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  • Mercoledì 17 maggio 2023

Victor Wembanyama, la più grande promessa del basket NBA dai tempi di LeBron James

Il giocatore francese ha 19 anni, su di lui ci sono aspettative enormi: quasi certamente l'anno prossimo giocherà con i San Antonio Spurs

Victor Wembanyama in una partita di esibizione negli Stati Uniti (AP Photo/John Locher)
Victor Wembanyama in una partita di esibizione negli Stati Uniti (AP Photo/John Locher)
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Martedì sera a Chicago si è tenuta l’annuale lotteria che precede il draft NBA, il processo attraverso cui il campionato professionistico nordamericano di basket seleziona i giocatori provenienti dai campionati scolastici o dall’estero. La lotteria definisce l’ordine in cui le squadre che non si sono qualificate ai playoff sceglieranno i migliori giocatori a disposizione: quest’anno era particolarmente attesa perché fra i giocatori che entreranno nella NBA la prossima stagione c’è il francese Victor Wembanyama.

Wembanyama ha 19 anni, è alto almeno 221 centimetri (225 secondo misurazioni statunitensi), ha controllo del corpo, fluidità di movimenti e doti tecniche di tiro e passaggio praticamente mai viste in giocatori di quell’altezza. Secondo il parere di quasi tutti gli esperti e gli addetti ai lavori è il miglior giocatore ad entrare in NBA dai tempi di LeBron James (2003). Negli Stati Uniti, e non solo, è definito un «talento generazionale», in grado cioè di condizionare il campionato professionistico per una generazione, come peraltro ha fatto proprio LeBron James.

La lotteria è stata vinta dai San Antonio Spurs, squadra che ha vinto cinque campionati fra il 1999 e il 2014, che ha giocato i playoff per 22 stagioni consecutive fra il 1998 e il 2019, ma che da quattro anni chiude con risultati molto negativi, frutto di un processo di “ricostruzione” – come viene chiamato negli sport americani – che passa dalla formazione di giocatori giovani e dalla rinuncia a ottenere risultati immediati.

Victor Wembanyama intervistato dopo una partita della Francia (AP Photo/Bob Edme)

Le aspettative su Wembanyama sono altissime ad ogni livello: tifosi, giocatori, esperti e dirigenti delle squadre. Uno di questi ultimi qualche mese fa aveva detto in forma anonima di essere pronto a scegliere con la chiamata numero 1 il francese «anche se si fosse rotto entrambe le gambe». Dopo aver vinto la lotteria, il direttore generale degli Spurs, Brian Wright, ha detto: «È un giorno incredibile per noi: lo guardi e gli vedi realizzare cose che non potevi nemmeno immaginare che qualcuno potesse fare. E poi ha il giusto approccio, è professionale, è unico in molti aspetti, e non solo in campo».

La NBA ha fatto una classifica dei giocatori i cui video hanno avuto maggiori visualizzazioni sui suoi canali social nell’ultimo anno: Wembanyama è ottavo, nonostante non abbia giocato ancora un minuto nel campionato.

Adrian Wojnarowski, che lavora per ESPN ed è considerato il massimo esperto di mercato del basket nordamericano, ha definito Wembanyama «forse la migliore promessa della storia degli sport di squadra».

In azione con la squadra di Boulogne-Levallois (AP Photo/Michel Euler)

I migliori giocatori del campionato hanno espresso spesso un misto di stupore ed attesa, parlando del francese.

Steph Curry, che è stato quattro volte campione NBA e due volte MVP della stagione regolare (miglior giocatore), ha detto: «Sembra un giocatore creato nei videogiochi usando dei codici per barare: un playmaker con quell’altezza…». Kevin Durant, uno dei campioni a cui Wembanyama ha detto di ispirarsi, ha detto: «Tutti avranno problemi quando arriverà lui. L’evoluzione del gioco ci ha portati fino a questo punto: abbiamo un ragazzo di 2.25 che sa fare tutto in campo». Damian Lillard, a lungo uno dei migliori giocatori e realizzatori del campionato, ora 32enne, ha detto: «Sono contento che non resterò a lungo nel suo stesso campionato». LeBron James ha riassunto: «Sembra un alieno».

Wembanyama, conosciuto anche come Wemby, ha giocato le ultime due stagioni nel campionato francese: ha chiuso l’ultima con 22 punti, 11 rimbalzi e tre stoppate di media a partita, primeggiando nelle classifiche statistiche in tutte e tre le categorie. Giocherà i playoff con Boulogne-Levallois Metropolitans 92, una squadra di scarsa tradizione e non particolarmente vincente scelta l’anno scorso per preparare l’ingresso del giocatore nella NBA. La squadra è costruita intorno a lui, che ha avuto voce in capitolo anche su allenatore e compagni: ha chiuso la stagione regolare al secondo posto.

