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  • Giovedì 7 luglio 2022

Il peso del maggior esperto di mercato nel basket americano

Un tweet di Adrian Wojnarowski sulla NBA può condizionare quotazioni e andamenti delle scommesse sportive

Adrian Wojnarowski e Rachel Nichols al draft NBA del 2019 (Mike Lawrie/Getty Images)
Adrian Wojnarowski e Rachel Nichols al draft NBA del 2019 (Mike Lawrie/Getty Images)
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Come nel calcio europeo, anche nel basket NBA l’estate è il periodo in cui le squadre si rinforzano o si ricostruiscono a seconda delle loro possibilità. In NBA però il cosiddetto mercato in cui è consentito trattare e ingaggiare nuovi giocatori inizia subito dopo la fine di una stagione e prosegue all’incirca fino alla metà della nuova, con le squadre che cambiano continuamente fino a poche settimane dai playoff.

Durante questo arco di tempo, le notizie su trattative in corso, scambi conclusi e giocatori che chiedono di essere ceduti provengono perlopiù da un giornalista in particolare, Adrian Wojnarowski, che lavora per ESPN ed è considerato il massimo esperto di mercato del basket nordamericano, un cosiddetto insider.

Wojnarowski non è l’unico a fare quello che fa, e altri giornalisti come Shams Charania, Sam Amick e Marc Stein coprono quegli ambiti con altrettanta autorevolezza. Wojnarowski però è l’unico ad aver raggiunto 5 milioni e mezzo di follower soltanto su Twitter, il social network in cui anticipa le notizie provenienti dalla NBA — non solo di mercato — tramite la sua ampia rete di fonti interne, spesso anonime e sempre attendibili.

Il seguito che Wojnarowski ha ottenuto in particolare nell’ultimo decennio — in cui è passato da Yahoo! Sports al network sportivo di proprietà della Disney — è arrivato a volumi tali da influenzare settori e mercati che per definizione variano a seconda delle informazioni in circolo, come le scommesse sportive, che negli ultimi anni sono diventate legali in oltre trenta stati americani.

È successo per esempio all’ultimo draft, l’evento annuale in cui le trenta squadre NBA possono selezionare i migliori giocatori provenienti dai campionati universitari o dall’estero.

Prima di quest’ultima edizione, segnata dall’abbondanza di giovani di talento, si era discusso molto su quale giocatore sarebbe stato scelto per primo tra Paolo Banchero, Chet Holmgren e Jabari Smith. L’incertezza sull’ordine delle prime chiamate aveva generato di conseguenza un grosso volume di scommesse negli stati che lo consentivano, a partire dal Nevada, dove si scommette di più e dove è consentito farlo a partire dalle 24 ore precedenti all’evento, e non soltanto il giorno stesso come altrove.

A dodici ore dal draft, Wojnarowski aveva dato l’ultima notizia buona per gli scommettitori, dicendo che l’ordine di chiamata più probabile era Smith primo, Holmgren secondo e Banchero terzo. Il tweet di Wojnarowski, in quanto fonte più attendibile disponibile, aveva di conseguenza modificato le quote delle agenzie di scommesse e condizionato le puntate per decine di milioni di dollari.

A pochi minuti dall’inizio del draft, però, Wojnarowski — che attribuisce quasi sempre le sue notizie a «fonti» spesso non specificate — aveva corretto il tiro in un collegamento televisivo su ESPN dicendo che gli Orlando Magic, la squadra con la prima chiamata al draft, erano orientati a scegliere l’italoamericano Banchero, come poi è effettivamente successo, per la delusione — o rabbia — dei tanti che avevano scommesso diversamente.

Jabari Smith, il probabile numero uno alla vigilia, è sceso fino alla terza chiamata, e nei primi minuti del draft era sembrato leggermente preoccupato quando prima Banchero e poi Holmgren lo avevano preceduto sul palco. Su Smith si era concentrato il volume di scommesse più grosso nelle ore precedenti: oltre il 20 per cento delle puntate complessive.

Questo piccolo incidente ha riportato l’attenzione sui rapporti tra i media americani e le scommesse sportive, che negli Stati Uniti sono state legalizzate a livello federale da una decisione della Corte Suprema nel 2018.

I dipendenti di ESPN, per esempio, sono liberi di scommettere sugli sport che seguono per lavoro e possono parlarne anche in diretta televisiva. Lo scorso maggio, per esempio, il presentatore Doug Kezirian vinse quasi 300mila dollari con una scommessa sul draft del football americano, lo sport da lui seguito quotidianamente, e ne discusse apertamente nel suo programma.

ESPN ha imposto delle linee guida piuttosto permissive ai suoi dipendenti, che «non possono utilizzare, divulgare o fornire l’accesso a informazioni riservate che hanno appreso nel corso della loro mansione per qualsiasi attività relativa alle scommesse». Altri media nazionali, come il giornale online The Athletic, di proprietà del New York Times, vieta in qualsiasi caso ai propri dipendenti di scommettere sugli sport che seguono di lavoro.

Nei grandi giornali cartacei come il Washington Post, che di recente ha dedicato un articolo alla questione, non ci sono linee guida scritte nei codici comportamentali, ma vige invece «una comprensione di lunga data con i giornalisti che non permette loro di scommettere su eventi sportivi che coprono in servizio».

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