Perché Giorgia Meloni è andata in Etiopia
La presidente del Consiglio ha fatto un viaggio di stato di due giorni annunciando grossi aiuti, per rafforzare la presenza italiana nella regione
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni tra venerdì e sabato ha viaggiato in Etiopia per una visita di stato ritenuta piuttosto importante: tra le altre cose ha incontrato il primo ministro etiope Abiy Ahmed e il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, ha promesso milioni di euro in aiuti economici per rafforzare le istituzioni dei due paesi e ha annunciato che in autunno il governo presenterà il cosiddetto “piano Mattei per l’Africa”, che nelle intenzioni di Meloni dovrebbe essere un grande progetto di sviluppo e di approfondimento delle relazioni internazionali tra Italia e paesi africani che prende il nome da Enrico Mattei, lo storico presidente dell’Eni.
Le ragioni per cui Meloni ha fatto una visita di stato in Etiopia sono soprattutto due: la prima è che il paese è uno dei più importanti dell’Africa, il secondo più popoloso dopo la Nigeria. La seconda e la più importante è che l’Etiopia è uno dei principali luoghi di passaggio dei migranti subsahariani che dalla Libia si imbarcano nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Per questo, lavorare a buone relazioni e alla stabilizzazione delle istituzioni etiopi è per Meloni anche un modo per tentare di arginare il problema dei migranti.
Meloni ha incontrato venerdì il primo ministro etiope Abiy Ahmed ad Addis Abeba, la capitale, e sabato ha avuto un incontro trilaterale con Ahmed e il presidente somalo Mohamud, sempre ad Addis Abeba. Quello di venerdì è il terzo incontro tra Meloni e Ahmed in pochi mesi, segno che per il governo l’Etiopia ha un’importanza notevole. Prima di Meloni, a marzo era stato ad Addis Abeba il segretario di Stato americano Antony Blinken, e nelle prossime settimane dovrebbero viaggiare in Etiopia il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Una delle ragioni di questa grossa concentrazione di visite è che l’Etiopia è uscita a novembre del 2022 da una guerra civile che è durata oltre due anni contro i movimenti separatisti della regione settentrionale del Tigrè, che ha provocato decine di migliaia di morti. L’accordo di pace sembra reggere, benché nel paese ci siano varie regioni turbolente e in cui proseguono scontri armati. Due anni di guerra civile, tuttavia, hanno lasciato l’Etiopia in uno stato piuttosto critico. Nel paese ci sono attualmente 823 mila rifugiati e 4,2 milioni di sfollati, su circa 120 milioni di abitanti.
Con Ahmed Meloni ha firmato un accordo per il sostegno all’economia etiope che prevede in tre anni lo stanziamento di 140 milioni di euro: 100 in prestiti e 40 a fondo perduto. Meloni, hanno scritto i giornali, vorrebbe nei prossimi mesi aumentare ulteriormente il valore dell’accordo, per portarlo a 200 milioni.
Le aziende italiane hanno un impegno notevole in Etiopia, e tra le altre cose Webuild (la grande azienda di costruzioni partecipata dallo stato e un tempo nota come Impregilo) partecipa alla costruzione di varie opere infrastrutturali nel paese, compresa la diga cosiddetta GERD, la più grande dell’Africa.
Questi aiuti, ha fatto sapere l’entourage di Meloni ai giornalisti italiani che hanno viaggiato con lei ad Addis Abeba, servono anche per cercare di limitare l’influenza di Cina e Russia in Etiopia e in generale in tutta l’Africa, dove i due paesi stanno assumendo sempre maggiore importanza anche grazie a ingenti investimenti.
In questo contesto Meloni ha detto di voler inaugurare quello che lei ha definito il “piano Mattei per l’Africa”, cioè un insieme di investimenti, aiuti e rapporti mirati a sostenere alcuni stati africani, tra cui Meloni ha citato anche la Tunisia. Meloni ha detto che il piano dovrebbe essere annunciato in autunno, e per ora i dettagli non sono tantissimi.
La stabilità dell’Etiopia, secondo il governo, è importante anche per il contenimento dei flussi migratori. L’Etiopia non è tra i principali paesi di partenza di migranti, ma è un punto di transito estremamente importante per le persone di vari paesi della regione.
L’Italia ha un rapporto storico estremamente complicato con l’Etiopia, contro cui combatté ben due guerre coloniali: una alla fine dell’Ottocento, che si concluse in una sconfitta, e una nel 1935-36, che si concluse con l’occupazione italiana dell’Etiopia. In quel conflitto il regime fascista commise numerosi crimini di guerra, compreso l’uso di armi chimiche. Il dominio italiano sull’Etiopia terminò nel 1943, quando le colonie italiane in Africa furono conquistate dall’esercito britannico.
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