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  • Domenica 8 gennaio 2023

Mikaela Shiffrin ha ripreso a stravincere

Dopo un periodo complicato la sciatrice statunitense ha eguagliato il record di vittorie in Coppa del Mondo femminile ed è sempre più vicina a quello assoluto

Shiffrin dopo la vittoria a Kranjska Gora (Christophe Pallot/Agence Zoom/Getty Images)
Shiffrin dopo la vittoria a Kranjska Gora (Christophe Pallot/Agence Zoom/Getty Images)
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Domenica nello slalom gigante di Kranjska Gora, in Slovenia, la sciatrice statunitense Mikaela Shiffrin ha vinto la sua 82ª gara di Coppa del Mondo, eguagliando così il record di vittorie femminili stabilito nel 2018 dalla sua connazionale Lindsey Vonn. Per Shiffrin è l’ottava vittoria in stagione, peraltro in specialità diverse: in classifica generale di Coppa del Mondo ha quasi il doppio dei punti della seconda ed è sempre più probabile che già in questa stagione possa superare il record assoluto di 86 vittorie che lo svedese Ingemar Stenmark raggiunse fra gli anni Settanta e Ottanta.

Shiffrin non è però soltanto una sciatrice portentosa, che vinse la sua prima gara di livello mondiale a diciassette anni e l’unica, tra uomini e donne, capace di vincere almeno una gara in ognuna delle sei diverse specialità di Coppa del Mondo (discesa libera, supergigante, slalom speciale, slalom gigante, combinata e parallelo). È anche un’atleta che in diverse occasioni si è definita «emotivamente stanca» e che nel 2020, dopo l’improvvisa morte del padre, rinunciò a tutte le restanti gare della stagione e che raccontò in seguito di aver considerato perfino l’ipotesi del ritiro. Una sciatrice che meno di un anno fa tornò dalle Olimpiadi invernali di Pechino, a cui arrivava come grande favorita in diverse gare, senza nemmeno una medaglia.

Shiffrin è nata nel 1995 a Vail, in Colorado: una delle più importanti località sciistiche degli Stati Uniti. Figlia di due ex sciatori agonistici e sorella minore di uno sciatore. Esordì in Coppa del Mondo un giorno prima di compiere sedici anni, e già a diciassette vinse la sua prima gara di Coppa del Mondo nello slalom speciale di Åre, in Svezia. A diciotto anni vinse a Sochi, in Russia, la sua prima medaglia d’oro olimpica, diventando la più giovane di sempre a riuscirci in una gara di slalom speciale.

Shiffrin con la madre dopo la vittoria a Kranjska Gora (Christophe Pallot/Agence Zoom/Getty Images)

In tredici stagioni di Coppa del Mondo è arrivata oltre 125 volte sul podio e ha vinto più di un terzo delle gare a cui ha partecipato, tutto questo in uno sport in cui bastano errori anche piccolissimi, anche da pochi decimi di secondo, per perdere un podio. Shiffrin ha vinto quattro volte la classifica generale di Coppa del Mondo e nonostante prediliga discipline tecniche, su tutte lo slalom speciale, negli anni ha vinto anche tre gare di discesa libera: una disciplina diversissima, che richiede altre abilità e capacità muscolari diverse, in cui si va al triplo della velocità rispetto allo slalom speciale. Shiffrin ha vinto inoltre sei ori Mondiali e nel 2018 l’oro olimpico nello slalom gigante.

Shiffrin nel 2022 (AP Photo/Giovanni Maria Pizzato)

La sua migliore stagione fu quella tra il 2018 e il 2019. La iniziò con la vittoria in supergigante, una gara in cui prima non era nemmeno mai arrivata sul podio e l’unica che le mancava per vincere almeno una volta in ogni specialità dello sci alpino. E la concluse con 17 vittorie, 21 podi e con la vittoria della classifica generale di Coppa del Mondo con oltre duemila punti totali e più di ottocento di vantaggio sulla seconda.

La stagione successiva, quella iniziata nel 2019 e terminata nei primi mesi del 2020, la iniziò un po’ sotto i suoi standard e soprattutto la terminò anzitempo nel febbraio 2020 dopo la morte del padre, caduto dal tetto della casa di famiglia in Colorado.

