenziale di 13 piani ospiti un ufficio usato da Hamas, come si può definire proporzionato un bombardamento aereo che lo distrugge interamente?», si è chiesto su Twitter qualche tempo fa Kenneth Roth, direttore esecutivo della ong Human Rights Watch dal 1993 al 2022.

Un palazzo distrutto da un bombardamento israeliano a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, 10 ottobre 2023 (AP Photo/Hatem Ali)

È successo anche che la stessa pratica di annunciare l’imminente bombardamento presentasse vari problemi. Nel 2014 l’allora Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani dal 2008 al 2014, la giudice sudafricana Navanethem Pillay, raccontò di un caso in cui una bomba a carica esplosiva ridotta usata per “avvisare” i residenti di un palazzo penetrò il soffitto e uccise tre bambini.

– Leggi anche: Come è fatto l’assedio israeliano a Gaza

Altre volte invece è capitato che una certa persona non rispondesse alla telefonata dell’esercito israeliano, che nessun volantino atterrasse sul suo balcone, o che scambiasse la bomba di avvertimento per una esplosione distante. «In molti casi mancano gli elementi chiave di un avvertimento efficace», ha spiegato ad Agence France-Presse Sara Hashash, portavoce della ong Amnesty International. «Per esempio non viene detto ai civili dove sia sicuro scappare, oppure non viene previsto alcun passaggio sicuro né viene dato tempo sufficiente per fuggire prima di un bombardamento».

Succede anche, come sta capitando in questi giorni, che l’esercito israeliano non mandi alcun avvertimento ai residenti degli edifici che sta bombardando. Lunedì una fonte dell’esercito israeliano ha raccontato al Times of Israel che la pratica del roof-knocking non viene più applicata sistematicamente, perché secondo la valutazione del governo israeliano diversi civili che vivono a Gaza hanno già lasciato le strutture dove si concentrano le attività di Hamas.

Martedì BBC ha raccolto la testimonianza di un uomo che vive nella città di Gaza, la cui casa è stata parzialmente distrutta da un bombardamento israeliano. «Ho visto scene di devastazione, e la gente era confusa: è stato un attacco senza alcun preavviso», ha raccontato.