Il Mediterraneo più caldo causa temporali più intensi

I cicloni estivi ci sono sempre stati, ma l'aumento della temperatura del mare legato al riscaldamento globale li sta influenzando

Il torrente Bisagno ingrossato nel quartiere di San Fruttuoso, a Genova, 28 agosto 2023 (ANSA / CHIARA CARENINI)
Il torrente Bisagno ingrossato nel quartiere di San Fruttuoso, a Genova, 28 agosto 2023 (ANSA / CHIARA CARENINI)
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In questi giorni il Nord Italia e la Sardegna sono interessati dall’ennesima serie di precipitazioni e grandinate dell’estate, che tra le altre cose hanno causato una frana per cui è stato chiuso un tratto dell’autostrada A43 e interrotto il traffico ferroviario di collegamento diretto con la Francia. Fenomeni meteorologici di questo tipo ci sono sempre stati durante la stagione estiva, tuttavia l’aumento della loro intensità negli ultimi anni è associato dalla comunità scientifica alle maggiori temperature dell’acqua del mar Mediterraneo, a loro volta dovute al più ampio riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra umane.

I temporali estivi si formano quando grandi masse di aria calda si spostano dalla parte più bassa dell’atmosfera (quella vicino al suolo o alla superficie del mare) verso l’alto portandosi dietro l’acqua evaporata, e poi incontrando masse d’aria più fredda: il vapore acqueo condensa, creando particelle d’acqua liquida e quindi nubi, che causano precipitazioni temporalesche la cui intensità è legata alla differenza di temperatura tra le masse d’aria coinvolte. Per questo la temperatura superficiale del mar Mediterraneo influenza i temporali: tanto più è alta, maggiore è l’acqua evaporata e l’energia che alimenta i fenomeni atmosferici.

Ciò che sta cambiando in questi anni è che, contestualmente al cambiamento climatico dovuto alle attività umane, non stanno aumentando solo le temperature medie dell’atmosfera ma anche quelle degli strati più superficiali degli oceani e dei mari. Il Mediterraneo è uno dei bacini che si stanno scaldando più velocemente sul pianeta e a questo si devono i temporali più intensi (e forse un aumento delle grandinate).

La tempesta di questi giorni – indicata col nome ufficiale Rea dal Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare, anche se alcuni giornali usano il nome Poppea scelto dal sito ilMeteo – è dovuta all’arrivo di un fronte di aria fredda da ovest che ha raggiunto la Sardegna e la Liguria nel fine settimana. Causerà precipitazioni fino a mercoledì, in particolare sulle regioni centrali, sulla Campania e sulla Calabria, e mareggiate in Sardegna e nel Tirreno centro-meridionale.

In un’intervista con il Corriere della Sera il climatologo Massimiliano Pasqui, ricercatore dell’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), ha detto che ultimamente sulla superficie del Tirreno settentrionale, cioè proprio il mare su cui si affaccia la Liguria, sono state registrate temperature superiori ai 27 °C. Sono «3-4 gradi sopra la media del periodo» e «anche se può sembrare poco, dal punto di vista dell’energia sprigionata è tanto». «Sono temperature da mari tropicali», ha spiegato Pasqui, «per dire: ai Caraibi siamo sui 30 gradi».

Il 2023 finora è stato un anno di record di temperature per gli oceani e i mari. Il 24 luglio una boa nella Baia dei Lamantini, circa 65 chilometri a sud di Miami, in Florida, registrò 38,4 °C, che potrebbe essere la più alta temperatura marina mai rilevata. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile invece la media globale della temperatura marina superficiale aveva raggiunto il valore più alto mai registrato (21,05 °C) secondo i dati della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia federale statunitense che si occupa di meteorologia. Lo stesso valore di temperatura globale è stato raggiunto la scorsa settimana, tra lunedì e mercoledì, probabilmente anche per via di El Niño, quel fenomeno atmosferico dell’oceano Pacifico che tra le altre cose contribuisce all’aumento della temperatura media globale.

Sempre il 24 luglio i satelliti di Copernicus, il programma di collaborazione scientifica dell’Unione Europea che si occupa di osservazione della Terra, avevano rilevato temperature superiori anche di 5 °C alla media dei decenni passati per lo stesso periodo in gran parte del Mediterraneo.

(Unione Europea, dati del Copernicus Marine Service)

– Leggi anche: Cosa comporta il riscaldamento del mar Mediterraneo