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  • Venerdì 21 aprile 2023

Lo strano “censimento” annunciato dal governo di destra in Svezia

Molti studiosi dicono che il suo vero obiettivo è individuare i migranti senza documenti o i cittadini di origine straniera

La ministra delle Finanze della Svezia Elisabeth Svantesson, Bruxelles, 17 gennaio 2023 (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
La ministra delle Finanze della Svezia Elisabeth Svantesson, Bruxelles, 17 gennaio 2023 (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
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La coalizione di destra ed estrema destra che governa la Svezia dallo scorso ottobre sta cercando di organizzare quello che ha definito «un nuovo censimento nazionale» perché, come hanno spiegato lo scorso 30 marzo la ministra delle Finanze Elisabeth Svantesson e il leader di un partito di estrema destra Jimmie Åkesson, il paese «non ha più il controllo della propria popolazione» a causa «di una politica sull’immigrazione irresponsabile» dei governi precedenti.

Come hanno fatto notare molti giornali e studiosi di statistica svedesi, quello che è stato annunciato non sarà però un censimento per contare la popolazione, ma una misura con intenti repressivi: l’obiettivo malcelato sarebbe quello di rintracciare nel paese le persone migranti senza documenti.

Alle elezioni parlamentari che si sono tenute in Svezia nel settembre del 2022 il secondo partito più votato è stato quello dei Democratici Svedesi, una formazione di estrema destra diretta discendente di gruppi neonazisti. Attualmente il governo svedese, guidato dal primo ministro Ulf Kristersson del partito dei Moderati, è formato da una coalizione di partiti di centrodestra, che però per poter governare ha bisogno del sostegno esterno e determinante dei Democratici Svedesi, che hanno una grossa influenza sull’azione dell’esecutivo.

Durante la campagna elettorale i Democratici Svedesi avevano costruito un grosso pezzo del loro consenso promettendo politiche molto severe sull’immigrazione e sulla criminalità, stabilendo spesso un legame fra questi due elementi (legame peraltro mai provato da studi e analisi sui due fenomeni).

Tra le altre cose, avevano proposto l’organizzazione di sistematiche operazioni di polizia che si sarebbero dovute svolgere all’alba in alcuni quartieri «a rischio» per cercare di trovare le persone presenti sul territorio senza un permesso di soggiorno valido e agire di conseguenza, cioè espellerle. Da anni i Democratici Svedesi pensano che i numeri ufficiali sulla popolazione del paese non siano corretti. Secondo loro in Svezia risiedono senza permesso di soggiorno 100 mila persone, ma sono cifre che non sono state confermate né dalla polizia né dall’ufficio delle Migrazioni. La questione del censimento è stata comunque inserita nell’accordo di coalizione fatto subito dopo i risultati delle elezioni del 2022 tra i Democratici Svedesi e il partito di destra dei Moderati del primo ministro Kristersson. Ora il governo ha deciso di dare seguito a quella promessa.

Il 30 marzo, durante una conferenza stampa, la ministra delle Finanze Elisabeth Svantesson, conservatrice, e il leader dei Democratici svedesi, Jimmie Åkesson, hanno annunciato quello che hanno definito un «censimento» dicendo che, per realizzarlo, il governo darà 500 milioni di corone (pari a circa 44 milioni di euro) all’Agenzia delle Entrate. Hanno spiegato che i registri già esistenti della popolazione saranno riorganizzati, migliorati e aggiornati. Hanno anche detto che l’Agenzia dovrà individuare delle aree a «rischio» in cui fare dei controlli mirati e hanno spiegato che per fare questi estesi controlli delle identità delle persone all’Agenzia stessa saranno attribuiti maggiori poteri. Inoltre, le varie autorità del paese che dovessero venire a conoscenza di persone non regolarmente registrate avranno l’obbligo di segnalarlo all’Agenzia delle Entrate.

Nel presentare il loro progetto, Svantesson e Åkesson hanno ribadito che «la Svezia ha ampiamente perso il controllo della sua popolazione a causa di una politica sull’immigrazione irresponsabile» che avrebbe portato, secondo Åkesson, alla creazione di una «società ombra» di cui le autorità «non conoscono l’ampiezza». Pochi giorni prima il presidente della commissione Giustizia del Parlamento Richard Jomshof, leader storico dei Democratici Svedesi e grande sostenitore della teoria della “sostituzione etnica”, aveva a sua volta scritto su Twitter che «gli svedesi stanno per diventare una minoranza nel loro stesso paese».

Per il demografo dell’Università di Stoccolma Gunnar Andersson il fatto stesso che la «caccia ai migranti irregolari» sia uno degli obiettivi dichiarati di quello che è stato definito “censimento” dimostra che in realtà non si farà un censimento: «Non si tratta di contare la popolazione, ma di una misura repressiva, per trovare coloro che non dovrebbero essere in Svezia e deportarli».

Anders Lindberg, editorialista del quotidiano Aftonbladet, vicino al centrosinistra, ha spiegato a sua volta molto chiaramente che quello che è stato annunciato non sarà un censimento. Secondo lui, però, attraverso questa operazione il governo non riuscirà a ottenere una mappatura delle presenze irregolari sul territorio.

I registri e le statistiche svedesi sulla popolazione «sono tra le migliori al mondo», dice. In effetti, la Svezia è un paese che ha un efficiente sistema di conteggio della popolazione.

Dal 1631 la Chiesa evangelica luterana iniziò a tenere dettagliati registri parrocchiali e nel 1749 il Tabellverket svedese fu il primo istituto ufficiale di statistica al mondo. Dal 1947 ogni persona residente in Svezia possiede un personnummer, un numero di identificazione personale analogo al codice fiscale, rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Senza queste cifre è impossibile aprire un conto in banca o anche solo fare un abbonamento telefonico. Incrociando questo numero con i registri della popolazione che vengono aggiornati periodicamente (l’ultima volta due anni fa), è poi possibile recuperare in pochi secondi un quadro dettagliato sugli e sulle abitanti del paese.

Secondo la stessa Agenzia delle Entrate svedese le informazioni in questi registri della popolazione sono corretti al 98 per cento circa.

Per Lindberg le persone che hanno deliberatamente scelto di non comparire nei registri difficilmente saranno individuate dal governo con questa nuova operazione, e resteranno dunque invisibili. Il governo non riuscirà dunque a far quel che ha annunciato: il vero obiettivo è secondo lui un altro. Quello che accadrà è che «verranno effettuati dei controlli in molte periferie vulnerabili» e che al centro della questione finiranno gli svedesi con origini straniere: «Non perché non abbiano il diritto di essere qui, ma perché i Democratici Svedesi vogliono sottolineare che non appartengono a questo posto». Il “censimento” non avrà dunque nulla a che fare con una questione di statistica, sarà una «marcatura politica». Servirà a ribadire «chi è il vero “popolo”».