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  • Lunedì 17 aprile 2023

Le lunghe vacanze del re del Marocco sono diventate un problema

Mohammed VI è più interessato alla vita mondana che al suo ruolo ufficiale, e c'entrano tre lottatori di arti marziali

Il re Mohammed VI, al centro, con suo figlio (a destra) e lo sceicco di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed ad aprile 2022 (Moroccan Royal Palace, via AP)
Il re Mohammed VI, al centro, con suo figlio (a destra) e lo sceicco di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed ad aprile 2022 (Moroccan Royal Palace, via AP)
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Da ormai alcuni anni il re del Marocco Mohammed VI viene descritto da autorità e giornalisti marocchini come un monarca sempre meno interessato a governare e sempre più occupato nel godersi la vita, sfruttando i grandi mezzi economici a disposizione della famiglia. Negli ultimi tempi questa tendenza sembra essere diventata ancora più radicale: Mohammed VI ha passato oltre cinque mesi, fino a ottobre 2022, nelle sue residenze a Parigi, dove è stato protagonista di un’intensa vita notturna, mentre per quasi tre mesi, a partire dal giorno di Natale, si è trasferito nella sua villa su una spiaggia in Gabon, da anni diventata una sorta di residenza invernale.

Mohammed VI passa queste lunghe vacanze con quella che la stampa marocchina chiama la sua «nuova famiglia»: sono tre fratelli, tedeschi ma di famiglia marocchina, diventati famosi nelle arti marziali miste, e un lottatore spagnolo di Mellila, una delle due exclavi spagnole in Marocco.

La questione va oltre il gossip che circonda abitualmente tutte le famiglie reali: l’assenza di Mohammed VI è diventata un problema politico in Marocco. Nonostante il paese sia una monarchia costituzionale, il sovrano non è una figura unicamente rappresentativa, ma mantiene ampi poteri esecutivi. È capo delle forze armate, autorità suprema a livello giudiziario e può sciogliere il Parlamento per decreto reale. In generale storicamente il re ha avuto una funzione di indirizzo della politica marocchina, soprattutto in politica estera, ma anche in quelle interna, visto il panorama politico frammentato.

In Marocco molti descrivono l’attività legislativa e di governo come «sostanzialmente bloccata» in assenza del re, e la situazione ha portato anche qualche imbarazzo internazionale. A inizio febbraio il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez è arrivato a Rabat con undici ministri per il primo incontro ufficiale di alto livello fra i due paesi dal 2015, dopo la ricomposizione di una crisi diplomatica. Era prevista la presenza del re, che invece all’ultimo ha deciso di prolungare le sue vacanze in Gabon, e di limitarsi a una chiamata telefonica di una mezz’ora agli ospiti spagnoli. Lo sgarbo è stato visto anche come un possibile messaggio politico, tanto che le frontiere con le exclavi spagnole, che si sarebbero dovute riaprire subito (era uno dei temi dell’incontro), sono ancora chiuse.

Ma in realtà Mohammed VI non ha riservato questo trattamento solo a Pedro Sanchez: nel 2013 aveva saltato un incontro con Recep Tayyip Erdogan, allora primo ministro turco; a ottobre 2017 con Dimitri Medvedev, primo ministro russo; nel 2019 con il segretario di stato americano Mike Pompeo; a gennaio 2018 aveva rinviato con soli sei giorni di anticipo una visita di stato della famiglia reale spagnola (poi recuperata a febbraio 2019). Le ultime apparizioni ufficiali internazionali sono state quella in Gabon, dove ha incontrato il presidente Ali Bongo Ondimba, un amico di lunga data, e una breve visita in Senegal: avrebbe dovuto cominciare un più ampio tour diplomatico nell’Africa occidentale, ma ha poi annullato tutto «per un’influenza». Un’indisposizione gli ha anche impedito di partecipare a Londra al funerale della regina Elisabetta II.

Con il presidente del Gabon Ali Bongo Ondimba nel 2018 (Moroccan Royal Palace via AP)

Si è anche speculato molto sulle sue condizioni di salute, ma in realtà negli ultimi anni il re marocchino si è mostrato molto attivo, in ambiti però lontani dagli impegni ufficiali. In Marocco molti esponenti della vecchia aristocrazia fanno coincidere l’allontanamento definitivo del sovrano dai suoi compiti istituzionali con l’influenza esercitata dai fratelli Azaitar, poco più che trentenni: due sono lottatori di arti marziali miste, il terzo era il loro manager. Ora la loro attività sportiva si è fatta molto più rara, mentre sono diventati presenza fissa alla corte del re.

