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  • Mercoledì 19 luglio 2023

Che posto è la “Joint Security Area” tra le due Coree

Uno dei più peculiari del mondo, dove martedì un soldato americano ha attraversato il confine per entrare in Corea del Nord

Soldati sudcoreani sorvegliano la linea di confine (Jeon Heon-Kyun/Pool Photo via AP)
Soldati sudcoreani sorvegliano la linea di confine (Jeon Heon-Kyun/Pool Photo via AP)
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Martedì un soldato americano è entrato in Corea del Nord attraversando la linea di confine che divide le due Coree durante una visita guidata alla Joint Security Area (JSA, traducibile in “Area di sicurezza congiunta”), l’unico punto in cui gli eserciti dei due paesi sono a diretto contatto. Il soldato aveva da poco trascorso alcuni mesi in prigione in Corea del Sud per un’aggressione, e stava per essere trasferito negli Stati Uniti dove probabilmente avrebbe ricevuto un qualche altro tipo di punizione. Non è chiaro se il soldato, che si chiama Travis King, volesse disertare o meno: una volta in Corea del Nord è stato arrestato e portato via.

La Joint Security Area è il posto dove tra il 1951 e il 1953 si tennero le lunghissime ed estenuanti trattative per l’armistizio che pose fine alla guerra di Corea. Da allora è diventata uno dei luoghi più peculiari del mondo, dove gli eserciti del Nord e del Sud si trovano a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro e sorvegliano un breve tratto di confine non recintato e reso visibile soltanto da un muretto alto pochi centimetri, che può essere facilmente attraversato a piedi.

La guerra di Corea cominciò nel 1950, quando la Repubblica Democratica Popolare di Corea (il nome ufficiale della Corea del Nord) invase la Repubblica di Corea (la Corea del Sud). Il grosso degli scontri armati durò circa un anno, tra il giugno del 1950 e il giugno del 1951, e fu piuttosto sanguinoso. Dalla parte della Corea del Nord partecipò alla guerra la Cina (e con un ruolo minore l’Unione Sovietica, che mandò soprattutto armi) e dalla parte della Corea del Sud parteciparono gli Stati Uniti, assieme ad altri paesi sotto un mandato delle Nazioni Unite. Dopo molti rivolgimenti furono ristabiliti grossomodo i confini di prima della guerra, e il confine tra le due Coree fu ripristinato a dov’è tuttora, una linea orizzontale lunga 248 chilometri che corre grossomodo lungo il 38esimo parallelo.

I negoziati per l’armistizio cominciarono nel 1951 e terminarono due anni più tardi. Si tennero a Panmunjom, un paesino che si trovava lungo la linea di confine (in realtà leggermente a nord), e vi parteciparono sia le due Coree sia i loro alleati, in particolar modo Cina da una parte e Nazioni Unite dall’altra, con gli Stati Uniti ad avere il ruolo predominante. Dopo negoziati estenuanti, che riguardarono soprattutto il ruolo e gli scambi dei prigionieri di guerra, fu infine firmato un accordo di armistizio, cioè di cessazione delle ostilità. All’armistizio non è mai seguito un vero accordo di pace: formalmente, le due Coree sono ancora in guerra.

L’accordo di armistizio portò anche alla creazione di una Zona demilitarizzata, cioè una striscia di terra di due chilometri a nord e a sud del confine dalla quale gli eserciti dei due paesi si sono rispettivamente ritirati (è dunque larga quattro chilometri e lunga tanto quanto il confine). A dispetto del nome, la Zona demilitarizzata è una delle aree più militarizzate al mondo: è piena di mine e circondata da recinzioni elettrificate e filo spinato, ci sono telecamere di sorveglianza e guardie armate 24 ore su 24.

Nel paesino di Panmunjom, dove furono stipulati gli accordi, fu invece creata la Joint Security Area, un luogo di grande valore sia militare-politico sia simbolico. Gli edifici in cui furono stipulati gli accordi sono ancora in piedi, e sono perfettamente divisi a metà dalla linea di confine. Sono stati dipinti di azzurro (il colore dell’ONU) e nell’edificio principale c’è ancora il tavolo dove fu firmato l’accordo di armistizio. Questo piccolo complesso di edifici azzurri tagliati a metà dal confine è oggi chiamato “villaggio dell’armistizio”, o in maniera più ottimistica “villaggio della pace”.

La Joint Security Area è gestita a nord dalla Corea del Nord e a sud dal Comando delle Nazioni Unite. Il confine tra i due paesi rimane piuttosto sorvegliato: secondo gli accordi iniziali, nell’Area potevano rimanere soltanto 35 soldati per parte, armati con una singola pistola ciascuno o con fucili non automatici. Nel corso dei decenni nella Joint Security Area ci sono stati numerosi momenti di crisi o di tensione. Molti soldati, soprattutto da parte nordcoreana, hanno provato a disertare verso sud. Per decenni inoltre da una parte e dall’altra rimasero in funzione altoparlanti che trasmettevano propaganda dei rispettivi paesi ad altissimo volume. Gli altoparlanti sono stati smantellati dopo un accordo del 2018.

Da parte sudcoreana, il complesso di Panmunjom è visitabile anche dai turisti. Nella Joint Security Area vengono organizzati tour molto ristretti e controllati: non servono requisiti particolari per parteciparvi, anche se i posti sono molto limitati e i tour possono essere cancellati all’ultimo momento per ragioni militari e di sicurezza. Durante il tour i partecipanti vengono istruiti su una serie di comportamenti da seguire, tra cui il divieto di oltrepassare il confine. Il soldato che è passato in Corea del Nord stava partecipando a una di queste visite.

Negli scorsi anni ci fu un’importante serie di incontri nella Joint Security Area: nel 2018 il dittatore nordcoreano Kim Jong Un e l’allora presidente sudcoreano Moon Jae-in si incontrarono nell’Area e si strinsero la mano proprio sopra il muretto di confine. L’anno successivo l’allora presidente Donald Trump incontrò Kim Jong Un sempre lungo il muretto, e divenne il primo presidente in carica della storia degli Stati Uniti a superarlo e a fare qualche passo in Corea del Nord.