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  • Martedì 10 ottobre 2023

L’attacco di Hamas sta allarmando anche la Corea del Sud

Il ministro della Difesa del paese ha detto che si impegnerà a sospendere un importante accordo con la Corea del Nord

Mezzi corazzati sfilano a Seul il 26 settembre 2023, durante una delle rare parate militari in Corea del Sud (AP Photo/Ahn Young-joon)
Mezzi corazzati sfilano a Seul il 26 settembre 2023, durante una delle rare parate militari in Corea del Sud (AP Photo/Ahn Young-joon)

Martedì il ministro della Difesa della Corea del Sud nominato sabato scorso, Shin Won-sik, ha detto che si impegnerà perché venga sospeso un accordo militare con la Corea del Nord. L’accordo in questione prevede l’istituzione di alcune no-fly zone sul confine, cioè aree in cui è interdetto il volo, e la progressiva smilitarizzazione della “Zona demilitarizzata” fra i due stati, una fascia di territorio sul confine che nonostante il nome è uno dei luoghi più militarizzati al mondo. Secondo Shin, l’accordo potrebbe impedire al Sud di accorgersi di un attacco, rendendo l’esercito meno pronto a reagire a un’aggressione, come è successo in Israele negli ultimi giorni. Il ministro ha citato direttamente la vicenda, dicendo che la Corea del Sud affronta «una minaccia molto più grande» di Hamas.

Per il ministro, il punto più critico dell’accordo sono le no-fly zone, che secondo lui limiterebbero le capacità di ricognizione e controllo dell’esercito sulla frontiera: secondo Shin, per sapere in anticipo di un attacco, l’esercito sudcoreano deve poter effettuare voli di ricognizione nella zona di confine, e «se Israele avesse fatto volare aerei e droni per monitorare costantemente l’area» probabilmente «non sarebbe stato colpito così duramente».

Il ministro non è l’unico nel paese ad aver colto l’occasione per fare parallelismi fra la situazione di Israele e quella della Corea del Sud (per quanto in realtà la situazione a Gaza sia imparagonabile a qualsiasi altra). Il quotidiano conservatore JoongAng ha esortato il governo a essere pronto a rispondere a un attacco, soprattutto mentre gli Stati Uniti e gli altri alleati della Corea del Sud sono impegnati in Medio Oriente.

– Leggi anche: Le cose da sapere sull’attacco di Hamas e sulla risposta di Israele

Le due Coree, che reclamano entrambe l’intero territorio dell’altra, sono formalmente in guerra da 70 anni: dal 1953 è in vigore un armistizio e gli scontri sono molto sporadici e limitati, ma non è mai stato firmato alcun trattato di pace. L’accordo in discussione ora fu raggiunto nel 2018, ed è uno dei pochi resti di in un breve e isolato periodo di distensione diplomatica fra i due Stati, durante il governo del precedente presidente sudcoreano Moon Jae-in, favorevole a una politica di distensione con il vicino.

Anche se dalla firma del trattato non ci sono stati scontri significativi fra i rispettivi eserciti, la tensione rimane comunque alta: la Corea del Nord continua a effettuare test missilistici e a sviluppare il proprio arsenale nucleare con la condanna della comunità internazionale, mentre la Corea del Sud continua a svolgere esercitazioni congiunte con il Giappone e gli Stati Uniti, che il Nord considera atti ostili.

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