Mohammed VI, cresciuto dal padre Hassan II in modo molto rigido, aveva mostrato sin dalla giovinezza e dai primi soggiorni all’estero di apprezzare molto la vita mondana, le feste, la musica. Salito al trono nel 1999 dopo la morte del padre fra grandi aspettative, aveva inizialmente mostrato di poter dare seguito alla sua immagine di possibile innovatore dello stato, ma poi ben presto si era limitato a comparire nelle occasioni ufficiali, facendo invece parlare di sé per le frequentazioni nel campo della musica pop e rap, e per una certa ostentazione del lusso.

La nuova svolta è arrivata nel 2017, quando si erano intensificate le voci di un avvenuto divorzio dalla regina Salma (mai confermato, ma lei è di fatto sparita dalla scena pubblica) e quando si era fatta sempre più costante e ingombrante la presenza di Abu Azaitar e dei suoi due fratelli. I tre, che hanno un passato turbolento in Germania, con tanto di condanne legali per risse, furti e frodi, sono diventati prima personal trainer, poi partner in affari del re (in una catena di fast food). La loro influenza negli ultimi anni è fortemente cresciuta, tanto che secondo fonti marocchine citate dall’Economist i fratelli hanno accesso indiscriminato al palazzo reale, decidono chi il re possa o voglia incontrare, convocano ministri e altri appartenenti della famiglia reale.

 

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Non hanno sortito effetti nemmeno i tentativi di screditare i fratelli da parte della vecchia aristocrazia, che ha raccontato in vari articoli il loro discusso passato: anche la stretta amicizia è da tempo apertamente ostentata sui profili social dei fratelli Azaitar, che accompagnano il re in tutti i suoi soggiorni all’estero. A questo gruppo ristretto si è aggiunto negli ultimi mesi Yusef Kaddur, ex militare, ex lottatore e gloria locale di Melilla, diventato anche vice-consigliere per i giovani nel governo dell’exclave spagnola. Kuddur era al fianco del re in alcuni video in cui Mohammed VI era ripreso a Parigi e anche durante i festeggiamenti per una delle vittorie del Marocco nell’ultimo mondiale di calcio in Qatar.

A Parigi durante la pandemia il re marocchino ha comprato un palazzo da 80 milioni di euro nella zona della Tour Eiffel, ufficialmente per stare vicino alla madre che vive in un quartiere parigino. Nel 2022 è rimasto in Francia per oltre cinque mesi, dividendosi fra la nuova casa nella capitale e un castello a Betz, a 60 chilometri da Parigi, che aveva comprato il padre nel 1972. A Parigi i giornali scandalistici lo hanno più volte fotografato durante le serate in alcuni locali, in certe occasioni mostrando segni di ubriachezza.

In Gabon invece la sua residenza è una lussuosa e isolata villa a Pointe Denis, una penisola di fronte alla capitale Libreville, raggiungibile con un viaggio di un’ora di barca, oppure con molte ore lungo una tortuosa strada in auto. Qui la sua privacy è garantita da una scorta armata, ma gli abitanti della zona raccontano che il re svolge una vita molto comune, seppur agiata.

Durante una cerimonia ufficiale per i vent’anni di regno, nel 2019 (Moroccan Royal Palace via AP)

Nelle ultime settimane Mohammed VI è ricomparso a Rabat, capitale del Marocco, dove ha presenziato ad alcuni eventi ufficiali e religiosi, come l’apertura del Ramadan, ma i suoi soggiorni in patria sono sempre più saltuari e l’influenza degli Azaitar, che hanno tenuto anche qualche incarico ufficiale, rimane alta.

Il distacco e lo stile di vita del re rischiano secondo alcuni osservatori di diventare un problema per la monarchia marocchina: il paese sta recuperando i livelli di turismo prepandemici, ma deve fare i conti con un’alta inflazione (17 per cento) che ha reso molto più cari anche i beni di prima necessità, con effetti pesanti sulle fasce più povere della popolazione.

– Leggi anche: I problemi di frontiere di Spagna e Marocco