• Mondo
  • Mercoledì 12 aprile 2023

I violenti scontri in corso in Etiopia

Provocati da proteste contro il primo ministro Abiy Ahmed, che vorrebbe far confluire gli eserciti regionali in quello centrale 

Alcuni soldati dell'esercito etiope (AP Photo/Ben Curtis, File)
Alcuni soldati dell'esercito etiope (AP Photo/Ben Curtis, File)
Caricamento player

Da diversi giorni nella regione etiope di Amara ci sono scontri tra l’esercito federale e alcuni gruppi paramilitari, che negli ultimi anni sono diventati una specie di esercito locale al servizio del governo regionale. Gli scontri più violenti sono avvenuti martedì, quando diverse persone sono state uccise, anche se non è ancora chiaro quante. Gli scontri sono iniziati durante alcune proteste contro il primo ministro etiope Abiy Ahmed, che la settimana scorsa aveva annunciato di voler far confluire questo esercito locale in quello centrale: secondo chi protesta questo diminuirebbe in modo molto significativo l’autonomia di cui godono le 11 regioni di cui è composta l’Etiopia.

Gli scontri di martedì si sono verificati a Kombolcha, città nell’est della regione: sembra che siano state uccise almeno 5 persone con colpi di arma da fuoco e che almeno 10 siano state ferite e portate in ospedale. Queste violenze stanno mettendo in seria difficoltà Ahmed, vincitore di un discusso premio Nobel per la Pace nel 2019, che fin dal suo insediamento aveva promesso pace e stabilità e che solo lo scorso novembre è riuscito a porre fine a una sanguinosa guerra durata oltre due anni contro i separatisti del Tigré, altra regione etiope, grazie a un accordo raggiunto dopo complessi negoziati.

L’Etiopia è divisa in 11 regioni, ognuna delle quali gode di un certo grado di autonomia in diversi ambiti, tra cui quello della difesa: secondo la costituzione etiope ogni regione ha diritto ad avere una sua «forza di polizia».

Le forze armate locali al centro degli scontri sono nate negli ultimi anni, in aggiunta alle forze di polizia di cui le regioni erano già dotate: sono gruppi paramilitari ben addestrati e ben armati a cui nel corso del tempo, anche a causa della sfiducia nel governo federale, le amministrazioni locali si sono affidate sempre di più per risolvere una serie di problemi, per esempio i conflitti interregionali, affidando loro compiti che in teoria spetterebbero alle forze armate federali. Il primo esercito di questo tipo era stato creato nel 2007 nella regione di Somali, principalmente per contrastare più facilmente alcuni gruppi armati locali.

La settimana scorsa Ahmed aveva annunciato di voler smantellare questi eserciti e di volerli far confluire nell’esercito centrale, o anche nelle forze di polizia federali o regionali, sostenendo che come entità separate rappresentino una minaccia per l’integrità dell’Etiopia. L’annuncio aveva provocato da subito violente proteste, concentrate soprattutto nella regione di Amara, la seconda più grande dell’Etiopia, il cui esercito locale aveva affiancato quello centrale proprio nella guerra contro i separatisti del Tigré. Secondo chi protesta, lo smantellamento degli eserciti locali esporrebbe le regioni a un maggior pericolo di attacchi esterni.


Il sindaco di Kombolcha, Mohammed Amin, ha detto a Reuters che gli scontri di martedì sono iniziati dopo la diffusione della falsa notizia secondo cui i soldati federali avrebbero rapito alcuni membri delle forze armate speciali della regione.

Le violenze hanno coinvolto diverse città: oltre a Bahir Dar, capitale della regione, anche Kobo, Woldia, Sekota, Debre Birhan, Dessie e Debre Tabor. I manifestanti hanno bloccato strade con pneumatici incendiati e ci sono stati scontri con armi da fuoco. Sono state chiuse banche, negozi e il governo regionale di Amara ha imposto un coprifuoco e bloccato la rete Internet in alcune aree.

Già prima di martedì c’erano stati diversi episodi di violenza, che avevano colpito anche gli operatori umanitari attivi nella regione. Domenica erano stati uccisi due operatori umanitari del Catholic Relief Services (CRS), una ong statunitense, che erano stati colpiti da alcuni colpi di arma da fuoco mentre guidavano vicino a Kobo: al momento non ci sono altri dettagli sulla dinamica di quanto successo. Sempre domenica, un’ambulanza della Croce Rossa etiope era stata colpita da «forze armate sconosciute», ha detto l’organizzazione, e sia l’autista che un’infermiera erano rimasti feriti. Anche a seguito di questi episodi, martedì il Programma alimentare mondiale (WFP) delle Nazioni Unite, che si occupa di assistenza alimentare, ha sospeso le propria attività nella regione di Amara.

– Leggi anche: Certi Nobel per la Pace sono invecchiati male