Tornò a gareggiare più di trecento giorni dopo. Alla prima gara, uno slalom speciale, arrivò seconda, e due settimane più tardi tornò a vincere. Pur con diverse vittorie (è da più di dieci anni che Shiffrin vince almeno una gara, ma spesso molte di più, in ogni anno solare) la stagione 2020-21 andò peggio delle precedenti: fu quarta in classifica generale di Coppa del Mondo e non riuscì a vincere nemmeno quella di slalom speciale.

Nel 2022 arrivarono poi le Olimpiadi di Pechino, dove a causa di errori piuttosto insoliti per una sciatrice come lei, Shiffrin non terminò né lo slalom gigante né lo slalom speciale. Fu dopo l’errore in slalom speciale che le riprese televisive si soffermarono molto, secondo qualcuno troppo, su Shiffrin, seduta e sconfortata a bordo pista.

(AP Photo/Robert F. Bukaty)

Di quegli errori si parlò tanto e a lungo, anche sui media e tra persone che di solito non si curano granché dello sci alpino. Per alcuni giorni, Shiffrin fu al centro di attenzioni simili a quelle che nel 2021, durante le Olimpiadi estive di Tokyo, avevano riguardato la ginnasta statunitense Simone Biles. In un lungo articolo che scrisse alcune settimane dopo le Olimpiadi di Pechino per The Players Tribune, dedicato in gran parte al rapporto col padre e all’elaborazione di quel lutto, Shiffrin spiegò:

La gente mi chiede sempre cos’è successo. Vogliono una risposta. Ma davvero non ce l’ho. Potrei darvi quella standard per i media, quella che do sempre. Potrei fare la spavalda e buttare lì qualcosa di generico, ma davvero non lo so. Sono due minuti della tua vita, due minuti di un giorno tra i tanti: scendi meglio che puoi, cerchi di non fare errori. A volte vinci l’oro, come mi è successo, altre fallisci, altra cosa che mi è successa.

L’articolo per The Players Tribune (un sito in cui chi fa sport agonistico si racconta in prima persona con l’aiuto di autori e ghostwriter) non fu l’unica occasione in cui Shiffrin parlò di questioni personali. Più volte ha parlato apertamente anche di stanchezza mentale e ansia da performance sportiva, e intervistata nel 2020 da People raccontò che dopo le Olimpiadi del 2014 le era capitato più volte di «bloccarsi» prima della partenza di alcune gare, «con gli occhi lucidi, la sensazione di dover vomitare, la gola che sembrava chiudersi e la respirazione sempre più difficoltosa».

Sempre per The Players Tribune scrisse però che in molti casi i suoi risultati sugli sci c’entravano poco con il suo stato psicoemotivo: «Identifichiamo le vittorie con lo stare bene e il fallimento con lo stare male. La verità è che non sto né bene né male. Dipende dal giorno e non ha quasi nulla a che fare con quanto veloce scendo da una montagna».

(Tom Pennington/Getty Images)

Parlando invece di sci, dopo la sua prima vittoria in Coppa del Mondo in questo anno solare (e già la settima in questa stagione), Shiffrin ha detto: «Probabilmente ho sciato meglio che mai». Ha aggiunto poi che le Olimpiadi di Pechino, in cui infine riuscì a terminare, arrivando nona, una gara di supergigante, «sembrano già molto lontane», specificando tuttavia che non se le è scordate ma che ha imparato a farci i conti.

(AP Photo/Luca Bruno)

In questa stagione mancano ancora molte gare, e specie in quelle di velocità il rischio di infortuni è sempre presente. Sulla base di quanto visto finora e in considerazione del suo talento, ci sono buone ragioni per pensare che dopo aver eguagliato il record di Vonn, già nei primi mesi di quest’anno possa raggiungere e superare le 86 vittorie di Stenmark.

In un articolo sul suo “ritorno” dopo i risultati deludenti di Pechino, il New York Times è addirittura andato già oltre, ragionando sul fatto che se dovesse continuare per altre sei stagioni, anche «vincendo in media la metà delle gare vinte finora», la ventisettenne Shiffrin potrebbe addirittura superare le cento vittorie in Coppa del Mondo (il celebre sciatore italiano Alberto Tomba, per dire, si è fermato a cinquanta).

Shiffrin, che in diverse occasioni ha detto di non curarsi granché dei record da superare, da un paio di settimane ha iniziato inoltre a raccontarsi e mostrarsi nella serie di video Moving Right Along, il primo dei quali è già disponibile su YouTube.

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