A ottobre la squadra francese è stata invitata negli Stati Uniti a due partite di esibizione contro una squadra di un campionato minore collegato alla NBA, la G League, composta per lo più da giovani che vorrebbero entrare nella NBA: Wemby ha segnato 36 e 37 punti nelle due partite, realizzando 7 tiri da tre punti su 11 tentati e 5 stoppate nella seconda. Quelle due partite hanno convinto tutti che i filmati diventati virali delle sue partite in Francia o degli allenamenti contro Rudy Gobert, uno dei migliori difensori del campionato, non ingannavano.

Il diciannovenne Wembanyama è cresciuto in una famiglia di sportivi in un sobborgo parigino, Le Chesnay. La madre Elodie e il nonno materno Michel De Fautereau sono stati giocatori di alto livello di basket, il padre Felix è stato un saltatore (alto, lungo, triplo). Entrambi i genitori superano i 190 centimetri di altezza, un bisnonno congolese sarebbe stato alto oltre 2 metri, ma su questo non ci sono certezze. Sin da ragazzino Wembanyama era notevolmente più alto dei coetanei, nonché dei ragazzi di due anni più grandi contro cui giocava a basket: sui social ci sono foto in cui sembra un uomo in mezzo ai bambini.

Nonostante i mezzi fisici fuori dal normale, Wembanyama si è sempre allenato non come un centro classico, per sfruttare quel vantaggio, ma come un playmaker, ruolo che di solito svolgono giocatori più bassi, che spesso sono anche più veloci e agili: questo ha contribuito a costruire un giocatore che può difendere l’area grazie a braccia lunghissime, che schiaccia senza apparente difficoltà ma che sa anche palleggiare come un playmaker e tirare con efficacia da tre punti.

La possibilità di rilasciare la palla durante il movimento di tiro sopra la testa degli avversari lo rende potenzialmente immarcabile. La mobilità laterale e l’equilibrio del corpo, che mantiene sempre, sono caratteristiche atipiche per un giocatore così alto.

Wembanyama prepara l’ingresso in NBA da quando aveva 14 anni, studia inglese sin da piccolo perché «è il linguaggio del basket» e in una recente intervista ha detto: «Sono nato con la volontà di fare le cose in modo diverso, a modo mio, e sono felice di aver mantenuto quella forza di volontà, di non essermi fatto incasellare da qualche allenatore. È stata una battaglia quotidiana».

Per trovare termini di paragone gli esperti mettono spesso insieme caratteristiche diverse di alcuni dei migliori giocatori del passato: dicono che Wembanyama abbia le capacità difensive di Rudy Gobert, connazionale eletto in più occasioni il miglior difensore del campionato; il controllo del corpo di Dirk Nowitzki, giocatore tedesco fra i migliori realizzatori di sempre della NBA; la fluidità di tiro di Kevin Durant, uno dei migliori giocatori degli ultimi anni.

Salvo imprevisti inimmaginabili Wembanyama verrà scelto con la prima chiamata dagli Spurs e sembra destinato a cambiare il futuro prossimo della squadra, così come avevano fatto gli ultimi due giocatori scelti da San Antonio con la prima chiamata, David Robinson nel 1987 e Tim Duncan nel 1997. Gli Spurs hanno una lunga tradizione di successo con i giocatori non statunitensi, a partire dal francese Tony Parker e dall’argentino Manu Ginobili, anche in periodi in cui affidarsi a “internazionali” era meno comune di oggi. Dal 1996 hanno lo stesso allenatore, Gregg Popovich, uno dei più esperti e vincenti della NBA.

Il diciannovenne francese in un’azione difensiva (AP Photo/Bob Edme)

San Antonio sembra quindi una destinazione perfetta per Wembanyama, ma probabilmente ognuna delle 14 squadre presenti alla lotteria lo sarebbe stata, tanto che nei mesi scorsi i vertici della lega professionistica avevano dovuto vigilare sulla regolarità del campionato, con alcune squadre accusate di perdere “volontariamente” per avere più possibilità di vincere la lotteria e i diritti sul francese.

Dirigenti ed esperti americani in passato avevano espresso dubbi sui giocatori provenienti dall’Europa: lo sloveno Luka Doncic fu scelto solo con la chiamata numero 3 nel 2018, nonostante sia uno dei giovani di maggior successo degli ultimi anni. Per Wembanyama non c’è diffidenza e il consenso sul fatto che sia il miglior giocatore a disposizione in questo draft è pressoché unanime.

Di fronte a un giocatore che apparentemente non ha limiti tecnici, di attitudine e atletici, gli unici timori riguardano gli infortuni. I giocatori così alti in passato hanno avuto spesso problemi ai piedi o alle caviglie: è il caso del cinese Yao Ming, costretto a un precoce ritiro nel 2011, o di Chet Holmgren, scelto con la chiamata numero 2 l’anno scorso e che ha saltato per infortunio tutta questa stagione. Il centro Greg Oden e l’ala Zion Williamson sono altri due giocatori considerati grandi promesse al momento dell’ingresso in NBA bloccati o almeno rallentati (Williamson ha solo 22 anni) dagli infortuni.

Wembanyama sembra però particolarmente attento anche alla cura del proprio corpo: la madre ha raccontato che sin da quando era bambino la famiglia ha lavorato sulla sua alimentazione e sulla preparazione fisica.